labacheka


Vai ai contenuti

Genesi

bibbia vecchio testamento > pentateuco

Genesi
Bibbia CEI 2008 1/59
La Sacra Bibbia (testo CEI 2008)
Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione
www.laparola.it
GENESI
1 1In principio Dio creò il cielo e la terra. 2La terra era informe e deserta e le
tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
3Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. 4Dio vide che la luce era cosa buona e
Dio separò la luce dalle tenebre. 5Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le
tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.
6Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque
dalle acque». 7Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il
firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. 8Dio chiamò
il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
9Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e
appaia l’asciutto». E così avvenne. 10Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la
massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. 11Dio disse: «La terra
produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla
terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. 12E la
terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria
specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie.
Dio vide che era cosa buona. 13E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
14Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il
giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni 15e siano fonti
di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne. 16E Dio
fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e
la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. 17Dio le pose nel
firmamento del cielo per illuminare la terra 18e per governare il giorno e la notte e
per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. 19E fu sera e fu
mattina: quarto giorno.
20Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la
terra, davanti al firmamento del cielo». 21Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli
esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti
gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. 22Dio li
benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si
moltiplichino sulla terra». 23E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
24Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame,
rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne. 25Dio fece gli
animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e
tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.
26Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra
somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su
tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
28Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
29Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la
terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. 30A tutti gli
animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla
terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. 31Dio
vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina:
sesto giorno.
2 1Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere.
2Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel
settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. 3Dio benedisse il settimo giorno
e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto
creando.
4Queste sono le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo 5nessun cespuglio
campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore
Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c’era uomo che lavorasse il suolo, 6ma
una polla d’acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo. 7Allora il Signore
Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e
l’uomo divenne un essere vivente.
8Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo
che aveva plasmato. 9Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi
graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e
l’albero della conoscenza del bene e del male. 10Un fiume usciva da Eden per
irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. 11Il primo fiume si
chiama Pison: esso scorre attorno a tutta la regione di Avìla, dove si trova l’oro 12e
l’oro di quella regione è fino; vi si trova pure la resina odorosa e la pietra d’ònice.
13Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre attorno a tutta la regione
d’Etiopia. 14Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre a oriente di Assur. Il quarto
fiume è l’Eufrate.
15Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo
coltivasse e lo custodisse.
16Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti
gli alberi del giardino, 17ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non
devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai
morire».
18E il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un
aiuto che gli corrisponda». 19Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di
animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come
li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli
esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20Così l’uomo impose nomi a tutto
il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo
non trovò un aiuto che gli corrispondesse. 21Allora il Signore Dio fece scendere un
torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne
al suo posto. 22Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una
donna e la condusse all’uomo. 23Allora l’uomo disse:
«Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta».
24Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i
due saranno un’unica carne.
25Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.
3 1Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e
disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero
del giardino”?». 2Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino
noi possiamo mangiare, 3ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio
ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”».
4Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! 5Anzi, Dio sa che il giorno
in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo
il bene e il male». 6Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare,
gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e
ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò.
7Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono
foglie di fico e se ne fecero cinture.
8Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino
alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del
Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e
gli disse: «Dove sei?». 10Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto
paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». 11Riprese: «Chi ti ha fatto sapere
che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non
mangiare?». 12Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato
dell’albero e io ne ho mangiato». 13Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai
fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
14Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
15Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
16Alla donna disse:
«Moltiplicherò i tuoi dolori
e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ed egli ti dominerà».
17All’uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato
dell’albero di cui ti avevo comandato: “Non devi mangiarne”,
maledetto il suolo per causa tua!
Con dolore ne trarrai il cibo
per tutti i giorni della tua vita.
18Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l’erba dei campi.
19Con il sudore del tuo volto mangerai il pane,
finché non ritornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere ritornerai!».
20L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.
21Il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie tuniche di pelli e li vestì.
22Poi il Signore Dio disse: «Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi quanto
alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda
anche dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre!». 23Il Signore Dio lo
scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto.
24Scacciò l’uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della
spada guizzante, per custodire la via all’albero della vita.
4 1Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino e disse: «Ho
acquistato un uomo grazie al Signore». 2Poi partorì ancora Abele, suo fratello. Ora
Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo.
3Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore,
4mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il
Signore gradì Abele e la sua offerta, 5ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne
fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. 6Il Signore disse allora a Caino:
«Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? 7Se agisci bene, non dovresti
forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta;
verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai».
8Caino parlò al fratello Abele. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano
contro il fratello Abele e lo uccise. 9Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele,
tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?».
10Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!
11Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue
di tuo fratello dalla tua mano. 12Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i
suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». 13Disse Caino al Signore:
«Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono. 14Ecco, tu mi scacci oggi da
questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla
terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà». 15Ma il Signore gli disse: «Ebbene,
chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino
un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse. 16Caino si allontanò dal
Signore e abitò nella regione di Nod, a oriente di Eden.
17Ora Caino conobbe sua moglie, che concepì e partorì Enoc; poi divenne
costruttore di una città, che chiamò Enoc, dal nome del figlio. 18A Enoc nacque
Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamec.
19Lamec si prese due mogli: una chiamata Ada e l’altra chiamata Silla. 20Ada partorì
Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame. 21Il fratello
di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto.
22Silla a sua volta partorì Tubal-Kain, il fabbro, padre di quanti lavorano il bronzo e
il ferro. La sorella di Tubal-Kain fu Naamà.
23Lamec disse alle mogli:
«Ada e Silla, ascoltate la mia voce;
mogli di Lamec, porgete l’orecchio al mio dire.
Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura
e un ragazzo per un mio livido.
24Sette volte sarà vendicato Caino,
ma Lamec settantasette».
25Adamo di nuovo conobbe sua moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set.
«Perché – disse – Dio mi ha concesso un’altra discendenza al posto di Abele,
poiché Caino l’ha ucciso».
26Anche a Set nacque un figlio, che chiamò Enos. A quel tempo si cominciò a
invocare il nome del Signore.
5 1Questo è il libro della discendenza di Adamo. Nel giorno in cui Dio creò
l’uomo, lo fece a somiglianza di Dio; 2maschio e femmina li creò, li benedisse e
diede loro il nome di uomo nel giorno in cui furono creati. 3Adamo aveva
centotrenta anni quando generò un figlio a sua immagine, secondo la sua
somiglianza, e lo chiamò Set. 4Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora
ottocento anni e generò figli e figlie. 5L’intera vita di Adamo fu di novecentotrenta
anni; poi morì.
6Set aveva centocinque anni quando generò Enos; 7dopo aver generato Enos,
Set visse ancora ottocentosette anni e generò figli e figlie. 8L’intera vita di Set fu di
novecentododici anni; poi morì.
9Enos aveva novanta anni quando generò Kenan; 10Enos, dopo aver generato
Kenan, visse ancora ottocentoquindici anni e generò figli e figlie. 11L’intera vita di
Enos fu di novecentocinque anni; poi morì.
12Kenan aveva settanta anni quando generò Maalalèl; 13Kenan, dopo aver
generato Maalalèl, visse ancora ottocentoquaranta anni e generò figli e figlie.
14L’intera vita di Kenan fu di novecentodieci anni; poi morì.
15Maalalèl aveva sessantacinque anni quando generò Iered; 16Maalalèl, dopo
aver generato Iered, visse ancora ottocentotrenta anni e generò figli e figlie.
17L’intera vita di Maalalèl fu di ottocentonovantacinque anni; poi morì.
18Iered aveva centosessantadue anni quando generò Enoc; 19Iered, dopo aver
generato Enoc, visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 20L’intera vita di
Iered fu di novecentosessantadue anni; poi morì.
21Enoc aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme. 22Enoc
camminò con Dio; dopo aver generato Matusalemme, visse ancora per trecento
anni e generò figli e figlie. 23L’intera vita di Enoc fu di trecentosessantacinque anni.
24Enoc camminò con Dio, poi scomparve perché Dio l’aveva preso.
25Matusalemme aveva centoottantasette anni quando generò Lamec;
26Matusalemme, dopo aver generato Lamec, visse ancora settecentoottantadue
anni e generò figli e figlie. 27L’intera vita di Matusalemme fu di
novecentosessantanove anni; poi morì.
28Lamec aveva centoottantadue anni quando generò un figlio 29e lo chiamò
Noè, dicendo: «Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre
mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto». 30Lamec, dopo aver generato
Noè, visse ancora cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie. 31L’intera
vita di Lamec fu di settecentosettantasette anni; poi morì.
32Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet.
6 1Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro
delle figlie, 2i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero
per mogli a loro scelta. 3Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre
nell’uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni».
4C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo –, quando i figli di
Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono
questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.
5Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni
intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. 6E il Signore si pentì
di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. 7Il Signore disse:
«Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo, anche il
bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti». 8Ma
Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
9Questa è la discendenza di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi
contemporanei e camminava con Dio. 10Noè generò tre figli: Sem, Cam e Iafet. 11Ma
la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza. 12Dio guardò la terra ed ecco,
essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
13Allora Dio disse a Noè: «È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la
terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la
terra. 14Fatti un’arca di legno di cipresso; dividerai l’arca in scompartimenti e la
spalmerai di bitume dentro e fuori. 15Ecco come devi farla: l’arca avrà trecento
cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. 16Farai nell’arca un
tetto e, a un cubito più sopra, la terminerai; da un lato metterai la porta dell’arca.
La farai a piani: inferiore, medio e superiore.
17Ecco, io sto per mandare il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere
sotto il cielo ogni carne in cui c’è soffio di vita; quanto è sulla terra perirà. 18Ma con
te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell’arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e
le mogli dei tuoi figli. 19Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell’arca due di
ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina. 20Degli uccelli,
secondo la loro specie, del bestiame, secondo la propria specie, e di tutti i rettili del
suolo, secondo la loro specie, due di ognuna verranno con te, per essere conservati
in vita. 21Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e fanne provvista:
sarà di nutrimento per te e per loro».
22Noè eseguì ogni cosa come Dio gli aveva comandato: così fece.
7 1Il Signore disse a Noè: «Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti
ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. 2Di ogni animale puro prendine
con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono puri un
paio, il maschio e la sua femmina. 3Anche degli uccelli del cielo, sette paia, maschio
e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. 4Perché tra sette giorni
farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; cancellerò dalla terra
ogni essere che ho fatto». 5Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.
6Noè aveva seicento anni quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra.
7Noè entrò nell’arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per
sottrarsi alle acque del diluvio. 8Degli animali puri e di quelli impuri, degli uccelli e
di tutti gli esseri che strisciano sul suolo 9un maschio e una femmina entrarono, a
due a due, nell’arca, come Dio aveva comandato a Noè.
10Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; 11nell’anno
seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, in quello
stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si
aprirono. 12Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. 13In
quello stesso giorno entrarono nell’arca Noè, con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie
di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli; 14essi e tutti i viventi, secondo la loro specie, e
tutto il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili che strisciano sulla terra,
secondo la loro specie, tutti i volatili, secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli
esseri alati. 15Vennero dunque a Noè nell’arca, a due a due, di ogni carne in cui c’è il
soffio di vita. 16Quelli che venivano, maschio e femmina d’ogni carne, entrarono
come gli aveva comandato Dio. Il Signore chiuse la porta dietro di lui.
17Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono
l’arca, che s’innalzò sulla terra. 18Le acque furono travolgenti e crebbero molto
sopra la terra e l’arca galleggiava sulle acque. 19Le acque furono sempre più
travolgenti sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il
cielo. 20Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano
ricoperto.
21Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e
tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. 22Ogni essere che ha un
alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta, morì. 23Così fu
cancellato ogni essere che era sulla terra: dagli uomini agli animali domestici, ai
rettili e agli uccelli del cielo; essi furono cancellati dalla terra e rimase solo Noè e
chi stava con lui nell’arca. 24Le acque furono travolgenti sopra la terra
centocinquanta giorni.
8 1Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che
erano con lui nell’arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si
abbassarono. 2Le fonti dell’abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu
trattenuta la pioggia dal cielo; 3le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e
calarono dopo centocinquanta giorni. 4Nel settimo mese, il diciassette del mese,
l’arca si posò sui monti dell’Araràt. 5Le acque andarono via via diminuendo fino al
decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le cime dei
monti.
6Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatto nell’arca 7e fece
uscire un corvo. Esso uscì andando e tornando, finché si prosciugarono le acque
sulla terra. 8Noè poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero
ritirate dal suolo; 9ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede,
tornò a lui nell’arca, perché c’era ancora l’acqua su tutta la terra. Egli stese la
mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell’arca. 10Attese altri sette giorni e
di nuovo fece uscire la colomba dall’arca 11e la colomba tornò a lui sul far della sera;
ecco, essa aveva nel becco una tenera foglia di ulivo. Noè comprese che le acque si
erano ritirate dalla terra. 12Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba;
essa non tornò più da lui.
13L’anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del
mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè tolse la copertura dell’arca ed
ecco, la superficie del suolo era asciutta. 14Nel secondo mese, il ventisette del mese,
tutta la terra si era prosciugata.
15Dio ordinò a Noè: 16«Esci dall’arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei
tuoi figli con te. 17Tutti gli animali d’ogni carne che hai con te, uccelli, bestiame e
tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi
sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa».
18Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli dei figli. 19Tutti i viventi e tutto il
bestiame e tutti gli uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo le loro
specie, uscirono dall’arca.
20Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali puri e di
uccelli puri e offrì olocausti sull’altare. 21Il Signore ne odorò il profumo gradito e
disse in cuor suo: «Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, perché ogni
intento del cuore umano è incline al male fin dall’adolescenza; né colpirò più ogni
essere vivente come ho fatto.
22Finché durerà la terra,
seme e mèsse,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte
non cesseranno».
9 1Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e
riempite la terra. 2Il timore e il terrore di voi sia in tutti gli animali della terra e in
tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono dati
in vostro potere. 3Ogni essere che striscia e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto
questo, come già le verdi erbe. 4Soltanto non mangerete la carne con la sua vita,
cioè con il suo sangue. 5Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domanderò
conto; ne domanderò conto a ogni essere vivente e domanderò conto della vita
dell’uomo all’uomo, a ognuno di suo fratello.
6Chi sparge il sangue dell’uomo,
dall’uomo il suo sangue sarà sparso,
perché a immagine di Dio
è stato fatto l’uomo.
7E voi, siate fecondi e moltiplicatevi,
siate numerosi sulla terra e dominatela».
8Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: 9«Quanto a me, ecco io stabilisco la mia
alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, 10con ogni essere vivente che
è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti
dall’arca, con tutti gli animali della terra. 11Io stabilisco la mia alleanza con voi: non
sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la
terra».
12Dio disse:
«Questo è il segno dell’alleanza,
che io pongo tra me e voi
e ogni essere vivente che è con voi,
per tutte le generazioni future.
13Pongo il mio arco sulle nubi,
perché sia il segno dell’alleanza
tra me e la terra.
14Quando ammasserò le nubi sulla terra
e apparirà l’arco sulle nubi,
15ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi
e ogni essere che vive in ogni carne,
e non ci saranno più le acque per il diluvio,
per distruggere ogni carne.
16L’arco sarà sulle nubi,
e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna
tra Dio e ogni essere
che vive in ogni carne che è sulla terra».
17Disse Dio a Noè: «Questo è il segno dell’alleanza che io ho stabilito tra me e
ogni carne che è sulla terra».
18I figli di Noè che uscirono dall’arca furono Sem, Cam e Iafet; Cam è il padre
di Canaan. 19Questi tre sono i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la terra.
20Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. 21Avendo
bevuto il vino, si ubriacò e si denudò all’interno della sua tenda. 22Cam, padre di
Canaan, vide la nudità di suo padre e raccontò la cosa ai due fratelli che stavano
fuori. 23Allora Sem e Iafet presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e,
camminando a ritroso, coprirono la nudità del loro padre; avendo tenuto la faccia
rivolta indietro, non videro la nudità del loro padre.
24Quando Noè si fu risvegliato dall’ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il
figlio minore; 25allora disse:
«Sia maledetto Canaan!
Schiavo degli schiavi
sarà per i suoi fratelli!».
26E aggiunse:
«Benedetto il Signore, Dio di Sem,
Canaan sia suo schiavo!
27Dio dilati Iafet
ed egli dimori nelle tende di Sem,
Canaan sia suo schiavo!».
28Noè visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni. 29L’intera vita di Noè fu
di novecentocinquanta anni; poi morì.
10 1Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Iafet, ai quali nacquero
figli dopo il diluvio.
2I figli di Iafet: Gomer, Magòg, Madai, Iavan, Tubal, Mesec e Tiras. 3I figli di
Gomer: Aschenàz, Rifat e Togarmà. 4I figli di Iavan: Elisa, Tarsis, i Chittìm e i
Dodanìm. 5Da costoro derivarono le genti disperse per le isole, nei loro territori,
ciascuna secondo la propria lingua e secondo le loro famiglie, nelle rispettive
nazioni.
6I figli di Cam: Etiopia, Egitto, Put e Canaan. 7I figli di Etiopia: Seba, Avìla,
Sabta, Raamà e Sabtecà. I figli di Raamà: Saba e Dedan. 8Etiopia generò Nimrod:
costui cominciò a essere potente sulla terra. 9Egli era valente nella caccia davanti al
Signore, perciò si dice: «Come Nimrod, valente cacciatore davanti al Signore».
10L’inizio del suo regno fu Babele, Uruc, Accad e Calne, nella regione di Sinar. 11Da
quella terra si portò ad Assur e costruì Ninive, Recobòt-Ir e Calach, 12e Resen tra
Ninive e Calach; quella è la grande città. 13Egitto generò quelli di Lud, Anam, Laab,
Naftuch, 14Patros, Casluch e Caftor, da dove uscirono i Filistei. 15Canaan generò
Sidone, suo primogenito, e Chet 16e il Gebuseo, l’Amorreo, il Gergeseo, 17l’Eveo,
l’Archeo e il Sineo, 18l’Arvadeo, il Semareo e il Camateo. In seguito si dispersero le
famiglie dei Cananei. 19Il confine dei Cananei andava da Sidone in direzione di
Gerar fino a Gaza, poi in direzione di Sòdoma, Gomorra, Adma e Seboìm fino a
Lesa. 20Questi furono i figli di Cam secondo le loro famiglie e le loro lingue, nei loro
territori e nelle rispettive nazioni.
21Anche a Sem, fratello maggiore di Iafet e capostipite di tutti i figli di Eber,
nacque una discendenza. 22I figli di Sem: Elam, Assur, Arpacsàd, Lud e Aram. 23I
figli di Aram: Us, Ul, Gheter e Mas. 24 Arpacsàd generò Selach e Selach generò
Eber. 25A Eber nacquero due figli: uno si chiamò Peleg, perché ai suoi tempi fu
divisa la terra, e il fratello si chiamò Ioktan. 26Ioktan generò Almodàd, Selef,
Asarmàvet, Ierach, 27Adoràm, Uzal, Dikla, 28Obal, Abimaèl, Saba, 29Ofir, Avìla e
Iobab. Tutti questi furono i figli di Ioktan; 30la loro sede era sulle montagne
dell’oriente, da Mesa in direzione di Sefar. 31Questi furono i figli di Sem secondo le
loro famiglie e le loro lingue, nei loro territori, secondo le rispettive nazioni.
32Queste furono le famiglie dei figli di Noè secondo le loro genealogie, nelle
rispettive nazioni. Da costoro si dispersero le nazioni sulla terra dopo il diluvio.
11 1Tutta la terra aveva un’unica lingua e uniche parole. 2Emigrando dall’oriente,
gli uomini capitarono in una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono. 3Si
dissero l’un l’altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone
servì loro da pietra e il bitume da malta. 4Poi dissero: «Venite, costruiamoci una
città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non
disperderci su tutta la terra». 5Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che i
figli degli uomini stavano costruendo. 6Il Signore disse: «Ecco, essi sono un unico
popolo e hanno tutti un’unica lingua; questo è l’inizio della loro opera, e ora
quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. 7Scendiamo dunque e
confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua
dell’altro». 8Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di
costruire la città. 9Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la
lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.
10Questa è la discendenza di Sem: Sem aveva cento anni quando generò
Arpacsàd, due anni dopo il diluvio; 11Sem, dopo aver generato Arpacsàd, visse
cinquecento anni e generò figli e figlie.
12Arpacsàd aveva trentacinque anni quando generò Selach; 13Arpacsàd, dopo
aver generato Selach, visse quattrocentotré anni e generò figli e figlie.
14Selach aveva trent’anni quando generò Eber; 15Selach, dopo aver generato
Eber, visse quattrocentotré anni e generò figli e figlie.
16Eber aveva trentaquattro anni quando generò Peleg; 17Eber, dopo aver
generato Peleg, visse quattrocentotrenta anni e generò figli e figlie.
18Peleg aveva trent’anni quando generò Reu; 19Peleg, dopo aver generato Reu,
visse duecentonove anni e generò figli e figlie.
20Reu aveva trentadue anni quando generò Serug; 21Reu, dopo aver generato
Serug, visse duecentosette anni e generò figli e figlie.
22Serug aveva trent’anni quando generò Nacor; 23Serug, dopo aver generato
Nacor, visse duecento anni e generò figli e figlie.
24Nacor aveva ventinove anni quando generò Terach; 25Nacor, dopo aver
generato Terach, visse centodiciannove anni e generò figli e figlie.
26Terach aveva settant’anni quando generò Abram, Nacor e Aran.
27Questa è la discendenza di Terach: Terach generò Abram, Nacor e Aran;
Aran generò Lot. 28Aran poi morì alla presenza di suo padre Terach nella sua terra
natale, in Ur dei Caldei. 29Abram e Nacor presero moglie; la moglie di Abram si
chiamava Sarài e la moglie di Nacor Milca, che era figlia di Aran, padre di Milca e
padre di Isca. 30Sarài era sterile e non aveva figli.
31Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioè di suo
figlio, e Sarài sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e uscì con loro da Ur dei
Caldei per andare nella terra di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si
stabilirono.
32La vita di Terach fu di duecentocinque anni; Terach morì a Carran.
12 1Il Signore disse ad Abram:
«Vattene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
2Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
3Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».
4Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot.
Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. 5Abram prese la moglie
Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e
tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di
Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan 6e Abram la attraversò fino alla località di
Sichem, presso la Quercia di Morè. Nella terra si trovavano allora i Cananei.
7Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questa
terra». Allora Abram costruì in quel luogo un altare al Signore che gli era apparso.
8Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad
occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del
Signore. 9Poi Abram levò la tenda per andare ad accamparsi nel Negheb.
10Venne una carestia nella terra e Abram scese in Egitto per soggiornarvi,
perché la carestia gravava su quella terra. 11Quando fu sul punto di entrare in
Egitto, disse alla moglie Sarài: «Vedi, io so che tu sei donna di aspetto avvenente.
12Quando gli Egiziani ti vedranno, penseranno: “Costei è sua moglie”, e mi
uccideranno, mentre lasceranno te in vita. 13Di’, dunque, che tu sei mia sorella,
perché io sia trattato bene per causa tua e io viva grazie a te».
14Quando Abram arrivò in Egitto, gli Egiziani videro che la donna era molto
avvenente. 15La osservarono gli ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al faraone;
così la donna fu presa e condotta nella casa del faraone. 16A causa di lei, egli trattò
bene Abram, che ricevette greggi e armenti e asini, schiavi e schiave, asine e
cammelli. 17Ma il Signore colpì il faraone e la sua casa con grandi calamità, per il
fatto di Sarài, moglie di Abram. 18Allora il faraone convocò Abram e gli disse: «Che
mi hai fatto? Perché non mi hai dichiarato che era tua moglie? 19Perché hai detto:
“È mia sorella”, così che io me la sono presa in moglie? E ora eccoti tua moglie:
prendila e vattene!». 20Poi il faraone diede disposizioni su di lui ad alcuni uomini,
che lo allontanarono insieme con la moglie e tutti i suoi averi.
13 1Dall’Egitto Abram risalì nel Negheb, con la moglie e tutti i suoi averi; Lot era
con lui. 2Abram era molto ricco in bestiame, argento e oro. 3Abram si spostò a
tappe dal Negheb fino a Betel, fino al luogo dov’era già prima la sua tenda, tra
Betel e Ai, 4il luogo dove prima aveva costruito l’altare: lì Abram invocò il nome del
Signore.
5Ma anche Lot, che accompagnava Abram, aveva greggi e armenti e tende, 6e
il territorio non consentiva che abitassero insieme, perché avevano beni troppo
grandi e non potevano abitare insieme. 7Per questo sorse una lite tra i mandriani di
Abram e i mandriani di Lot. I Cananei e i Perizziti abitavano allora nella terra.
8Abram disse a Lot: «Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi,
perché noi siamo fratelli. 9Non sta forse davanti a te tutto il territorio? Sepàrati da
me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra».
10Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo
irrigato da ogni parte – prima che il Signore distruggesse Sòdoma e Gomorra –
come il giardino del Signore, come la terra d’Egitto fino a Soar. 11Lot scelse per sé
tutta la valle del Giordano e trasportò le tende verso oriente. Così si separarono
l’uno dall’altro: 12Abram si stabilì nella terra di Canaan e Lot si stabilì nelle città
della valle e piantò le tende vicino a Sòdoma. 13Ora gli uomini di Sòdoma erano
malvagi e peccavano molto contro il Signore.
14Allora il Signore disse ad Abram, dopo che Lot si era separato da lui: «Alza
gli occhi e, dal luogo dove tu stai, spingi lo sguardo verso il settentrione e il
mezzogiorno, verso l’oriente e l’occidente. 15Tutta la terra che tu vedi, io la darò a te
e alla tua discendenza per sempre. 16Renderò la tua discendenza come la polvere
della terra: se uno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi
discendenti. 17Àlzati, percorri la terra in lungo e in largo, perché io la darò a te».
18Poi Abram si spostò con le sue tende e andò a stabilirsi alle Querce di Mamre, che
sono ad Ebron, e vi costruì un altare al Signore.
14 1Al tempo di Amrafèl re di Sinar, di Ariòc re di Ellasàr, di Chedorlaòmer re
dell’Elam e di Tidal re di Goìm, 2costoro mossero guerra contro Bera re di Sòdoma,
Birsa re di Gomorra, Sinab re di Adma, Semeber re di Seboìm, e contro il re di
Bela, cioè Soar. 3Tutti questi si concentrarono nella valle di Siddìm, cioè del Mar
Morto. 4Per dodici anni essi erano stati sottomessi a Chedorlaòmer, ma il
tredicesimo anno si erano ribellati. 5Nell’anno quattordicesimo arrivarono
Chedorlaòmer e i re che erano con lui e sconfissero i Refaìm ad Astarot-Karnàim,
gli Zuzìm ad Am, gli Emìm a Save-Kiriatàim 6e gli Urriti sulle montagne di Seir fino
a El-Paran, che è presso il deserto. 7Poi mutarono direzione e vennero a En-Mispàt,
cioè Kades, e devastarono tutto il territorio degli Amaleciti e anche degli Amorrei
che abitavano a Casesòn-Tamar. 8Allora il re di Sòdoma, il re di Gomorra, il re di
Adma, il re di Seboìm e il re di Bela, cioè Soar, uscirono e si schierarono a battaglia
nella valle di Siddìm, contro di essi, 9cioè contro Chedorlaòmer re dell’Elam, Tidal
re di Goìm, Amrafèl re di Sinar e Ariòc re di Ellasàr: quattro re contro cinque. 10La
valle di Siddìm era piena di pozzi di bitume; messi in fuga, il re di Sòdoma e il re di
Gomorra vi caddero dentro, mentre gli altri fuggirono sulla montagna. 11Gli
invasori presero tutti i beni di Sòdoma e Gomorra e tutti i loro viveri e se ne
andarono. 12Prima di andarsene catturarono anche Lot, figlio del fratello di Abram,
e i suoi beni: egli risiedeva appunto a Sòdoma.
13Ma un fuggiasco venne ad avvertire Abram l’Ebreo, che si trovava alle
Querce di Mamre l’Amorreo, fratello di Escol e fratello di Aner, i quali erano alleati
di Abram. 14Quando Abram seppe che suo fratello era stato preso prigioniero,
organizzò i suoi uomini esperti nelle armi, schiavi nati nella sua casa, in numero di
trecentodiciotto, e si diede all’inseguimento fino a Dan. 15Fece delle squadre, lui e i
suoi servi, contro di loro, li sconfisse di notte e li inseguì fino a Coba, a settentrione
di Damasco. 16Recuperò così tutti i beni e anche Lot suo fratello, i suoi beni, con le
donne e il popolo.
17Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaòmer e dei re che
erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì incontro nella valle di Save, cioè la valle del
Re. 18Intanto Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio
altissimo 19e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
20e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
Ed egli diede a lui la decima di tutto.
21Il re di Sòdoma disse ad Abram: «Dammi le persone; i beni prendili per te».
22Ma Abram disse al re di Sòdoma: «Alzo la mano davanti al Signore, il Dio
altissimo, creatore del cielo e della terra: 23né un filo né un legaccio di sandalo,
niente io prenderò di ciò che è tuo; non potrai dire: io ho arricchito Abram. 24Per
me niente, se non quello che i servi hanno mangiato; quanto a ciò che spetta agli
uomini che sono venuti con me, Aner, Escol e Mamre, essi stessi si prendano la
loro parte».
15 1Dopo tali fatti, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore:
«Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande».
2Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e
l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». 3Soggiunse Abram: «Ecco, a me non
hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». 4Ed ecco, gli fu rivolta
questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il
tuo erede». 5Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se
riesci a contarle»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». 6Egli credette al
Signore, che glielo accreditò come giustizia.
7E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per
darti in possesso questa terra». 8Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne
avrò il possesso?». 9Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre
anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo». 10Andò a prendere tutti
questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise
però gli uccelli. 11Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
12Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco
terrore e grande oscurità lo assalirono. 13Allora il Signore disse ad Abram: «Sappi
che i tuoi discendenti saranno forestieri in una terra non loro; saranno fatti schiavi
e saranno oppressi per quattrocento anni. 14Ma la nazione che essi avranno servito,
la giudicherò io: dopo, essi usciranno con grandi ricchezze. 15Quanto a te, andrai in
pace presso i tuoi padri; sarai sepolto dopo una vecchiaia felice. 16Alla quarta
generazione torneranno qui, perché l’iniquità degli Amorrei non ha ancora
raggiunto il colmo».
17Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e
una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. 18In quel giorno il Signore
concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza
io do questa terra,
dal fiume d’Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate;
19la terra dove abitano i Keniti, i Kenizziti, i Kadmoniti, 20gli Ittiti, i Perizziti, i
Refaìm, 21gli Amorrei, i Cananei, i Gergesei e i Gebusei».
16 1Sarài, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava
egiziana chiamata Agar, 2Sarài disse ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di
aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli». Abram ascoltò
l’invito di Sarài. 3Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nella terra
di Canaan, Sarài, moglie di Abram, prese Agar l’Egiziana, sua schiava, e la diede in
moglie ad Abram, suo marito. 4Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando
essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei.
5Allora Sarài disse ad Abram: «L’offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho
messo in grembo la mia schiava, ma da quando si è accorta d’essere incinta, io non
conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!». 6Abram disse a Sarài:
«Ecco, la tua schiava è in mano tua: trattala come ti piace». Sarài allora la
maltrattò, tanto che quella fuggì dalla sua presenza. 7La trovò l’angelo del Signore
presso una sorgente d’acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, 8e le disse:
«Agar, schiava di Sarài, da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Fuggo dalla presenza
della mia padrona Sarài». 9Le disse l’angelo del Signore: «Ritorna dalla tua
padrona e restale sottomessa». 10Le disse ancora l’angelo del Signore:
«Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla, tanto sarà numerosa».
11Soggiunse poi l’angelo del Signore:
«Ecco, sei incinta:
partorirai un figlio
e lo chiamerai Ismaele,
perché il Signore ha udito il tuo lamento.
12Egli sarà come un asino selvatico;
la sua mano sarà contro tutti
e la mano di tutti contro di lui,
e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli».
13Agar, al Signore che le aveva parlato, diede questo nome: «Tu sei il Dio della
visione», perché diceva: «Non ho forse visto qui colui che mi vede?». 14Per questo il
pozzo si chiamò pozzo di Lacai-Roì; è appunto quello che si trova tra Kades e
Bered. 15Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar
gli aveva partorito. 16Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.
17 1Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse:
«Io sono Dio l’Onnipotente:
cammina davanti a me
e sii integro.
2Porrò la mia alleanza tra me e te
e ti renderò molto, molto numeroso».
3Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui:
4«Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te:
diventerai padre di una moltitudine di nazioni.
5Non ti chiamerai più Abram,
ma ti chiamerai Abramo,
perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò.
6E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno
dei re. 7Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di
generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della
tua discendenza dopo di te. 8La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la
darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro
Dio».
9Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la
tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione. 10Questa è la mia
alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te:
sia circonciso tra voi ogni maschio. 11Vi lascerete circoncidere la carne del vostro
prepuzio e ciò sarà il segno dell’alleanza tra me e voi. 12Quando avrà otto giorni,
sarà circonciso tra voi ogni maschio di generazione in generazione, sia quello nato
in casa sia quello comprato con denaro da qualunque straniero che non sia della
tua stirpe. 13Deve essere circonciso chi è nato in casa e chi viene comprato con
denaro; così la mia alleanza sussisterà nella vostra carne come alleanza perenne.
14Il maschio non circonciso, di cui cioè non sarà stata circoncisa la carne del
prepuzio, sia eliminato dal suo popolo: ha violato la mia alleanza».
15Dio aggiunse ad Abramo: «Quanto a Sarài tua moglie, non la chiamerai più
Sarài, ma Sara. 16Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e
diventerà nazioni, e re di popoli nasceranno da lei». 17Allora Abramo si prostrò con
la faccia a terra e rise e pensò: «A uno di cento anni può nascere un figlio? E Sara
all’età di novant’anni potrà partorire?». 18Abramo disse a Dio: «Se almeno Ismaele
potesse vivere davanti a te!». 19E Dio disse: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un
figlio e lo chiamerai Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza
perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. 20Anche riguardo
a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto
numeroso: dodici prìncipi egli genererà e di lui farò una grande nazione. 21Ma
stabilirò la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorirà a questa data l’anno
venturo». 22Dio terminò così di parlare con lui e lasciò Abramo, levandosi in alto.
23Allora Abramo prese Ismaele, suo figlio, e tutti i nati nella sua casa e tutti
quelli comprati con il suo denaro, tutti i maschi appartenenti al personale della
casa di Abramo, e circoncise la carne del loro prepuzio in quello stesso giorno,
come Dio gli aveva detto. 24Abramo aveva novantanove anni, quando si fece
circoncidere la carne del prepuzio. 25Ismaele, suo figlio, aveva tredici anni quando
gli fu circoncisa la carne del prepuzio. 26In quello stesso giorno furono circoncisi
Abramo e Ismaele, suo figlio. 27E tutti gli uomini della sua casa, quelli nati in casa e
quelli comprati con denaro dagli stranieri, furono circoncisi con lui.
18 1Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva
all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. 2Egli alzò gli occhi e vide che
tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro
dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, 3dicendo: «Mio signore, se ho
trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. 4Si vada
a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. 5Andrò a
prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben
per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come
hai detto».
6Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di
fior di farina, impastala e fanne focacce». 7All’armento corse lui stesso, Abramo;
prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo.
8Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse
loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli
mangiarono.
9Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda».
10Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà
un figlio». Intanto Sara stava ad ascoltare all’ingresso della tenda, dietro di lui.
11Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene
regolarmente alle donne. 12Allora Sara rise dentro di sé e disse: «Avvizzita come
sono, dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!». 13Ma il Signore
disse ad Abramo: «Perché Sara ha riso dicendo: “Potrò davvero partorire, mentre
sono vecchia”? 14C’è forse qualche cosa d’impossibile per il Signore? Al tempo
fissato tornerò da te tra un anno e Sara avrà un figlio». 15Allora Sara negò: «Non ho
riso!», perché aveva paura; ma egli disse: «Sì, hai proprio riso».
16Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall’alto,
mentre Abramo li accompagnava per congedarli. 17Il Signore diceva: «Devo io
tenere nascosto ad Abramo quello che sto per fare, 18mentre Abramo dovrà
diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le
nazioni della terra? 19Infatti io l’ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua
famiglia dopo di lui a osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto,
perché il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso». 20Disse allora il
Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto
grave. 21Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto
il grido fino a me; lo voglio sapere!».
22Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo
stava ancora alla presenza del Signore. 23Abramo gli si avvicinò e gli disse:
«Davvero sterminerai il giusto con l’empio? 24Forse vi sono cinquanta giusti nella
città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai
cinquanta giusti che vi si trovano? 25Lontano da te il far morire il giusto con
l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice
di tutta la terra non praticherà la giustizia?». 26Rispose il Signore: «Se a Sòdoma
troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a
tutto quel luogo». 27Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio
Signore, io che sono polvere e cenere: 28forse ai cinquanta giusti ne mancheranno
cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la
distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque». 29Abramo riprese ancora a parlargli
e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo
a quei quaranta». 30Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là
se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta».
31Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno
venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». 32Riprese: «Non si
adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci».
Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
33Come ebbe finito di parlare con Abramo, il Signore se ne andò e Abramo
ritornò alla sua abitazione.
19 1I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto
alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si
prostrò con la faccia a terra. 2E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo:
vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete
per la vostra strada». Quelli risposero: «No, passeremo la notte sulla piazza». 3Ma
egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò
per loro un banchetto, fece cuocere pani azzimi e così mangiarono.
4Non si erano ancora coricati, quand’ecco gli uomini della città, cioè gli
abitanti di Sòdoma, si affollarono attorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo
al completo. 5Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono
entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!». 6Lot
uscì verso di loro sulla soglia e, dopo aver chiuso la porta dietro di sé, 7disse: «No,
fratelli miei, non fate del male! 8Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora
conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché
non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto».
9Ma quelli risposero: «Tìrati via! Quest’individuo è venuto qui come straniero e
vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a loro!». E spingendosi
violentemente contro quell’uomo, cioè contro Lot, si fecero avanti per sfondare la
porta. 10Allora dall’interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa Lot e
chiusero la porta; 11colpirono di cecità gli uomini che erano all’ingresso della casa,
dal più piccolo al più grande, così che non riuscirono a trovare la porta.
12Quegli uomini dissero allora a Lot: «Chi hai ancora qui? Il genero, i tuoi
figli, le tue figlie e quanti hai in città, falli uscire da questo luogo. 13Perché noi
stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al
Signore è grande e il Signore ci ha mandato a distruggerli». 14Lot uscì a parlare ai
suoi generi, che dovevano sposare le sue figlie, e disse: «Alzatevi, uscite da questo
luogo, perché il Signore sta per distruggere la città!». Ai suoi generi sembrò che
egli volesse scherzare.
15Quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: «Su, prendi
tua moglie e le tue due figlie che hai qui, per non essere travolto nel castigo della
città». 16Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue
due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero
uscire e lo condussero fuori della città. 17Dopo averli condotti fuori, uno di loro
disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle:
fuggi sulle montagne, per non essere travolto!». 18Ma Lot gli disse: «No, mio
signore! 19Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato grande
bontà verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza
che la sciagura mi raggiunga e io muoia. 20Ecco quella città: è abbastanza vicina
perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una
piccola cosa? – e così la mia vita sarà salva». 21Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito
anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato. 22Presto, fuggi là,
perché io non posso far nulla finché tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si
chiamò Soar.
23Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, 24quand’ecco il Signore
fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal
Signore. 25Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la
vegetazione del suolo. 26Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua
di sale.
27Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato alla presenza del
Signore; 28contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e
vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.
29Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece
sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva
abitato.
30Poi Lot partì da Soar e andò ad abitare sulla montagna con le sue due figlie,
perché temeva di restare a Soar, e si stabilì in una caverna con le sue due figlie.
31Ora la maggiore disse alla più piccola: «Nostro padre è vecchio e non c’è nessuno
in questo territorio per unirsi a noi, come avviene dappertutto. 32Vieni, facciamo
bere del vino a nostro padre e poi corichiamoci con lui, così daremo vita a una
discendenza da nostro padre». 33Quella notte fecero bere del vino al loro padre e la
maggiore andò a coricarsi con il padre; ma egli non se ne accorse, né quando lei si
coricò né quando lei si alzò. 34All’indomani la maggiore disse alla più piccola:
«Ecco, ieri io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli bere del vino anche
questa notte e va’ tu a coricarti con lui; così daremo vita a una discendenza da
nostro padre». 35Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre e la più
piccola andò a coricarsi con lui; ma egli non se ne accorse, né quando lei si coricò
né quando lei si alzò. 36Così le due figlie di Lot rimasero incinte del loro padre. 37La
maggiore partorì un figlio e lo chiamò Moab. Costui è il padre dei Moabiti, che
esistono ancora oggi. 38Anche la più piccola partorì un figlio e lo chiamò «Figlio del
mio popolo». Costui è il padre degli Ammoniti, che esistono ancora oggi.
20 1Abramo levò le tende, dirigendosi nella regione del Negheb, e si stabilì tra
Kades e Sur; poi soggiornò come straniero a Gerar. 2Siccome Abramo aveva detto
della moglie Sara: «È mia sorella», Abimèlec, re di Gerar, mandò a prendere Sara.
3Ma Dio venne da Abimèlec di notte, in sogno, e gli disse: «Ecco, stai per morire a
causa della donna che tu hai preso; lei appartiene a suo marito». 4Abimèlec, che
non si era ancora accostato a lei, disse: «Mio Signore, vuoi far morire una nazione,
anche se giusta? 5Non è stato forse lui a dirmi: “È mia sorella”? E anche lei ha
detto: “È mio fratello”. Con cuore retto e mani innocenti mi sono comportato in
questo modo». 6Gli rispose Dio nel sogno: «So bene che hai agito così con cuore
retto e ti ho anche impedito di peccare contro di me: perciò non ho permesso che
tu la toccassi. 7Ora restituisci la donna di quest’uomo, perché è un profeta:
pregherà per te e tu vivrai. Ma se tu non la restituisci, sappi che meriterai la morte
con tutti i tuoi».
8Allora Abimèlec si alzò di mattina presto e chiamò tutti i suoi servi, ai quali riferì
tutte queste cose, e quegli uomini si impaurirono molto. 9Poi Abimèlec chiamò
Abramo e gli disse: «Che cosa ci hai fatto? E che colpa ho commesso contro di te,
perché tu abbia esposto me e il mio regno a un peccato tanto grande? Tu hai fatto a
mio riguardo azioni che non si fanno». 10Poi Abimèlec disse ad Abramo: «A che
cosa miravi agendo in tal modo?». 11Rispose Abramo: «Io mi sono detto: certo non
vi sarà timor di Dio in questo luogo e mi uccideranno a causa di mia moglie.
