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2° Corinzi

bibbia nuovo testamento > letteratura Paolina



2 Corinzi
Bibbia CEI 2008
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La Sacra Bibbia (testo CEI 2008)
Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione
www.laparola.it
SECONDA LETTERA AI CORINZI
1 1Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla
Chiesa di Dio che è a Corinto e a tutti i santi dell’intera Acaia:
2grazia a voi e pace
da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
3Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre
misericordioso e Dio di ogni consolazione!
4Egli ci consola in ogni nostra
tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni
genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio.
5Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo,
abbonda anche la nostra consolazione.
6Quando siamo tribolati, è per la vostra
consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la
quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi
sopportiamo.
7La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come
siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione.
8Non vogliamo infatti che ignoriate, fratelli, come la tribolazione, che ci è
capitata in Asia, ci abbia colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, tanto che
disperavamo perfino della nostra vita.
9Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la
sentenza di morte, perché non ponessimo fiducia in noi stessi, ma nel Dio che
risuscita i morti.
10Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà, e per la
speranza che abbiamo in lui ancora ci libererà,
11grazie anche alla vostra
cooperazione nella preghiera per noi. Così, per il favore divino ottenutoci da molte
persone, saranno molti a rendere grazie per noi.
12Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della nostra coscienza di
esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e
sincerità che vengono da Dio, non con la sapienza umana, ma con la grazia di Dio.
13Infatti non vi scriviamo altro da quello che potete leggere o capire. Spero che
capirete interamente –
14come in parte ci avete capiti – che noi siamo il vostro
vanto come voi sarete il nostro, nel giorno del Signore nostro Gesù.
15Con questa
convinzione avevo deciso in un primo tempo di venire da voi, affinché riceveste
una seconda grazia,
16e da voi passare in Macedonia, per ritornare nuovamente
dalla Macedonia in mezzo a voi e ricevere da voi il necessario per andare in Giudea.
17In questo progetto mi sono forse comportato con leggerezza? O quello che decido
lo decido secondo calcoli umani, in modo che vi sia, da parte mia, il «sì, sì» e il
«no, no»?
18Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». 19Il
Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo,
non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì».
20Infatti tutte le promesse di Dio in lui
sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua
gloria.
21È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito
l’unzione,
22ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri
cuori.
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23Io chiamo Dio a testimone sulla mia vita, che solo per risparmiarvi
rimproveri non sono più venuto a Corinto.
24Noi non intendiamo fare da padroni
sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede
voi siete saldi.
2 1Ritenni pertanto opportuno non venire di nuovo fra voi con tristezza. 2Perché se
io rattristo voi, chi mi rallegrerà se non colui che è stato da me rattristato?
3Ho scritto
proprio queste cose per non dovere poi essere rattristato, alla mia venuta, da quelli che
dovrebbero rendermi lieto; sono persuaso, riguardo a voi tutti, che la mia gioia è quella
di tutti voi.
4Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra
molte lacrime, non perché vi rattristiate, ma perché conosciate l’amore che nutro
particolarmente verso di voi.
5Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma, in parte
almeno, senza esagerare, tutti voi.
6Per quel tale però è già sufficiente il castigo che
gli è venuto dalla maggior parte di voi,
7cosicché voi dovreste piuttosto usargli
benevolenza e confortarlo, perché egli non soccomba sotto un dolore troppo forte.
8Vi esorto quindi a far prevalere nei suoi riguardi la carità; 9e anche per questo vi
ho scritto, per mettere alla prova il vostro comportamento, se siete obbedienti in
tutto.
10A chi voi perdonate, perdono anch’io; perché ciò che io ho perdonato, se
pure ebbi qualcosa da perdonare, l’ho fatto per voi, davanti a Cristo,
11per non
cadere sotto il potere di Satana, di cui non ignoriamo le intenzioni.
12Giunto a Tròade per annunciare il vangelo di Cristo, sebbene nel Signore mi
fossero aperte le porte,
13non ebbi pace nel mio spirito perché non vi trovai Tito,
mio fratello; perciò, congedatomi da loro, partii per la Macedonia.
14Siano rese grazie a Dio, il quale sempre ci fa partecipare al suo trionfo in
Cristo e diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza!
15Noi
siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo per quelli che si salvano e per quelli
che si perdono;
16per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita
per la vita.
E chi è mai all’altezza di questi compiti?