12Inoltre ella è veramente mia sorella, figlia di mio padre, ma non figlia di mia
madre, ed è divenuta mia moglie. 13Quando Dio mi ha fatto andare errando lungi
dalla casa di mio padre, io le dissi: “Questo è il favore che tu mi farai: in ogni luogo
dove noi arriveremo dirai di me: è mio fratello”».
14Allora Abimèlec prese greggi e armenti, schiavi e schiave, li diede ad Abramo e gli
restituì la moglie Sara. 15Inoltre Abimèlec disse: «Ecco davanti a te il mio territorio:
va’ ad abitare dove ti piace!». 16A Sara disse: «Ecco, ho dato mille pezzi d’argento a
tuo fratello: sarà per te come un risarcimento di fronte a quanti sono con te. Così
tu sei in tutto riabilitata». 17Abramo pregò Dio e Dio guarì Abimèlec, sua moglie e
le sue serve, sì che poterono ancora aver figli. 18Il Signore, infatti, aveva reso sterili
tutte le donne della casa di Abimèlec, per il fatto di Sara, moglie di Abramo.
21 1Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso.
2Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio
aveva fissato. 3Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva
partorito. 4Abramo circoncise suo figlio Isacco quando questi ebbe otto giorni,
come Dio gli aveva comandato. 5Abramo aveva cento anni quando gli nacque il
figlio Isacco. 6Allora Sara disse: «Motivo di lieto riso mi ha dato Dio: chiunque lo
saprà riderà lietamente di me!». 7Poi disse: «Chi avrebbe mai detto ad Abramo che
Sara avrebbe allattato figli? Eppure gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia!».
8Il bambino crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande banchetto quando
Isacco fu svezzato. 9Ma Sara vide che il figlio di Agar l’Egiziana, quello che lei aveva
partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco. 10Disse allora ad Abramo:
«Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve
essere erede con mio figlio Isacco». 11La cosa sembrò un gran male agli occhi di
Abramo a motivo di suo figlio. 12Ma Dio disse ad Abramo: «Non sembri male ai
tuoi occhi questo, riguardo al fanciullo e alla tua schiava: ascolta la voce di Sara in
tutto quello che ti dice, perché attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe.
13Ma io farò diventare una nazione anche il figlio della schiava, perché è tua
discendenza».
14Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre d’acqua e li diede ad
Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Ella se ne
andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. 15Tutta l’acqua dell’otre era venuta a
mancare. Allora depose il fanciullo sotto un cespuglio 16e andò a sedersi di fronte,
alla distanza di un tiro d’arco, perché diceva: «Non voglio veder morire il
fanciullo!». Sedutasi di fronte, alzò la voce e pianse. 17Dio udì la voce del fanciullo e
un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere,
perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. 18Àlzati, prendi il fanciullo
e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione». 19Dio le aprì gli occhi ed
ella vide un pozzo d’acqua. Allora andò a riempire l’otre e diede da bere al
fanciullo. 20E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò nel deserto e divenne un
tiratore d’arco. 21Egli abitò nel deserto di Paran e sua madre gli prese una moglie
della terra d’Egitto.
22In quel tempo Abimèlec con Picol, capo del suo esercito, disse ad Abramo:
«Dio è con te in quello che fai. 23Ebbene, giurami qui per Dio che tu non ingannerai
né me né la mia prole né i miei discendenti: come io ho agito lealmente con te, così
tu agirai con me e con la terra nella quale sei ospitato». 24Rispose Abramo: «Io lo
giuro». 25Ma Abramo rimproverò Abimèlec a causa di un pozzo d’acqua, che i servi
di Abimèlec avevano usurpato. 26Abimèlec disse: «Io non so chi abbia fatto questa
cosa: né tu me ne hai informato né io ne ho sentito parlare prima d’oggi». 27Allora
Abramo prese alcuni capi del gregge e dell’armento e li diede ad Abimèlec: tra loro
due conclusero un’alleanza. 28Poi Abramo mise in disparte sette agnelle del gregge.
29Abimèlec disse ad Abramo: «Che significano quelle sette agnelle che hai messo in
disparte?». 30Rispose: «Tu accetterai queste sette agnelle dalla mia mano, perché
ciò mi valga di testimonianza che ho scavato io questo pozzo». 31Per questo quel
luogo si chiamò Bersabea, perché là fecero giuramento tutti e due. 32E dopo che
ebbero concluso l’alleanza a Bersabea, Abimèlec si alzò con Picol, capo del suo
esercito, e ritornarono nel territorio dei Filistei. 33Abramo piantò un tamerisco a
Bersabea, e lì invocò il nome del Signore, Dio dell’eternità. 34E visse come
forestiero nel territorio dei Filistei per molto tempo.
22 1Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!».
Rispose: «Eccomi!». 2Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco,
va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
3Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio
Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli
aveva indicato. 4Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo.
5Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo
andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». 6Abramo prese la
legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello,
poi proseguirono tutti e due insieme. 7Isacco si rivolse al padre Abramo e disse:
«Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la
legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». 8Abramo rispose: «Dio stesso si
provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme.
9Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare,
collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. 10Poi
Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. 11Ma l’angelo del
Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!».
12L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora

so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». 13Allora
Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio.
Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. 14Abramo
chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa
vedere».
15L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta 16e disse:
«Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai
risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, 17io ti colmerò di benedizioni e renderò
molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è
sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. 18Si
diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai
obbedito alla mia voce».
19Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e
Abramo abitò a Bersabea.
20Dopo queste cose, fu annunciato ad Abramo che anche Milca aveva
partorito figli a Nacor, suo fratello: 21Us, il primogenito, e suo fratello Buz e
Kemuèl, il padre di Aram, 22e Chesed, Azo, Pildas, Idlaf e Betuèl. 23Betuèl generò
Rebecca. Milca partorì questi otto figli a Nacor, fratello di Abramo. 24Anche la sua
concubina, chiamata Reumà, partorì figli: Tebach, Gacam, Tacas e Maacà.
23 1Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della
vita di Sara. 2Sara morì a Kiriat-Arbà, cioè Ebron, nella terra di Canaan, e Abramo
venne a fare il lamento per Sara e a piangerla.
3Poi Abramo si staccò dalla salma e parlò agli Ittiti: 4«Io sono forestiero e di
passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché
io possa portar via il morto e seppellirlo». 5Allora gli Ittiti risposero ad Abramo
dicendogli: 6«Ascolta noi, piuttosto, signore. Tu sei un principe di Dio in mezzo a
noi: seppellisci il tuo morto nel migliore dei nostri sepolcri. Nessuno di noi ti
proibirà di seppellire il tuo morto nel suo sepolcro».
7Abramo si alzò, si prostrò davanti al popolo della regione, davanti agli Ittiti, 8e
parlò loro: «Se è secondo il vostro desiderio che io porti via il mio morto e lo
seppellisca, ascoltatemi e insistete per me presso Efron, figlio di Socar, 9perché mi
dia la sua caverna di Macpela, che è all’estremità del suo campo. Me la ceda per il
suo prezzo intero come proprietà sepolcrale in mezzo a voi». 10Ora Efron stava
seduto in mezzo agli Ittiti. Efron l’Ittita rispose ad Abramo, mentre lo ascoltavano
gli Ittiti, quanti erano convenuti alla porta della sua città, e disse: 11«Ascolta me,
piuttosto, mio signore: ti cedo il campo con la caverna che vi si trova, in presenza
dei figli del mio popolo te la cedo: seppellisci il tuo morto». 12Allora Abramo si
prostrò a lui alla presenza del popolo della regione. 13Parlò a Efron, mentre lo
ascoltava il popolo della regione, e disse: «Se solo mi volessi ascoltare: io ti do il
prezzo del campo. Accettalo da me, così là seppellirò il mio morto». 14Efron rispose
ad Abramo: 15«Ascolta me piuttosto, mio signore: un terreno del valore di
quattrocento sicli d’argento che cosa è mai tra me e te? Seppellisci dunque il tuo
morto».
16Abramo accettò le richieste di Efron e Abramo pesò a Efron il prezzo che
questi aveva detto, mentre lo ascoltavano gli Ittiti, cioè quattrocento sicli
d’argento, secondo la misura in corso sul mercato. 17Così il campo di Efron, che era
a Macpela, di fronte a Mamre, il campo e la caverna che vi si trovava e tutti gli
alberi che erano dentro il campo e intorno al suo limite 18passarono in proprietà ad
Abramo, alla presenza degli Ittiti, di quanti erano convenuti alla porta della città.
19Poi Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di
fronte a Mamre, cioè Ebron, nella terra di Canaan. 20Il campo e la caverna che vi si
trovava passarono dagli Ittiti ad Abramo in proprietà sepolcrale.
24 1Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto
in tutto. 2Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva
potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia 3e ti farò giurare per il
Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie
tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, 4ma che andrai nella mia terra, tra
la mia parentela, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco». 5Gli disse il servo:
«Se la donna non mi vuol seguire in questa terra, dovrò forse ricondurre tuo figlio
alla terra da cui tu sei uscito?». 6Gli rispose Abramo: «Guàrdati dal ricondurre là
mio figlio! 7Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha preso dalla casa di
mio padre e dalla mia terra natia, che mi ha parlato e mi ha giurato: “Alla tua
discendenza darò questa terra”, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te,
perché tu possa prendere di là una moglie per mio figlio. 8Se la donna non vorrà
seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là
mio figlio». 9Il servo mise la mano sotto la coscia di Abramo, suo padrone, e gli
prestò così il giuramento richiesto.
10Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose
preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò in Aram Naharàim, alla città di
Nacor. 11Fece inginocchiare i cammelli fuori della città, presso il pozzo d’acqua,
nell’ora della sera, quando le donne escono ad attingere. 12E disse: «Signore, Dio
del mio padrone Abramo, concedimi un felice incontro quest’oggi e usa bontà
verso il mio padrone Abramo! 13Ecco, io sto presso la fonte dell’acqua, mentre le
figlie degli abitanti della città escono per attingere acqua. 14Ebbene, la ragazza alla
quale dirò: “Abbassa l’anfora e lasciami bere”, e che risponderà: “Bevi, anche ai
tuoi cammelli darò da bere”, sia quella che tu hai destinato al tuo servo Isacco; da
questo riconoscerò che tu hai usato bontà verso il mio padrone».
15Non aveva ancora finito di parlare, quand’ecco Rebecca, che era figlia di Betuèl,
figlio di Milca, moglie di Nacor, fratello di Abramo, usciva con l’anfora sulla spalla.
16La giovinetta era molto bella d’aspetto, era vergine, nessun uomo si era unito a
lei. Ella scese alla sorgente, riempì l’anfora e risalì. 17Il servo allora le corse incontro
e disse: «Fammi bere un po’ d’acqua dalla tua anfora». 18Rispose: «Bevi, mio
signore». In fretta calò l’anfora sul braccio e lo fece bere. 19Come ebbe finito di
dargli da bere, disse: «Anche per i tuoi cammelli ne attingerò, finché non avranno
finito di bere». 20In fretta vuotò l’anfora nell’abbeveratoio, corse di nuovo ad
attingere al pozzo e attinse per tutti i cammelli di lui. 21Intanto quell’uomo la
contemplava in silenzio, in attesa di sapere se il Signore avesse o no concesso buon
esito al suo viaggio.
22Quando i cammelli ebbero finito di bere, quell’uomo prese un pendente d’oro del
peso di mezzo siclo e glielo mise alle narici, e alle sue braccia mise due braccialetti
del peso di dieci sicli d’oro. 23E disse: «Di chi sei figlia? Dimmelo. C’è posto per noi
in casa di tuo padre, per passarvi la notte?». 24Gli rispose: «Io sono figlia di Betuèl,
il figlio che Milca partorì a Nacor». 25E soggiunse: «C’è paglia e foraggio in quantità
da noi e anche posto per passare la notte».
26Quell’uomo si inginocchiò e si prostrò al Signore 27e disse: «Sia benedetto il
Signore, Dio del mio padrone Abramo, che non ha cessato di usare bontà e fedeltà
verso il mio padrone. Quanto a me, il Signore mi ha guidato sulla via fino alla casa
dei fratelli del mio padrone». 28La giovinetta corse ad annunciare alla casa di sua
madre tutte queste cose. 29Ora Rebecca aveva un fratello chiamato Làbano e
Làbano corse fuori da quell’uomo al pozzo. 30Egli infatti, visti il pendente e i
braccialetti alle braccia della sorella e udite queste parole di Rebecca, sua sorella:
«Così mi ha parlato quell’uomo», andò da lui, che stava ancora presso i cammelli
vicino al pozzo. 31Gli disse: «Vieni, benedetto dal Signore! Perché te ne stai fuori,
mentre io ho preparato la casa e un posto per i cammelli?». 32Allora l’uomo entrò
in casa e Làbano tolse il basto ai cammelli, fornì paglia e foraggio ai cammelli e
acqua per lavare i piedi a lui e ai suoi uomini. 33Quindi gli fu posto davanti da
mangiare, ma egli disse: «Non mangerò, finché non avrò detto quello che devo
dire». Gli risposero: «Di’ pure».
34E disse: «Io sono un servo di Abramo. 35Il Signore ha benedetto molto il mio
padrone, che è diventato potente: gli ha concesso greggi e armenti, argento e oro,
schiavi e schiave, cammelli e asini. 36Sara, la moglie del mio padrone, quando
ormai era vecchia, gli ha partorito un figlio, al quale egli ha dato tutti i suoi beni.
37E il mio padrone mi ha fatto giurare: “Non devi prendere per mio figlio una
moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, 38ma andrai alla casa di mio
padre, alla mia famiglia, a prendere una moglie per mio figlio”. 39Io dissi al mio
padrone: “Forse la donna non vorrà seguirmi”. 40Mi rispose: “Il Signore, alla cui
presenza io cammino, manderà con te il suo angelo e darà felice esito al tuo
viaggio, così che tu possa prendere una moglie per mio figlio dalla mia famiglia e
dalla casa di mio padre. 41Solo quando sarai andato dalla mia famiglia, sarai esente
dalla mia maledizione; se loro non volessero cedertela, tu sarai esente dalla mia
maledizione”. 42Così oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: “Signore, Dio del mio
padrone Abramo, se tu vorrai dare buon esito al viaggio che sto compiendo, 43ecco,
io sto presso la fonte d’acqua; ebbene, la giovane che uscirà ad attingere, alla quale
io dirò: Fammi bere un po’ d’acqua dalla tua anfora, 44e mi risponderà: Bevi tu e ne
attingerò anche per i tuoi cammelli, quella sarà la moglie che il Signore ha
destinato al figlio del mio padrone”. 45Io non avevo ancora finito di pensare a
queste cose, quand’ecco Rebecca uscì con l’anfora sulla spalla, scese alla fonte e
attinse acqua; io allora le dissi: “Fammi bere”. 46Subito lei calò l’anfora e disse:
“Bevi; anche ai tuoi cammelli darò da bere”. Così io bevvi ed ella diede da bere
anche ai cammelli. 47E io la interrogai: “Di chi sei figlia?”. Rispose: “Sono figlia di
Betuèl, il figlio che Milca ha partorito a Nacor”. Allora le posi il pendente alle narici
e i braccialetti alle braccia. 48Poi mi inginocchiai e mi prostrai al Signore e
benedissi il Signore, Dio del mio padrone Abramo, il quale mi aveva guidato per la
via giusta a prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio padrone. 49Ora, se
intendete usare bontà e fedeltà verso il mio padrone, fatemelo sapere; se no,
fatemelo sapere ugualmente, perché io mi rivolga altrove».
50Allora Làbano e Betuèl risposero: «La cosa procede dal Signore, non
possiamo replicarti nulla, né in bene né in male. 51Ecco Rebecca davanti a te:
prendila, va’ e sia la moglie del figlio del tuo padrone, come ha parlato il Signore».
52Quando il servo di Abramo udì le loro parole, si prostrò a terra davanti al
Signore. 53Poi il servo estrasse oggetti d’argento, oggetti d’oro e vesti e li diede a
Rebecca; doni preziosi diede anche al fratello e alla madre di lei. 54Poi mangiarono
e bevvero lui e i suoi uomini e passarono la notte. Quando si alzarono alla mattina,
egli disse: «Lasciatemi andare dal mio padrone». 55Ma il fratello e la madre di lei
dissero: «Rimanga la giovinetta con noi qualche tempo, una decina di giorni; dopo,
te ne andrai». 56Rispose loro: «Non trattenetemi, mentre il Signore ha concesso
buon esito al mio viaggio. Lasciatemi partire per andare dal mio padrone!».
57Dissero allora: «Chiamiamo la giovinetta e domandiamo a lei stessa».
58Chiamarono dunque Rebecca e le dissero: «Vuoi partire con quest’uomo?». Ella
rispose: «Sì». 59Allora essi lasciarono partire la loro sorella Rebecca con la nutrice,
insieme con il servo di Abramo e i suoi uomini. 60Benedissero Rebecca e le dissero:
«Tu, sorella nostra,
diventa migliaia di miriadi
e la tua stirpe conquisti
le città dei suoi nemici!».
61Così Rebecca e le sue ancelle si alzarono, salirono sui cammelli e seguirono
quell’uomo. Il servo prese con sé Rebecca e partì. 62Intanto Isacco rientrava dal
pozzo di Lacai-Roì; abitava infatti nella regione del Negheb. 63Isacco uscì sul far
della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli.
64Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. 65E disse al
servo: «Chi è quell’uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il
servo rispose: «È il mio padrone». Allora ella prese il velo e si coprì. 66Il servo
raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto. 67Isacco introdusse Rebecca nella
tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l’amò. Isacco
trovò conforto dopo la morte della madre.
25 1Abramo prese un’altra moglie, che aveva nome Keturà. 2Ella gli partorì
Zimran, Ioksan, Medan, Madian, Isbak e Suach. 3Ioksan generò Saba e Dedan, e i
figli di Dedan furono gli Assurìm, i Letusìm e i Leummìm. 4I figli di Madian furono
Efa, Efer, Enoc, Abidà ed Eldaà. Tutti questi sono i figli di Keturà.
5Abramo diede tutti i suoi beni a Isacco. 6Invece ai figli delle concubine, che
aveva avuto, Abramo fece doni e, mentre era ancora in vita, li licenziò, mandandoli
lontano da Isacco suo figlio, verso il levante, nella regione orientale.
7L’intera durata della vita di Abramo fu di centosettantacinque anni. 8Poi
Abramo spirò e morì in felice canizie, vecchio e sazio di giorni, e si riunì ai suoi
antenati. 9Lo seppellirono i suoi figli, Isacco e Ismaele, nella caverna di Macpela,
nel campo di Efron, figlio di Socar, l’Ittita, di fronte a Mamre. 10È appunto il campo
che Abramo aveva comprato dagli Ittiti: ivi furono sepolti Abramo e sua moglie
Sara. 11Dopo la morte di Abramo, Dio benedisse il figlio di lui Isacco e Isacco abitò
presso il pozzo di Lacai-Roì.
12Questa è la discendenza di Ismaele, figlio di Abramo, che gli aveva partorito
Agar l’Egiziana, schiava di Sara. 13Questi sono i nomi dei figli d’Ismaele, con il loro
elenco in ordine di generazione: il primogenito di Ismaele è Nebaiòt, poi Kedar,
Adbeèl, Mibsam, 14Misma, Duma, Massa, 15Adad, Tema, Ietur, Nafis e Kedma.
16Questi sono i figli di Ismaele e questi sono i loro nomi secondo i loro recinti e
accampamenti. Sono i dodici prìncipi delle rispettive tribù. 17La durata della vita di
Ismaele fu di centotrentasette anni; poi spirò e si riunì ai suoi antenati. 18Egli abitò
da Avìla fino a Sur, che è lungo il confine dell’Egitto in direzione di Assur. Egli si
era stabilito di fronte a tutti i suoi fratelli.
19Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato
Isacco. 20Isacco aveva quarant’anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di
Betuèl l’Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di Làbano, l’Arameo. 21Isacco supplicò
il Signore per sua moglie, perché ella era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua
moglie Rebecca divenne incinta. 22Ora i figli si urtavano nel suo seno ed ella
esclamò: «Se è così, che cosa mi sta accadendo?». Andò a consultare il Signore. 23Il
Signore le rispose:
«Due nazioni sono nel tuo seno
e due popoli dal tuo grembo si divideranno;
un popolo sarà più forte dell’altro
e il maggiore servirà il più piccolo».
24Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco, due gemelli erano
nel suo grembo. 25Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu
chiamato Esaù. 26Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù;
fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant’anni quando essi nacquero.
27I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo della
steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende.
28Isacco prediligeva Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca
prediligeva Giacobbe.
29Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra; Esaù arrivò dalla campagna
ed era sfinito. 30Disse a Giacobbe: «Lasciami mangiare un po’ di questa minestra
rossa, perché io sono sfinito». Per questo fu chiamato Edom. 31Giacobbe disse:
«Vendimi subito la tua primogenitura». 32Rispose Esaù: «Ecco, sto morendo: a che
mi serve allora la primogenitura?». 33Giacobbe allora disse: «Giuramelo subito».
Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe. 34Giacobbe diede a Esaù il
pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A
tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura.
26 1Venne una carestia nella terra, dopo quella che c’era stata ai tempi di
Abramo, e Isacco andò a Gerar presso Abimèlec, re dei Filistei. 2Gli apparve il
Signore e gli disse: «Non scendere in Egitto, abita nella terra che io ti indicherò,
3rimani come forestiero in questa terra e io sarò con te e ti benedirò: a te e alla tua
discendenza io concederò tutti questi territori, e manterrò il giuramento che ho
fatto ad Abramo tuo padre. 4Renderò la tua discendenza numerosa come le stelle
del cielo e concederò alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le nazioni
della terra si diranno benedette nella tua discendenza; 5perché Abramo ha
obbedito alla mia voce e ha osservato ciò che io gli avevo prescritto: i miei
comandamenti, le mie istituzioni e le mie leggi».
6Così Isacco dimorò a Gerar. 7Gli uomini del luogo gli fecero domande sulla
moglie, ma egli disse: «È mia sorella»; infatti aveva timore di dire: «È mia
moglie», pensando che gli uomini del luogo lo avrebbero potuto uccidere a causa di
Rebecca, che era di bell’aspetto.
8Era là da molto tempo, quando Abimèlec, re dei Filistei, si affacciò alla
finestra e vide Isacco scherzare con la propria moglie Rebecca. 9Abimèlec chiamò
Isacco e disse: «Sicuramente ella è tua moglie. E perché tu hai detto: “È mia
sorella”?». Gli rispose Isacco: «Perché mi son detto: che io non abbia a morire per
causa di lei!». 10Riprese Abimèlec: «Perché ti sei comportato così con noi? Poco ci
mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie e tu attirassi su di noi una
colpa». 11Abimèlec diede quest’ordine a tutto il popolo: «Chi tocca quest’uomo o
sua moglie sarà messo a morte!».
12Isacco fece una semina in quella terra e raccolse quell’anno il centuplo. Il
Signore infatti lo aveva benedetto. 13E l’uomo divenne ricco e crebbe tanto in
ricchezze fino a divenire ricchissimo: 14possedeva greggi e armenti e numerosi
schiavi, e i Filistei cominciarono a invidiarlo.
15Tutti i pozzi che avevano scavato i servi di suo padre ai tempi di Abramo,
suo padre, i Filistei li avevano chiusi riempiendoli di terra. 16Abimèlec disse a
Isacco: «Vattene via da noi, perché tu sei molto più potente di noi». 17Isacco andò
via di là, si accampò lungo il torrente di Gerar e vi si stabilì. 18Isacco riattivò i pozzi
d’acqua, che avevano scavato i servi di suo padre, Abramo, e che i Filistei avevano
chiuso dopo la morte di Abramo, e li chiamò come li aveva chiamati suo padre. 19I
servi di Isacco scavarono poi nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva. 20Ma
i pastori di Gerar litigarono con i pastori di Isacco, dicendo: «L’acqua è nostra!».
Allora egli chiamò il pozzo Esek, perché quelli avevano litigato con lui. 21Scavarono
un altro pozzo, ma quelli litigarono anche per questo ed egli lo chiamò Sitna. 22Si
mosse di là e scavò un altro pozzo, per il quale non litigarono; allora egli lo chiamò
Recobòt e disse: «Ora il Signore ci ha dato spazio libero, perché noi prosperiamo
nella terra». 23Di là salì a Bersabea. 24E in quella notte gli apparve il Signore e disse:
«Io sono il Dio di Abramo, tuo padre;
non temere, perché io sono con te:
ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza
a causa di Abramo, mio servo».
25Allora egli costruì in quel luogo un altare e invocò il nome del Signore. Lì
piantò la tenda, e i servi di Isacco scavarono un pozzo.
26Intanto Abimèlec da Gerar era andato da lui, insieme con Acuzzàt, suo
consigliere, e Picol, capo del suo esercito. 27Isacco disse loro: «Perché siete venuti
da me, mentre voi mi odiate e mi avete scacciato da voi?». 28Gli risposero:
«Abbiamo visto che il Signore è con te e abbiamo detto: vi sia tra noi un
giuramento, tra noi e te, e concludiamo un’alleanza con te: 29tu non ci farai alcun
male, come noi non ti abbiamo toccato e non ti abbiamo fatto se non del bene e ti
abbiamo lasciato andare in pace. Tu sei ora un uomo benedetto dal Signore».
30Allora imbandì loro un convito e mangiarono e bevvero. 31Alzatisi di buon
mattino, si prestarono giuramento l’un l’altro, poi Isacco li congedò e partirono da
lui in pace. 32Proprio in quel giorno arrivarono i servi di Isacco e lo informarono a
proposito del pozzo che avevano scavato e gli dissero: «Abbiamo trovato l’acqua».
33Allora egli lo chiamò Siba: per questo la città si chiama Bersabea ancora oggi.
34Quando Esaù ebbe quarant’anni, prese in moglie Giuditta, figlia di Beerì
l’Ittita, e Basmat, figlia di Elon l’Ittita. 35Esse furono causa d’intima amarezza per
Isacco e per Rebecca.
27 1Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva
più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: «Figlio mio». Gli rispose:
«Eccomi». 2Riprese: «Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte.
3Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, va’ in campagna e caccia per
me della selvaggina. 4Poi preparami un piatto di mio gusto e portamelo; io lo
mangerò affinché possa benedirti prima di morire». 5Ora Rebecca ascoltava,
mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di
selvaggina da portare a casa. 6Rebecca disse al figlio Giacobbe: «Ecco, ho sentito
tuo padre dire a tuo fratello Esaù: 7“Portami della selvaggina e preparami un
piatto, lo mangerò e poi ti benedirò alla presenza del Signore prima di morire”.
8Ora, figlio mio, da’ retta a quel che ti ordino. 9Va’ subito al gregge e prendimi di là
due bei capretti; io preparerò un piatto per tuo padre, secondo il suo gusto. 10Così
tu lo porterai a tuo padre, che ne mangerà, perché ti benedica prima di morire».
11Rispose Giacobbe a Rebecca, sua madre: «Sai bene che mio fratello Esaù è peloso,
mentre io ho la pelle liscia. 12Forse mio padre mi toccherà e si accorgerà che mi
prendo gioco di lui e attirerò sopra di me una maledizione invece di una
benedizione». 13Ma sua madre gli disse: «Ricada pure su di me la tua maledizione,
figlio mio! Tu dammi retta e va’ a prendermi i capretti». 14Allora egli andò a
prenderli e li portò alla madre, così la madre ne fece un piatto secondo il gusto di
suo padre. 15Rebecca prese i vestiti più belli del figlio maggiore, Esaù, che erano in
casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore, Giacobbe; 16con le pelli dei
capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia del collo. 17Poi mise in mano a suo
figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato.
18Così egli venne dal padre e disse: «Padre mio». Rispose: «Eccomi; chi sei tu,
figlio mio?». 19Giacobbe rispose al padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho
fatto come tu mi hai ordinato. Àlzati, dunque, siediti e mangia la mia selvaggina,
perché tu mi benedica». 20Isacco disse al figlio: «Come hai fatto presto a trovarla,
figlio mio!». Rispose: «Il Signore tuo Dio me l’ha fatta capitare davanti». 21Ma
Isacco gli disse: «Avvicìnati e lascia che ti tocchi, figlio mio, per sapere se tu sei
proprio il mio figlio Esaù o no». 22Giacobbe si avvicinò a Isacco suo padre, il quale
lo toccò e disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di
Esaù». 23Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia
di suo fratello Esaù, e lo benedisse. 24Gli disse ancora: «Tu sei proprio il mio figlio
Esaù?». Rispose: «Lo sono». 25Allora disse: «Servimi, perché possa mangiare della
selvaggina di mio figlio, e ti benedica». Gliene servì ed egli mangiò, gli portò il vino
ed egli bevve. 26Poi suo padre Isacco gli disse: «Avvicìnati e baciami, figlio mio!».
27Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l’odore degli abiti di lui e lo benedisse:
«Ecco, l’odore del mio figlio
come l’odore di un campo
che il Signore ha benedetto.
28Dio ti conceda rugiada dal cielo,
terre grasse, frumento
e mosto in abbondanza.
29Popoli ti servano
e genti si prostrino davanti a te.
Sii il signore dei tuoi fratelli
e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
Chi ti maledice sia maledetto
e chi ti benedice sia benedetto!».
30Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era
allontanato dal padre Isacco, quando tornò dalla caccia Esaù, suo fratello.
31Anch’egli preparò un piatto, lo portò al padre e gli disse: «Si alzi mio padre e
mangi la selvaggina di suo figlio, per potermi benedire». 32Gli disse suo padre
Isacco: «Chi sei tu?». Rispose: «Io sono il tuo figlio primogenito, Esaù». 33Allora
Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: «Chi era dunque colui che ha preso
la selvaggina e me l’ha portata? Io ho mangiato tutto prima che tu giungessi, poi
l’ho benedetto e benedetto resterà». 34Quando Esaù sentì le parole di suo padre,
scoppiò in alte, amarissime grida. Disse a suo padre: «Benedici anche me, padre
mio!». 35Rispose: «È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la benedizione
che spettava a te». 36Riprese: «Forse perché si chiama Giacobbe mi ha soppiantato
già due volte? Già ha carpito la mia primogenitura ed ecco ora ha carpito la mia
benedizione!». E soggiunse: «Non hai forse in serbo qualche benedizione per
me?». 37Isacco rispose e disse a Esaù: «Ecco, io l’ho costituito tuo signore e gli ho
dato come servi tutti i suoi fratelli; l’ho provveduto di frumento e di mosto; ora, per
te, che cosa mai potrei fare, figlio mio?». 38Esaù disse al padre: «Hai una sola
benedizione, padre mio? Benedici anche me, padre mio!». Esaù alzò la voce e
pianse. 39Allora suo padre Isacco prese la parola e gli disse:
«Ecco, la tua abitazione
sarà lontano dalle terre grasse,
lontano dalla rugiada del cielo dall’alto.
40Vivrai della tua spada
e servirai tuo fratello;
ma verrà il giorno che ti riscuoterai,
spezzerai il suo giogo dal tuo collo».
41Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato.
Pensò Esaù: «Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio
fratello Giacobbe». 42Ma furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio
maggiore, ed ella mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe e gli disse: «Esaù,
tuo fratello, vuole vendicarsi di te e ucciderti. 43Ebbene, figlio mio, dammi retta: su,
fuggi a Carran da mio fratello Làbano. 44Rimarrai con lui qualche tempo, finché
l’ira di tuo fratello si sarà placata. 45Quando la collera di tuo fratello contro di te si
sarà placata e si sarà dimenticato di quello che gli hai fatto, allora io manderò a
prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un solo giorno?».
46E Rebecca disse a Isacco: «Ho disgusto della mia vita a causa delle donne
ittite: se Giacobbe prende moglie tra le Ittite come queste, tra le ragazze della
regione, a che mi giova la vita?».
28 1Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede questo comando: «Tu
non devi prender moglie tra le figlie di Canaan. 2Su, va’ in Paddan-Aram, nella casa
di Betuèl, padre di tua madre, e prenditi là una moglie tra le figlie di Làbano,
fratello di tua madre. 3Ti benedica Dio l’Onnipotente, ti renda fecondo e ti
moltiplichi, sì che tu divenga un insieme di popoli. 4Conceda la benedizione di
Abramo a te e alla tua discendenza con te, perché tu possieda la terra che Dio ha
dato ad Abramo, dove tu sei stato forestiero». 5Così Isacco fece partire Giacobbe,
che andò in Paddan-Aram presso Làbano, figlio di Betuèl, l’Arameo, fratello di
Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù.
6Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e l’aveva mandato in
Paddan-Aram per prendersi una moglie originaria di là e che, mentre lo
benediceva, gli aveva dato questo comando: «Non devi prender moglie tra le
Cananee».
7Giacobbe, obbedendo al padre e alla madre, era partito per Paddan-Aram.
8Esaù comprese che le figlie di Canaan non erano gradite a suo padre Isacco.
9Allora si recò da Ismaele e, oltre le mogli che aveva, si prese in moglie Macalàt,
figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaiòt.
10Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. 11Capitò così in un
luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la
pose come guanciale e si coricò in quel luogo. 12Fece un sogno: una scala poggiava
sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio
salivano e scendevano su di essa. 13Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io
sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua
discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. 14La tua discendenza sarà
innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a
oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua
discendenza, tutte le famiglie della terra. 15Ecco, io sono con te e ti proteggerò
dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti
abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto».
16Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e
io non lo sapevo». 17Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è
proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo». 18La mattina Giacobbe si alzò,
prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio
sulla sua sommità. 19E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si
chiamava Luz.
20Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo
viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, 21se
ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. 22Questa
pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai, io ti
offrirò la decima».
29 1Giacobbe si mise in cammino e andò nel territorio degli orientali. 2Vide nella
campagna un pozzo e tre greggi di piccolo bestiame distese vicino, perché a quel
pozzo si abbeveravano le greggi. Sulla bocca del pozzo c’era una grande pietra:
3solo quando tutte le greggi si erano radunate là, i pastori facevano rotolare la
pietra dalla bocca del pozzo e abbeveravano il bestiame; poi rimettevano la pietra
al suo posto sulla bocca del pozzo. 4Giacobbe disse loro: «Fratelli miei, di dove
siete?». Risposero: «Siamo di Carran». 5Disse loro: «Conoscete Làbano, figlio di
Nacor?». Risposero: «Lo conosciamo». 6Poi domandò: «Sta bene?». Risposero:
«Sì; ecco sua figlia Rachele che viene con il gregge». 7Riprese: «Eccoci ancora in
pieno giorno: non è tempo di radunare il bestiame. Date da bere al bestiame e
andate a pascolare!». 8Ed essi risposero: «Non possiamo, finché non si siano
radunate tutte le greggi e si rotoli la pietra dalla bocca del pozzo; allora faremo
bere il gregge».
9Egli stava ancora parlando con loro, quando arrivò Rachele con il bestiame
del padre; era infatti una pastorella. 10Quando Giacobbe vide Rachele, figlia di
Làbano, fratello di sua madre, insieme con il bestiame di Làbano, fratello di sua
madre, Giacobbe, fattosi avanti, fece rotolare la pietra dalla bocca del pozzo e fece
bere le pecore di Làbano, fratello di sua madre. 11Poi Giacobbe baciò Rachele e
pianse ad alta voce. 12Giacobbe rivelò a Rachele che egli era parente del padre di lei,
perché figlio di Rebecca. Allora ella corse a riferirlo al padre. 13Quando Làbano
seppe che era Giacobbe, il figlio di sua sorella, gli corse incontro, lo abbracciò, lo
baciò e lo condusse nella sua casa. Ed egli raccontò a Làbano tutte queste vicende.
14Allora Làbano gli disse: «Davvero tu sei mio osso e mia carne!». Così restò presso
di lui per un mese.
15Poi Làbano disse a Giacobbe: «Poiché sei mio parente, dovrai forse
prestarmi servizio gratuitamente? Indicami quale deve essere il tuo salario». 16Ora
Làbano aveva due figlie; la maggiore si chiamava Lia e la più piccola si chiamava
Rachele. 17Lia aveva gli occhi smorti, mentre Rachele era bella di forme e avvenente
di aspetto, 18perciò Giacobbe s’innamorò di Rachele. Disse dunque: «Io ti servirò
sette anni per Rachele, tua figlia minore». 19Rispose Làbano: «Preferisco darla a te
piuttosto che a un estraneo. Rimani con me». 20Così Giacobbe servì sette anni per
Rachele: gli sembrarono pochi giorni, tanto era il suo amore per lei.
21Poi Giacobbe disse a Làbano: «Dammi la mia sposa, perché i giorni sono
terminati e voglio unirmi a lei». 22Allora Làbano radunò tutti gli uomini del luogo e
diede un banchetto. 23Ma quando fu sera, egli prese la figlia Lia e la condusse da lui
ed egli si unì a lei. 24Làbano diede come schiava, alla figlia Lia, la sua schiava Zilpa.
25Quando fu mattina... ecco, era Lia! Allora Giacobbe disse a Làbano: «Che cosa mi
hai fatto? Non sono stato al tuo servizio per Rachele? Perché mi hai ingannato?».
26Rispose Làbano: «Non si usa far così dalle nostre parti, non si dà in sposa la figlia
più piccola prima della primogenita. 27Finisci questa settimana nuziale, poi ti darò
anche l’altra per il servizio che tu presterai presso di me per altri sette anni». 28E
così fece Giacobbe: terminò la settimana nuziale e allora Làbano gli diede in moglie
la figlia Rachele. 29Làbano diede come schiava, alla figlia Rachele, la sua schiava
Bila. 30Giacobbe si unì anche a Rachele e amò Rachele più di Lia. Fu ancora al
servizio di lui per altri sette anni.
31Ora il Signore, vedendo che Lia veniva trascurata, la rese feconda, mentre
Rachele rimaneva sterile. 32Così Lia concepì e partorì un figlio e lo chiamò Ruben,
perché disse: «Il Signore ha visto la mia umiliazione; certo, ora mio marito mi
amerà». 33Concepì ancora e partorì un figlio, e disse: «Il Signore ha udito che io ero
trascurata e mi ha dato anche questo». E lo chiamò Simeone. 34Concepì ancora e
partorì un figlio, e disse: «Questa volta mio marito mi si affezionerà, perché gli ho
partorito tre figli». Per questo lo chiamò Levi. 35Concepì ancora e partorì un figlio,
e disse: «Questa volta loderò il Signore». Per questo lo chiamò Giuda. E cessò di
avere figli.
30 1Rachele, vedendo che non le era concesso di dare figli a Giacobbe, divenne
gelosa della sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli, se no io muoio!».
2Giacobbe s’irritò contro Rachele e disse: «Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti
ha negato il frutto del grembo?». 3Allora ella rispose: «Ecco la mia serva Bila:
unisciti a lei, partorisca sulle mie ginocchia cosicché, per mezzo di lei, abbia
anch’io una mia prole». 4Così ella gli diede in moglie la propria schiava Bila e
Giacobbe si unì a lei. 5Bila concepì e partorì a Giacobbe un figlio. 6Rachele disse:
«Dio mi ha fatto giustizia e ha anche ascoltato la mia voce, dandomi un figlio». Per
questo ella lo chiamò Dan. 7Bila, la schiava di Rachele, concepì ancora e partorì a
Giacobbe un secondo figlio. 8Rachele disse: «Ho sostenuto contro mia sorella lotte
tremende e ho vinto!». E lo chiamò Nèftali.
9Allora Lia, vedendo che aveva cessato di aver figli, prese la propria schiava
Zilpa e la diede in moglie a Giacobbe. 10Zilpa, la schiava di Lia, partorì a Giacobbe
un figlio. 11Lia esclamò: «Per fortuna!» e lo chiamò Gad. 12Zilpa, la schiava di Lia,
partorì un secondo figlio a Giacobbe. 13Lia disse: «Per mia felicità! Certamente le
donne mi chiameranno beata». E lo chiamò Aser.
14Al tempo della mietitura del grano, Ruben uscì e trovò delle mandragore,
che portò alla madre Lia. Rachele disse a Lia: «Dammi un po’ delle mandragore di
tuo figlio». 15Ma Lia rispose: «Ti sembra poco avermi portato via il marito, perché
ora tu voglia portare via anche le mandragore di mio figlio?». Riprese Rachele:
«Ebbene, Giacobbe si corichi pure con te questa notte, ma dammi in cambio le
mandragore di tuo figlio». 16La sera, quando Giacobbe arrivò dalla campagna, Lia
gli uscì incontro e gli disse: «Da me devi venire, perché io ho pagato il diritto di
averti con le mandragore di mio figlio». Così egli si coricò con lei quella notte. 17Il
Signore esaudì Lia, la quale concepì e partorì a Giacobbe un quinto figlio. 18Lia
disse: «Dio mi ha dato il mio salario, perché ho dato la mia schiava a mio marito».
E lo chiamò Ìssacar. 19Lia concepì e partorì ancora un sesto figlio a Giacobbe. 20Lia
disse: «Dio mi ha fatto un bel regalo: questa volta mio marito mi preferirà, perché
gli ho partorito sei figli». E lo chiamò Zàbulon. 21In seguito partorì una figlia e la
chiamò Dina.
22Dio si ricordò anche di Rachele; Dio la esaudì e la rese feconda. 23Ella
concepì e partorì un figlio e disse: «Dio ha tolto il mio disonore». 24E lo chiamò
Giuseppe, dicendo: «Il Signore mi aggiunga un altro figlio!».
25Dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe disse a Làbano:
«Lasciami andare e tornare a casa mia, nella mia terra. 26Dammi le mogli, per le
quali ti ho servito, e i miei bambini, perché possa partire: tu conosci il servizio che
ti ho prestato». 27Gli disse Làbano: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi... Per
divinazione ho saputo che il Signore mi ha benedetto per causa tua». 28E aggiunse:
«Fissami il tuo salario e te lo darò». 29Gli rispose: «Tu stesso sai come ti ho servito
e quanto sono cresciuti i tuoi averi per opera mia. 30Perché il poco che avevi prima
della mia venuta è aumentato oltre misura, e il Signore ti ha benedetto sui miei
passi. Ma ora, quando lavorerò anch’io per la mia casa?». 31Riprese Làbano: «Che
cosa ti devo dare?». Giacobbe rispose: «Non mi devi nulla; se tu farai per me
quanto ti dico, ritornerò a pascolare il tuo gregge e a custodirlo. 32Oggi passerò fra
tutto il tuo bestiame; tu metti da parte ogni capo di colore scuro tra le pecore e
ogni capo chiazzato e punteggiato tra le capre: sarà il mio salario. 33In futuro la mia
stessa onestà risponderà per me; quando verrai a verificare il mio salario, ogni
capo che non sarà punteggiato o chiazzato tra le capre e di colore scuro tra le
pecore, se si troverà presso di me sarà come rubato». 34Làbano disse: «Bene, sia
come tu hai detto!». 35In quel giorno mise da parte i capri striati e chiazzati e tutte
le capre punteggiate e chiazzate, ogni capo che aveva del bianco, e ogni capo di
colore scuro tra le pecore. Li affidò ai suoi figli 36e stabilì una distanza di tre giorni
di cammino tra sé e Giacobbe, mentre Giacobbe pascolava l’altro bestiame di
Làbano.