17Noi non siamo infatti come quei
molti che fanno mercato della parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio,
sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo.
3 1Cominciamo di nuovo a raccomandare noi stessi? O abbiamo forse bisogno,
come alcuni, di lettere di raccomandazione per voi o da parte vostra?
2La nostra
lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli
uomini.
3È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta
non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma
su tavole di cuori umani.
4Proprio questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio.
5Non che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi,
ma la nostra capacità viene da Dio,
6il quale anche ci ha resi capaci di essere
ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito; perché la lettera
uccide, lo Spirito invece dà vita.
7Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu avvolto di gloria al
punto che i figli d’Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello
splendore effimero del suo volto,
8quanto più sarà glorioso il ministero dello
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Spirito? 9Se già il ministero che porta alla condanna fu glorioso, molto di più
abbonda di gloria il ministero che porta alla giustizia.
10Anzi, ciò che fu glorioso
sotto quell’aspetto, non lo è più, a causa di questa gloria incomparabile.
11Se
dunque ciò che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo.
12Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza 13e non
facciamo come Mosè che poneva un velo sul suo volto, perché i figli d’Israele non
vedessero la fine di ciò che era solo effimero.
14Ma le loro menti furono indurite;
infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, quando si legge
l’Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato.
15Fino ad oggi,
quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore;
16ma quando vi sarà la
conversione al Signore, il velo sarà tolto
. 17Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo
Spirito del Signore, c’è libertà.
18E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno
specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine,
di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore.
4 1Perciò, avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata
accordata, non ci perdiamo d’animo.
2Al contrario, abbiamo rifiutato le
dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola
di Dio, ma annunciando apertamente la verità e presentandoci davanti a ogni
coscienza umana, al cospetto di Dio.
3E se il nostro Vangelo rimane velato, lo è in coloro che si perdono: 4in loro,
increduli, il dio di questo mondo ha accecato la mente, perché non vedano lo
splendore del glorioso vangelo di Cristo, che è immagine di Dio.
5Noi infatti non
annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri
servitori a causa di Gesù.
6E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse
nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di
Cristo.
7Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa
straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi.
8In tutto, infatti, siamo
tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati;
9perseguitati, ma
non abbandonati; colpiti, ma non uccisi,
10portando sempre e dovunque nel nostro
corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.
11Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù,
perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale.
12Cosicché in
noi agisce la morte, in voi la vita.
13Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho
creduto, perciò ho parlato
, anche noi crediamo e perciò parliamo, 14convinti che
colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà
accanto a lui insieme con voi.
15Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a
opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.
16Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va
disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno.
17Infatti il
momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità
smisurata ed eterna di gloria:
18noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma
su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili
invece sono eterne.
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5 1Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è
come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da
mani d’uomo, eterna, nei cieli.
2Perciò, in questa condizione, noi gemiamo e
desideriamo rivestirci della nostra abitazione celeste
3purché siamo trovati vestiti,
non nudi.
4In realtà quanti siamo in questa tenda sospiriamo come sotto un peso,
perché non vogliamo essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale venga
assorbito dalla vita.
5E chi ci ha fatti proprio per questo è Dio, che ci ha dato la
caparra dello Spirito.
6Dunque, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal
Signore finché abitiamo nel corpo –
7camminiamo infatti nella fede e non nella
visione –,
8siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare
presso il Signore.
9Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo
di essere a lui graditi.
10Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di
Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel
corpo, sia in bene che in male.
11Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di convincere gli
uomini. A Dio invece siamo ben noti; e spero di esserlo anche per le vostre
coscienze.
12Non ci raccomandiamo di nuovo a voi, ma vi diamo occasione di
vantarvi a nostro riguardo, affinché possiate rispondere a coloro il cui vanto è
esteriore, e non nel cuore.
13Se infatti siamo stati fuori di senno, era per Dio; se
siamo assennati, è per voi.
14L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto
per tutti, dunque tutti sono morti.
15Ed egli è morto per tutti, perché quelli che
vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
16Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo
conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così.
17Tanto che,
se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne
sono nate di nuove.
18Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo
e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.
19Era Dio infatti che
riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e
affidando a noi la parola della riconciliazione.
20In nome di Cristo, dunque, siamo
ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome
di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
21Colui che non aveva conosciuto peccato,
Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia
di Dio.
6 1Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la
grazia di Dio.
2Egli dice infatti:
Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso
.
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!
3Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga
criticato il nostro ministero;
4ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio
con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce,
5nelle
percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni;
6con
purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità,
con amore sincero,
7con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della
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giustizia a destra e a sinistra; 8nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella
buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri;
9come sconosciuti, eppure
notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi;
10come
afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che
non ha nulla e invece possediamo tutto!
11La nostra bocca vi ha parlato francamente, Corinzi; il nostro cuore si è tutto
aperto per voi.
12In noi certo non siete allo stretto; è nei vostri cuori che siete allo
stretto.
13Io parlo come a figli: rendeteci il contraccambio, apritevi anche voi!
14Non lasciatevi legare al giogo estraneo dei non credenti. Quale rapporto
infatti può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre?
15Quale intesa fra Cristo e Bèliar, o quale collaborazione fra credente e non
credente?
16Quale accordo fra tempio di Dio e idoli? Noi siamo infatti il tempio del
Dio vivente, come Dio stesso ha detto:
Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò
e sarò il loro Dio,
ed essi saranno il mio popolo.
17Perciò uscite di mezzo a loro
e separatevi, dice il Signore
,
non toccate nulla d’impuro.
E io vi accoglierò
18e sarò per voi un padre
e
voi sarete per me figli e figlie,
dice il Signore onnipotente.
7 1In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni
macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la santificazione, nel
timore di Dio.
2Accoglieteci nei vostri cuori! A nessuno abbiamo fatto ingiustizia, nessuno
abbiamo danneggiato, nessuno abbiamo sfruttato.
3Non dico questo per
condannare; infatti vi ho già detto che siete nel nostro cuore, per morire insieme e
insieme vivere.
4Sono molto franco con voi e ho molto da vantarmi di voi. Sono
pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione.
5Infatti, da quando siamo giunti in Macedonia, il nostro corpo non ha avuto
sollievo alcuno, ma da ogni parte siamo tribolati: battaglie all’esterno, timori
all’interno.
6Ma Dio, che consola gli afflitti, ci ha consolati con la venuta di Tito;
7non solo con la sua venuta, ma con la consolazione che ha ricevuto da voi. Egli ci
ha annunciato il vostro desiderio, il vostro dolore, il vostro affetto per me, cosicché
la mia gioia si è ancora accresciuta.
8Se anche vi ho rattristati con la mia lettera, non me ne dispiace. E se mi è
dispiaciuto – vedo infatti che quella lettera, anche se per breve tempo, vi ha
rattristati –,
9ora ne godo; non per la vostra tristezza, ma perché questa tristezza vi
ha portato a pentirvi. Infatti vi siete rattristati secondo Dio e così non avete
ricevuto alcun danno da parte nostra;
10perché la tristezza secondo Dio produce un
pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo
produce la morte.
11Ecco, infatti, quanta sollecitudine ha prodotto in voi proprio
questo rattristarvi secondo Dio; anzi, quante scuse, quanta indignazione, quale
timore, quale desiderio, quale affetto, quale punizione! Vi siete dimostrati
innocenti sotto ogni riguardo in questa faccenda.
12Così, anche se vi ho scritto, non
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fu tanto a motivo dell’offensore o a motivo dell’offeso, ma perché apparisse chiara
la vostra sollecitudine per noi davanti a Dio.
13Ecco quello che ci ha consolato.
Più che per la vostra consolazione, però, ci siamo rallegrati per la gioia di
Tito, poiché il suo spirito è stato rinfrancato da tutti voi.
14Cosicché, se in qualche
cosa mi ero vantato di voi con lui, non ho dovuto vergognarmene, ma, come
abbiamo detto a voi ogni cosa secondo verità, così anche il nostro vanto nei
confronti di Tito si è dimostrato vero.
15E il suo affetto per voi è cresciuto,
ricordando come tutti gli avete obbedito e come lo avete accolto con timore e
trepidazione.
16Mi rallegro perché posso contare totalmente su di voi.
8 1Vogliamo rendervi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese della
Macedonia,
2perché, nella grande prova della tribolazione, la loro gioia
sovrabbondante e la loro estrema povertà hanno sovrabbondato nella ricchezza
della loro generosità.
3Posso testimoniare infatti che hanno dato secondo i loro
mezzi e anche al di là dei loro mezzi, spontaneamente,
4domandandoci con molta
insistenza la grazia di prendere parte a questo servizio a vantaggio dei santi.