37Ma Giacobbe prese rami freschi di pioppo, di mandorlo e di platano, ne
intagliò la corteccia a strisce bianche, mettendo a nudo il bianco dei rami. 38Mise i
rami così scortecciati nei canaletti agli abbeveratoi dell’acqua, dove veniva a bere il
bestiame, bene in vista per le bestie che andavano in calore quando venivano a
bere. 39Così le bestie andarono in calore di fronte ai rami e le capre figliarono
capretti striati, punteggiati e chiazzati. 40Quanto alle pecore, Giacobbe le separò e
fece sì che le bestie avessero davanti a loro gli animali striati e tutti quelli di colore
scuro del gregge di Làbano. E i branchi che si era così formato per sé, non li mise
insieme al gregge di Làbano.
41Ogni qualvolta andavano in calore bestie robuste, Giacobbe metteva i rami
nei canaletti in vista delle bestie, per farle concepire davanti ai rami. 42Quando
invece le bestie erano deboli, non li metteva. Così i capi di bestiame deboli erano
per Làbano e quelli robusti per Giacobbe. 43Egli si arricchì oltre misura e
possedette greggi in grande quantità, schiave e schiavi, cammelli e asini.
31 1Giacobbe venne a sapere che i figli di Làbano dicevano: «Giacobbe si è preso
tutto quello che aveva nostro padre e con quanto era di nostro padre si è fatto
questa grande fortuna». 2Giacobbe osservò anche la faccia di Làbano e si accorse
che verso di lui non era più come prima. 3Il Signore disse a Giacobbe: «Torna alla
terra dei tuoi padri, nella tua famiglia e io sarò con te». 4Allora Giacobbe mandò a
chiamare Rachele e Lia, in campagna presso il suo gregge, 5e disse loro: «Io mi
accorgo dal volto di vostro padre che egli verso di me non è più come prima; ma il
Dio di mio padre è stato con me. 6Sapete voi stesse che ho servito vostro padre con
tutte le mie forze, 7mentre vostro padre si è beffato di me e ha cambiato dieci volte
il mio salario; ma Dio non gli ha permesso di farmi del male. 8Se egli diceva: “Le
bestie punteggiate saranno il tuo salario”, tutto il gregge figliava bestie
punteggiate; se diceva: “Le bestie striate saranno il tuo salario”, allora tutto il
gregge figliava bestie striate. 9Così Dio ha sottratto il bestiame a vostro padre e l’ha
dato a me. 10Una volta, nel tempo in cui il piccolo bestiame va in calore, io in sogno
alzai gli occhi e vidi che i capri in procinto di montare le bestie erano striati,
punteggiati e chiazzati. 11L’angelo di Dio mi disse in sogno: “Giacobbe!”. Risposi:
“Eccomi”. 12Riprese: “Alza gli occhi e guarda: tutti i capri che montano le bestie
sono striati, punteggiati e chiazzati, perché ho visto come ti tratta Làbano. 13Io sono
il Dio di Betel, dove tu hai unto una stele e dove mi hai fatto un voto. Ora àlzati,
parti da questa terra e torna nella terra della tua famiglia!”». 14Rachele e Lia gli
risposero: «Abbiamo forse ancora una parte o una eredità nella casa di nostro
padre? 15Non siamo forse tenute in conto di straniere da parte sua, dal momento
che ci ha vendute e si è anche mangiato il nostro denaro? 16Tutta la ricchezza che
Dio ha sottratto a nostro padre è nostra e dei nostri figli. Ora fa’ pure quello che
Dio ti ha detto».
17Allora Giacobbe si alzò, caricò i figli e le mogli sui cammelli 18e condusse via
tutto il bestiame e tutti gli averi che si era acquistato, il bestiame che si era
acquistato in Paddan-Aram, per ritornare da Isacco, suo padre, nella terra di
Canaan. 19Làbano era andato a tosare il gregge e Rachele rubò gli idoli che
appartenevano al padre. 20Giacobbe eluse l’attenzione di Làbano, l’Arameo, non
lasciando trapelare che stava per fuggire; 21così poté andarsene con tutti i suoi
averi. Si mosse dunque, passò il Fiume e si diresse verso le montagne di Gàlaad.
22Il terzo giorno fu riferito a Làbano che Giacobbe era fuggito. 23Allora egli
prese con sé i suoi parenti, lo inseguì per sette giorni di cammino e lo raggiunse
sulle montagne di Gàlaad. 24Ma Dio venne da Làbano, l’Arameo, in un sogno
notturno e gli disse: «Bada di non dir niente a Giacobbe, né in bene né in male!».
25Làbano andò dunque a raggiungere Giacobbe. Ora Giacobbe aveva piantato la
tenda sulle montagne e Làbano si era accampato con i parenti sulle montagne di
Gàlaad. 26Disse allora Làbano a Giacobbe: «Che cosa hai fatto? Hai eluso la mia
attenzione e hai condotto via le mie figlie come prigioniere di guerra! 27Perché sei
fuggito di nascosto, mi hai ingannato e non mi hai avvertito? Io ti avrei congedato
con festa e con canti, a suon di tamburelli e di cetre! 28E non mi hai permesso di
baciare i miei figli e le mie figlie! Certo, hai agito in modo insensato. 29Sarebbe in
mio potere farti del male, ma il Dio di tuo padre mi ha parlato la notte scorsa:
“Bada di non dir niente a Giacobbe, né in bene né in male!”. 30Certo, sei partito
perché soffrivi di nostalgia per la casa di tuo padre; ma perché hai rubato i miei
dèi?». 31Giacobbe rispose a Làbano e disse: «Perché avevo paura e pensavo che mi
avresti tolto con la forza le tue figlie. 32Ma quanto a colui presso il quale tu troverai
i tuoi dèi, non resterà in vita! Alla presenza dei nostri parenti verifica quanto vi può
essere di tuo presso di me e riprendilo». Giacobbe non sapeva che li aveva rubati
Rachele. 33Allora Làbano entrò nella tenda di Giacobbe e poi nella tenda di Lia e
nella tenda delle due schiave, ma non trovò nulla. Poi uscì dalla tenda di Lia ed
entrò nella tenda di Rachele. 34Rachele aveva preso gli idoli e li aveva messi nella
sella del cammello, poi vi si era seduta sopra, così Làbano frugò in tutta la tenda,
ma non li trovò. 35Ella parlò al padre: «Non si offenda il mio signore se io non
posso alzarmi davanti a te, perché ho quello che avviene di regola alle donne».
Làbano cercò, ma non trovò gli idoli.
36Giacobbe allora si adirò e apostrofò Làbano, al quale disse: «Qual è il mio
delitto, qual è il mio peccato, perché ti accanisca contro di me? 37Ora che hai
frugato tra tutti i miei oggetti, che cosa hai trovato di tutte le cose di casa tua?
Mettilo qui davanti ai miei e tuoi parenti, e siano essi giudici tra noi due.
38Vent’anni ho passato con te: le tue pecore e le tue capre non hanno abortito e non
ho mai mangiato i montoni del tuo gregge. 39Nessuna bestia sbranata ti ho portato
a mio discarico: io stesso ne compensavo il danno e tu reclamavi da me il
risarcimento sia di quanto veniva rubato di giorno sia di quanto veniva rubato di
notte. 40Di giorno mi divorava il caldo e di notte il gelo, e il sonno fuggiva dai miei
occhi. 41Vent’anni sono stato in casa tua: ho servito quattordici anni per le tue due
figlie e sei anni per il tuo gregge e tu hai cambiato il mio salario dieci volte. 42Se il
Dio di mio padre, il Dio di Abramo e il Terrore di Isacco non fosse stato con me, tu
ora mi avresti licenziato a mani vuote; ma Dio ha visto la mia afflizione e la fatica
delle mie mani e la scorsa notte egli ha fatto da arbitro».
43Làbano allora rispose e disse a Giacobbe: «Queste figlie sono le mie figlie e
questi figli sono i miei figli; questo bestiame è il mio bestiame e quanto tu vedi è
mio. E che cosa potrei fare oggi a queste mie figlie o ai figli che hanno messo al
mondo? 44Ebbene, vieni, concludiamo un’alleanza, io e te, e ci sia un testimone tra
me e te». 45Giacobbe prese una pietra e la eresse come stele. 46Poi disse ai suoi
parenti: «Raccogliete pietre», e quelli presero pietre e ne fecero un mucchio; e su
quel mucchio mangiarono. 47Làbano lo chiamò Iegar-Saadutà, mentre Giacobbe lo
chiamò Gal-Ed. 48Làbano disse: «Questo mucchio è oggi un testimone tra me e te»;
per questo lo chiamò Gal-Ed 49e anche Mispa, perché disse: «Il Signore starà di
vedetta tra me e te, quando noi non ci vedremo più l’un l’altro. 50Se tu maltratterai
le mie figlie e se prenderai altre mogli oltre le mie figlie, sappi che non un uomo è
con noi, ma Dio è testimone tra me e te». 51Soggiunse Làbano a Giacobbe: «Ecco
questo mucchio ed ecco questa stele, che io ho eretto tra me e te. 52Questo mucchio
è testimone e questa stele è testimone che io giuro di non oltrepassare questo
mucchio dalla tua parte e che tu giuri di non oltrepassare questo mucchio e questa
stele dalla mia parte, per fare il male. 53Il Dio di Abramo e il Dio di Nacor siano
giudici tra di noi». Giacobbe giurò per il Terrore di Isacco suo padre. 54Poi offrì un
sacrificio sulle montagne e invitò i suoi parenti a prender cibo. Essi mangiarono e
passarono la notte sulle montagne.
32 1 Làbano si alzò di buon mattino, baciò i figli e le figlie e li benedisse. Poi partì
e ritornò a casa.
2Mentre Giacobbe andava per la sua strada, gli si fecero incontro gli angeli di
Dio. 3Giacobbe al vederli disse: «Questo è l’accampamento di Dio», e chiamò quel
luogo Macanàim.
4Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni messaggeri al fratello Esaù, nella
regione di Seir, la campagna di Edom. 5Diede loro questo comando: «Direte al mio
signore Esaù: “Dice il tuo servo Giacobbe: Sono restato come forestiero presso
Làbano e vi sono rimasto fino ad ora. 6Sono venuto in possesso di buoi, asini e
greggi, di schiavi e schiave. Ho mandato a informarne il mio signore, per trovare
grazia ai suoi occhi”». 7I messaggeri tornarono da Giacobbe, dicendo: «Siamo stati
da tuo fratello Esaù; ora egli stesso sta venendoti incontro e ha con sé quattrocento
uomini». 8Giacobbe si spaventò molto e si sentì angustiato; allora divise in due
accampamenti la gente che era con lui, il gregge, gli armenti e i cammelli. 9Pensava
infatti: «Se Esaù raggiunge un accampamento e lo sconfigge, l’altro si salverà».
10Giacobbe disse: «Dio del mio padre Abramo e Dio del mio padre Isacco, Signore,
che mi hai detto: “Ritorna nella tua terra e tra la tua parentela, e io ti farò del
bene”, 11io sono indegno di tutta la bontà e di tutta la fedeltà che hai usato verso il
tuo servo. Con il mio solo bastone avevo passato questo Giordano e ora sono
arrivato al punto di formare due accampamenti. 12Salvami dalla mano di mio
fratello, dalla mano di Esaù, perché io ho paura di lui: che egli non arrivi e colpisca
me e, senza riguardi, madri e bambini! 13Eppure tu hai detto: “Ti farò del bene e
renderò la tua discendenza tanto numerosa come la sabbia del mare, che non si
può contare”». 14Giacobbe rimase in quel luogo a passare la notte. Poi prese, da ciò
che gli capitava tra mano, un dono per il fratello Esaù: 15duecento capre e venti
capri, duecento pecore e venti montoni, 16trenta cammelle, che allattavano, con i
loro piccoli, quaranta giovenche e dieci torelli, venti asine e dieci asinelli. 17Egli
affidò ai suoi servi i singoli branchi separatamente e disse loro: «Passate davanti a
me e lasciate una certa distanza tra un branco e l’altro». 18Diede quest’ordine al
primo: «Quando ti incontrerà Esaù, mio fratello, e ti domanderà: “A chi
appartieni? Dove vai? Di chi sono questi animali che ti camminano davanti?”, 19tu
risponderai: “Di tuo fratello Giacobbe; è un dono inviato al mio signore Esaù; ecco,
egli stesso ci segue”». 20Lo stesso ordine diede anche al secondo e anche al terzo e a
quanti seguivano i branchi: «Queste parole voi rivolgerete ad Esaù quando lo
incontrerete; 21gli direte: “Anche il tuo servo Giacobbe ci segue”». Pensava infatti:
«Lo placherò con il dono che mi precede e in seguito mi presenterò a lui; forse mi
accoglierà con benevolenza». 22Così il dono passò prima di lui, mentre egli
trascorse quella notte nell’accampamento.
23Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi
undici bambini e passò il guado dello Iabbok. 24Li prese, fece loro passare il
torrente e portò di là anche tutti i suoi averi. 25Giacobbe rimase solo e un uomo
lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. 26Vedendo che non riusciva a vincerlo,
lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si
slogò, mentre continuava a lottare con lui. 27Quello disse: «Lasciami andare,
perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai
benedetto!». 28Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». 29Riprese:
«Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con
gli uomini e hai vinto!». 30Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli
rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. 31Allora Giacobbe chiamò
quel luogo Penuèl: «Davvero – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia
vita è rimasta salva». 32Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e
zoppicava all’anca. 33Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo
sciatico, che è sopra l’articolazione del femore, perché quell’uomo aveva colpito
l’articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.