5Superando anzi le nostre stesse speranze, si sono offerti prima di tutto al Signore e
poi a noi, secondo la volontà di Dio;
6cosicché abbiamo pregato Tito che, come
l’aveva cominciata, così portasse a compimento fra voi quest’opera generosa.
7E come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in
ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in
quest’opera generosa.
8Non dico questo per darvi un comando, ma solo per mettere
alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri.
9Conoscete
infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero
per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
10E a questo
riguardo vi do un consiglio: si tratta di cosa vantaggiosa per voi, che fin dallo
scorso anno siete stati i primi, non solo a intraprenderla ma anche a volerla.
11Ora
dunque realizzatela perché, come vi fu la prontezza del volere, così vi sia anche il
compimento, secondo i vostri mezzi.
12Se infatti c’è la buona volontà, essa riesce
gradita secondo quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede.
13Non si tratta infatti di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia
uguaglianza.
14Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza,
perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia
uguaglianza, come sta scritto:
15Colui che raccolse molto non abbondò e colui che
raccolse poco non ebbe di meno
.
16Siano rese grazie a Dio, che infonde la medesima sollecitudine per voi nel
cuore di Tito!
17Egli infatti ha accolto il mio invito e con grande sollecitudine è
partito spontaneamente per venire da voi.
18Con lui abbiamo inviato pure il fratello
che tutte le Chiese lodano a motivo del Vangelo.
19Egli è stato designato dalle
Chiese come nostro compagno in quest’opera di carità, alla quale ci dedichiamo
per la gloria del Signore, e per dimostrare anche l’impulso del nostro cuore.
20Con
ciò intendiamo evitare che qualcuno possa biasimarci per questa abbondanza che
viene da noi amministrata.
21Ci preoccupiamo infatti di comportarci bene non
soltanto davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini.
22Con loro abbiamo
inviato anche il nostro fratello, di cui abbiamo più volte sperimentato la
sollecitudine in molte circostanze; egli è ora più entusiasta che mai per la grande
fiducia che ha in voi.
23Quanto a Tito, egli è mio compagno e collaboratore presso
di voi; quanto ai nostri fratelli, essi sono delegati delle Chiese e gloria di Cristo.
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24Date dunque a loro la prova del vostro amore e della legittimità del nostro vanto
per voi davanti alle Chiese.
9 1Riguardo poi a questo servizio in favore dei santi, è superfluo che io ve ne
scriva.
2Conosco infatti la vostra buona volontà, e mi vanto di voi con i Macèdoni,
dicendo che l’Acaia è pronta fin dallo scorso anno e già molti sono stati stimolati
dal vostro zelo.
3Ho mandato i fratelli affinché il nostro vanto per voi su questo
punto non abbia a dimostrarsi vano, ma, come vi dicevo, siate realmente pronti.
4Non avvenga che, se verranno con me alcuni Macèdoni, vi trovino impreparati e
noi si debba arrossire, per non dire anche voi, di questa nostra fiducia.
5Ho quindi
ritenuto necessario invitare i fratelli a recarsi da voi prima di me, per organizzare
la vostra offerta già promessa, perché essa sia pronta come una vera offerta e non
come una grettezza.
6Tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e
chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà.
7Ciascuno dia secondo quanto
ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona
con gioia.
8Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché,
avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le
opere di bene.
9Sta scritto infatti:
Ha largheggiato, ha dato ai poveri,
la sua giustizia dura in eterno
.
10Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e
moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.
11Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale farà salire a Dio l’inno di
ringraziamento per mezzo nostro.
12Perché l’adempimento di questo servizio sacro
non provvede solo alle necessità dei santi, ma deve anche suscitare molti
ringraziamenti a Dio.
13A causa della bella prova di questo servizio essi
ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo, e
per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti.
14Pregando per voi
manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di Dio effusa sopra
di voi.
15Grazie a Dio per questo suo dono ineffabile!
10 1Ora io stesso, Paolo, vi esorto per la dolcezza e la mansuetudine di Cristo, io
che, di presenza, sarei con voi debole ma che, da lontano, sono audace verso di voi:
2vi supplico di non costringermi, quando sarò tra voi, ad agire con quell’energia che
ritengo di dover adoperare contro alcuni, i quali pensano che noi ci comportiamo
secondo criteri umani.
3In realtà, noi viviamo nella carne, ma non combattiamo
secondo criteri umani. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali,
4ma
hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze,
5distruggendo i ragionamenti e
ogni arroganza che si leva contro la conoscenza di Dio, e sottomettendo ogni
intelligenza all’obbedienza di Cristo.
6Perciò siamo pronti a punire qualsiasi
disobbedienza, non appena la vostra obbedienza sarà perfetta.
7Guardate bene le cose in faccia: se qualcuno ha in se stesso la persuasione di
appartenere a Cristo, si ricordi che, se lui è di Cristo, lo siamo anche noi.
8In realtà,
anche se mi vantassi di più a causa della nostra autorità, che il Signore ci ha dato
per vostra edificazione e non per vostra rovina, non avrò da vergognarmene.
9Non
sembri che io voglia spaventarvi con le lettere!
10Perché «le lettere – si dice – sono
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dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole e la parola dimessa». 11Questo tale
rifletta però che quali noi siamo a parole, per lettera, assenti, tali saremo anche con
i fatti, di presenza.
12Certo, noi non abbiamo l’audacia di uguagliarci o paragonarci ad alcuni di
quelli che si raccomandano da sé, ma, mentre si misurano su se stessi e si
paragonano con se stessi, mancano di intelligenza.
13Noi invece non ci vanteremo
oltre misura, ma secondo la misura della norma che Dio ci ha assegnato, quella di
arrivare anche fino a voi.
14Non ci arroghiamo un’autorità indebita, come se non
fossimo arrivati fino a voi, perché anche a voi siamo giunti col vangelo di Cristo.
15Né ci vantiamo indebitamente di fatiche altrui, ma abbiamo la speranza, col
crescere della vostra fede, di crescere ancor più nella vostra considerazione,
secondo la nostra misura,
16per evangelizzare le regioni più lontane della vostra,
senza vantarci, alla maniera degli altri, delle cose già fatte da altri.
17Perciò chi si vanta, si vanti nel Signore; 18infatti non colui che si
raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda.
11 1Se soltanto poteste sopportare un po’ di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi
sopportate.
2Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi
infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta.
3Temo però
che, come il serpente con la sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano
in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo.
4Infatti, se il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo
predicato noi, o se ricevete uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un
altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo.
5Ora, io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi superapostoli! 6E se anche
sono un profano nell’arte del parlare, non lo sono però nella dottrina, come
abbiamo dimostrato in tutto e per tutto davanti a voi.
7O forse commisi una colpa abbassando me stesso per esaltare voi, quando vi
ho annunciato gratuitamente il vangelo di Dio?
8Ho impoverito altre Chiese
accettando il necessario per vivere, allo scopo di servire voi.
9E, trovandomi presso
di voi e pur essendo nel bisogno, non sono stato di peso ad alcuno, perché alle mie
necessità hanno provveduto i fratelli giunti dalla Macedonia. In ogni circostanza
ho fatto il possibile per non esservi di aggravio e così farò in avvenire.
10Cristo mi è
testimone: nessuno mi toglierà questo vanto in terra di Acaia!
11Perché? Forse perché non vi amo? Lo sa Dio! 12Lo faccio invece, e lo farò
ancora, per troncare ogni pretesto a quelli che cercano un pretesto per apparire
come noi in quello di cui si vantano.
13Questi tali sono falsi apostoli, lavoratori
fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo.
14Ciò non fa meraviglia, perché
anche Satana si maschera da angelo di luce.
15Non è perciò gran cosa se anche i
suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le
loro opere.
16Lo dico di nuovo: nessuno mi consideri un pazzo. Se no, ritenetemi pure
come un pazzo, perché anch’io possa vantarmi un poco.
17Quello che dico, però,
non lo dico secondo il Signore, ma come da stolto, nella fiducia che ho di potermi
vantare.
18Dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi
vanterò anch’io.
19Infatti voi, che pure siete saggi, sopportate facilmente gli stolti.
20In realtà sopportate chi vi rende schiavi, chi vi divora, chi vi deruba, chi è
arrogante, chi vi colpisce in faccia.
21Lo dico con vergogna, come se fossimo stati
deboli!
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Tuttavia, in quello in cui qualcuno osa vantarsi – lo dico da stolto – oso
vantarmi anch’io.
22Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di
Abramo? Anch’io!
23Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più
di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più
nelle percosse, spesso in pericolo di morte.
24Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i
quaranta colpi meno uno;
25tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta
sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte
in balìa delle onde.
26Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti,
pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel
deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli;
27disagi e fatiche, veglie
senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità.
28Oltre a tutto
questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese.
29Chi è
debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?
30Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza. 31Dio e Padre del
Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco.
32A Damasco, il
governatore del re Areta aveva posto delle guardie nella città dei Damasceni per
catturarmi,
33ma da una finestra fui calato giù in una cesta, lungo il muro, e sfuggii
dalle sue mani.
12 1Se bisogna vantarsi – ma non conviene – verrò tuttavia alle visioni e alle
rivelazioni del Signore.
2So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il
corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo.
3E so che
quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio –
4fu rapito in
paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare.
5Di lui io mi
vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze.
6Certo,
se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo,
perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me
7e per la
straordinaria grandezza delle rivelazioni.
Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una
spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
8A
causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me.
9Ed egli
mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella
debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in
me la potenza di Cristo.
10Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi,
nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando
sono debole, è allora che sono forte.
11Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi avete costretto. Infatti io avrei
dovuto essere raccomandato da voi, perché non sono affatto inferiore a quei
superapostoli, anche se sono un nulla.
12Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i
segni del vero apostolo, in una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi e miracoli.
13In che cosa infatti siete stati inferiori alle altre Chiese, se non in questo: che io
non vi sono stato di peso? Perdonatemi questa ingiustizia!
14Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso, perché
non cerco i vostri beni, ma voi. Infatti non spetta ai figli mettere da parte per i
genitori, ma ai genitori per i figli.
15Per conto mio ben volentieri mi prodigherò,
anzi consumerò me stesso per le vostre anime. Se vi amo più intensamente, dovrei
essere riamato di meno?
16Ma sia pure che io non vi sono stato di peso. Però, scaltro come sono, vi ho
preso con inganno.
17Vi ho forse sfruttato per mezzo di alcuni di quelli che ho
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inviato tra voi? 18Ho vivamente pregato Tito di venire da voi e insieme con lui ho
mandato quell’altro fratello. Tito vi ha forse sfruttati in qualche cosa? Non
abbiamo forse camminato ambedue con lo stesso spirito, e sulle medesime tracce?
19Da tempo vi immaginate che stiamo facendo la nostra difesa davanti a voi.
Noi parliamo davanti a Dio, in Cristo, e tutto, carissimi, è per la vostra
edificazione.
20Temo infatti che, venendo, non vi trovi come desidero e che, a mia
volta, venga trovato da voi quale non mi desiderate. Temo che vi siano contese,
invidie, animosità, dissensi, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini,
21e che,
alla mia venuta, il mio Dio debba umiliarmi davanti a voi e io debba piangere su
molti che in passato hanno peccato e non si sono convertiti dalle impurità, dalle
immoralità e dalle dissolutezze che hanno commesso.
13 1Questa è la terza volta che vengo da voi. Ogni questione si deciderà sulla
dichiarazione di due o tre testimoni.
2L’ho detto prima e lo ripeto ora – allora
presente per la seconda volta e ora assente – a tutti quelli che hanno peccato e a
tutti gli altri: quando verrò di nuovo non perdonerò,
3dal momento che cercate una
prova che Cristo parla in me, lui che verso di voi non è debole, ma è potente nei
vostri confronti.
4Infatti egli fu crocifisso per la sua debolezza, ma vive per la
potenza di Dio. E anche noi siamo deboli in lui, ma vivremo con lui per la potenza
di Dio a vostro vantaggio.
5Esaminate voi stessi, se siete nella fede; mettetevi alla prova. Non riconoscete
forse che Gesù Cristo abita in voi? A meno che la prova non sia contro di voi!
6Spero tuttavia che riconoscerete che la prova non è contro di noi.
7Noi preghiamo Dio che non facciate alcun male: non per apparire noi come
approvati, ma perché voi facciate il bene e noi siamo come disapprovati.
8Non
abbiamo infatti alcun potere contro la verità, ma per la verità.
9Per questo ci
rallegriamo quando noi siamo deboli e voi siete forti. Noi preghiamo anche per la
vostra perfezione.
10Perciò vi scrivo queste cose da lontano: per non dover poi, di
presenza, agire severamente con il potere che il Signore mi ha dato per edificare e
non per distruggere.
11Per il resto, fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a
vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace
sarà con voi.
12Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.
13La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello
Spirito Santo siano con tutti voi.

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