33 1Giacobbe alzò gli occhi e vide arrivare Esaù, che aveva con sé quattrocento
uomini. Allora distribuì i bambini tra Lia, Rachele e le due schiave; 2alla testa mise
le schiave con i loro bambini, più indietro Lia con i suoi bambini e più indietro
Rachele e Giuseppe. 3Egli passò davanti a loro e si prostrò sette volte fino a terra,
mentre andava avvicinandosi al fratello. 4Ma Esaù gli corse incontro, lo abbracciò,
gli si gettò al collo, lo baciò e piansero. 5Alzàti gli occhi, vide le donne e i bambini e
domandò: «Chi sono questi con te?». Giacobbe rispose: «Sono i bambini che Dio si
è compiaciuto di dare al tuo servo». 6Allora si fecero avanti le schiave con i loro
bambini e si prostrarono. 7Si fecero avanti anche Lia e i suoi bambini e si
prostrarono e infine si fecero avanti Giuseppe e Rachele e si prostrarono.
8Domandò ancora: «Che cosa vuoi fare di tutta questa carovana che ho
incontrato?». Rispose: «È per trovar grazia agli occhi del mio signore». 9Esaù
disse: «Ho beni in abbondanza, fratello mio, resti per te quello che è tuo!». 10Ma
Giacobbe disse: «No, ti prego, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, accetta dalla mia
mano il mio dono, perché io sto alla tua presenza, come davanti a Dio, e tu mi hai
gradito. 11Accetta il dono augurale che ti è stato presentato, perché Dio mi ha
favorito e sono provvisto di tutto!». Così egli insistette e quegli accettò.
12Esaù disse: «Partiamo e mettiamoci in viaggio: io camminerò davanti a te».
13Gli rispose: «Il mio signore sa che i bambini sono delicati e che devo aver cura
delle greggi e degli armenti che allattano: se si affaticassero anche un giorno solo,
tutte le bestie morirebbero. 14Il mio signore passi prima del suo servo, mentre io mi
sposterò con mio agio, tenendo il passo di questo bestiame che mi precede e dei
bambini, finché arriverò presso il mio signore in Seir». 15Disse allora Esaù:
«Almeno possa lasciare con te una parte della gente che ho con me!». Rispose:
«Ma perché? Basta solo che io trovi grazia agli occhi del mio signore!». 16Così quel
giorno stesso Esaù ritornò per conto proprio in Seir. 17Giacobbe invece partì per
Succot, dove costruì una casa per sé e fece capanne per il gregge. Per questo
chiamò quel luogo Succot.
18Giacobbe arrivò sano e salvo alla città di Sichem, che è nella terra di Canaan,
al ritorno da Paddan-Aram e si accampò di fronte alla città. 19Acquistò dai figli di
Camor, padre di Sichem, per cento pezzi d’argento, quella porzione di campagna
dove aveva piantato la tenda. 20Qui eresse un altare e lo chiamò «El, Dio d’Israele».
34 1Dina, la figlia che Lia aveva partorito a Giacobbe, uscì a vedere le ragazze del
posto. 2Ma la notò Sichem, figlio di Camor l’Eveo, principe di quel territorio, la rapì
e si coricò con lei facendole violenza. 3Ma poi egli rimase legato a Dina, figlia di
Giacobbe; s’innamorò della giovane e le rivolse parole di conforto. 4Quindi disse a
Camor, suo padre: «Prendimi in moglie questa ragazza». 5Intanto Giacobbe aveva
saputo che quello aveva disonorato sua figlia Dina, ma i suoi figli erano in
campagna con il suo bestiame, e Giacobbe tacque fino al loro arrivo.
6Venne dunque Camor, padre di Sichem, da Giacobbe per parlare con lui.
7Quando i figli di Giacobbe tornarono dalla campagna, sentito l’accaduto, ne
furono addolorati e s’indignarono molto, perché quegli, coricandosi con la figlia di
Giacobbe, aveva commesso un’infamia in Israele: così non si doveva fare!
8Camor disse loro: «Sichem, mio figlio, è innamorato della vostra figlia; vi
prego, dategliela in moglie! 9Anzi, imparentatevi con noi: voi darete a noi le vostre
figlie e vi prenderete per voi le nostre figlie. 10Abiterete con noi e la terra sarà a
vostra disposizione; potrete risiedervi, percorrerla in lungo e in largo e acquistare
proprietà».
11Sichem disse al padre e ai fratelli di lei: «Possa io trovare grazia agli occhi
vostri; vi darò quel che mi direte. 12Alzate pure molto a mio carico il prezzo nuziale
e il valore del dono; vi darò quanto mi chiederete, ma concedetemi la giovane in
moglie!».
13Allora i figli di Giacobbe risposero a Sichem e a suo padre Camor e
parlarono con inganno, poiché quegli aveva disonorato la loro sorella Dina.
14Dissero loro: «Non possiamo fare questo, dare la nostra sorella a un uomo non
circonciso, perché ciò sarebbe un disonore per noi. 15Acconsentiremo alla vostra
richiesta solo a questa condizione: diventare come noi, circoncidendo ogni vostro
maschio. 16In tal caso noi vi daremo le nostre figlie e ci prenderemo le vostre,
abiteremo con voi e diventeremo un solo popolo. 17Ma se voi non ci ascoltate a
proposito della nostra circoncisione, prenderemo la nostra ragazza e ce ne
andremo».
18Le loro parole piacquero a Camor e a Sichem, figlio di Camor. 19Il giovane
non indugiò a eseguire la cosa, perché amava la figlia di Giacobbe; d’altra parte era
il più onorato di tutto il casato di suo padre. 20Vennero dunque Camor e il figlio
Sichem alla porta della loro città e parlarono agli uomini della città: 21«Questi
uomini sono gente pacifica con noi: abitino pure con noi nel territorio e lo
percorrano in lungo e in largo; esso è molto ampio per loro in ogni direzione. Noi
potremo prendere in moglie le loro figlie e potremo dare loro le nostre. 22Ma questi
uomini a una condizione acconsentiranno ad abitare con noi, per diventare un
unico popolo: se noi circoncidiamo ogni nostro maschio come loro stessi sono
circoncisi. 23I loro armenti, la loro ricchezza e tutto il loro bestiame non diverranno
forse nostri? Accontentiamoli dunque, e possano abitare con noi!». 24Quanti si
radunavano alla porta della sua città ascoltarono Camor e il figlio Sichem: tutti i
maschi, quanti si radunavano alla porta della città, si fecero circoncidere.
25Ma il terzo giorno, quand’essi erano sofferenti, i due figli di Giacobbe,
Simeone e Levi, i fratelli di Dina, presero ciascuno la propria spada, entrarono
indisturbati nella città e uccisero tutti i maschi. 26Passarono così a fil di spada
Camor e suo figlio Sichem, portarono via Dina dalla casa di Sichem e si
allontanarono. 27I figli di Giacobbe si buttarono sui cadaveri e saccheggiarono la
città, perché quelli avevano disonorato la loro sorella. 28Presero le loro greggi e i
loro armenti, i loro asini e quanto era nella città e nella campagna. 29Portarono via
come bottino tutte le loro ricchezze, tutti i loro bambini e le loro donne e
saccheggiarono quanto era nelle case. 30Allora Giacobbe disse a Simeone e a Levi:
«Voi mi avete rovinato, rendendomi odioso agli abitanti della regione, ai Cananei e
ai Perizziti. Io ho solo pochi uomini; se essi si raduneranno contro di me, mi
vinceranno e io sarò annientato con la mia casa». 31Risposero: «Si tratta forse la
nostra sorella come una prostituta?».
35 1Dio disse a Giacobbe: «Àlzati, sali a Betel e abita là; costruisci in quel luogo
un altare al Dio che ti è apparso quando fuggivi lontano da Esaù, tuo fratello».
2Allora Giacobbe disse alla sua famiglia e a quanti erano con lui: «Eliminate gli dèi
degli stranieri che avete con voi, purificatevi e cambiate gli abiti. 3Poi alziamoci e
saliamo a Betel, dove io costruirò un altare al Dio che mi ha esaudito al tempo della
mia angoscia ed è stato con me nel cammino che ho percorso». 4Essi consegnarono
a Giacobbe tutti gli dèi degli stranieri che possedevano e i pendenti che avevano
agli orecchi, e Giacobbe li sotterrò sotto la quercia presso Sichem.
5Poi partirono e un grande terrore assalì le città all’intorno, così che non
inseguirono i figli di Giacobbe. 6Giacobbe e tutta la gente che era con lui arrivarono
a Luz, cioè Betel, che è nella terra di Canaan. 7Qui egli costruì un altare e chiamò
quel luogo El-Betel, perché là Dio gli si era rivelato, quando fuggiva lontano da suo
fratello. 8Allora morì Dèbora, la nutrice di Rebecca, e fu sepolta al di sotto di Betel,
ai piedi della quercia. Così essa prese il nome di Quercia del Pianto.
9Dio apparve un’altra volta a Giacobbe durante il ritorno da Paddan-Aram e
lo benedisse. 10Dio gli disse:
«Il tuo nome è Giacobbe.
Ma non ti chiamerai più Giacobbe:
Israele sarà il tuo nome».
Così lo si chiamò Israele. 11Dio gli disse:
«Io sono Dio l’Onnipotente.
Sii fecondo e diventa numeroso;
deriveranno da te una nazione
e un insieme di nazioni,
e re usciranno dai tuoi fianchi.
12Darò a te
la terra che ho concesso
ad Abramo e a Isacco
e, dopo di te,
la darò alla tua stirpe».
13Dio disparve da lui, dal luogo dove gli aveva parlato. 14Allora Giacobbe eresse
una stele dove gli aveva parlato, una stele di pietra, e su di essa fece una libagione e
versò olio. 15Giacobbe chiamò Betel il luogo dove Dio gli aveva parlato.
16Quindi partirono da Betel. Mancava ancora un tratto di cammino per
arrivare a Èfrata, quando Rachele partorì ed ebbe un parto difficile. 17Mentre
penava a partorire, la levatrice le disse: «Non temere: anche questa volta avrai un
figlio!». 18Ormai moribonda, quando stava per esalare l’ultimo respiro, lei lo
chiamò Ben-Onì, ma suo padre lo chiamò Beniamino. 19Così Rachele morì e fu
sepolta lungo la strada verso Èfrata, cioè Betlemme. 20Giacobbe eresse sulla sua
tomba una stele. È la stele della tomba di Rachele, che esiste ancora oggi.
21Poi Israele partì e piantò la tenda al di là di Migdal-Eder. 22Mentre Israele
abitava in quel territorio, Ruben andò a unirsi con Bila, concubina del padre, e
Israele lo venne a sapere.
I figli di Giacobbe furono dodici. 23Figli di Lia: Ruben, il primogenito di
Giacobbe, poi Simeone, Levi, Giuda, Ìssacar e Zàbulon; 24figli di Rachele: Giuseppe
e Beniamino; 25figli di Bila, schiava di Rachele: Dan e Nèftali; 26figli di Zilpa, schiava
di Lia: Gad e Aser. Questi sono i figli di Giacobbe, che gli nacquero in
Paddan-Aram.
27Giacobbe venne da suo padre Isacco a Mamre, a Kiriat-Arbà, cioè Ebron,
dove Abramo e Isacco avevano soggiornato come forestieri. 28Isacco raggiunse l’età
di centoottant’anni. 29Poi Isacco spirò, morì e si riunì ai suoi antenati, vecchio e
sazio di giorni. Lo seppellirono i suoi figli Esaù e Giacobbe.
36 1Questa è la discendenza di Esaù, cioè Edom.
2Esaù prese le sue mogli tra le figlie dei Cananei: Ada, figlia di Elon, l’Ittita;
Oolibamà, figlia di Anà, figlio di Sibeon, l’Urrita; 3Basmat, figlia di Ismaele, sorella
di Nebaiòt. 4Ada partorì a Esaù Elifaz, Basmat partorì Reuèl, 5Oolibamà partorì
Ieus, Ialam e Core. Questi sono i figli di Esaù, che gli nacquero nella terra di
Canaan.
6Poi Esaù prese con sé le mogli, i figli e le figlie e tutte le persone della sua
casa, il suo gregge e tutto il suo bestiame e tutti i suoi beni che aveva acquistati
nella terra di Canaan e andò in una regione lontano dal fratello Giacobbe. 7Infatti i
loro possedimenti erano troppo grandi perché essi potessero abitare insieme, e il
territorio dove soggiornavano come forestieri non bastava a sostenerli a causa del
loro bestiame. 8Così Esaù si stabilì sulle montagne di Seir. Esaù è Edom.
9Questa è la discendenza di Esaù, padre degli Edomiti, nelle montagne di
Seir. 10Questi sono i nomi dei figli di Esaù: Elifaz, figlio di Ada, moglie di Esaù;
Reuèl, figlio di Basmat, moglie di Esaù. 11I figli di Elifaz furono: Teman, Omar,
Sefò, Gatam, Kenaz. 12Timna era concubina di Elifaz, figlio di Esaù, e gli generò
Amalèk. Questi sono i figli di Ada, moglie di Esaù. 13Questi sono i figli di Reuèl:
Nacat e Zerach, Sammà e Mizzà. Questi furono i figli di Basmat, moglie di Esaù.
14Questi furono i figli di Oolibamà, moglie di Esaù, figlia di Anà, figlio di Sibeon;
ella partorì a Esaù Ieus, Ialam e Core.
15Questi sono i capi dei figli di Esaù: i figli di Elifaz primogenito di Esaù: il
capo di Teman, il capo di Omar, il capo di Sefò, il capo di Kenaz, 16il capo di Core, il
capo di Gatam, il capo di Amalèk. Questi sono i capi di Elifaz nel territorio di
Edom: questi sono i figli di Ada.
17Questi sono i figli di Reuèl, figlio di Esaù: il capo di Nacat, il capo di Zerach,
il capo di Sammà, il capo di Mizzà. Questi sono i capi di Reuèl nel territorio di
Edom; questi sono i figli di Basmat, moglie di Esaù.
18Questi sono i figli di Oolibamà, moglie di Esaù: il capo di Ieus, il capo di
Ialam, il capo di Core. Questi sono i capi di Oolibamà, figlia di Anà, moglie di Esaù.
19Questi sono i figli di Esaù e questi i loro capi. Questo è il popolo degli
Edomiti.
20Questi sono i figli di Seir l’Urrita, che abitano la regione: Lotan, Sobal,
Sibeon, Anà, 21Dison, Eser e Disan. Questi sono i capi degli Urriti, figli di Seir, nel
territorio di Edom. 22I figli di Lotan furono Orì e Emam e la sorella di Lotan era
Timna. 23I figli di Sobal sono Alvan, Manàcat, Ebal, Sefò e Onam. 24I figli di Sibeon
sono Aià e Anà; fu proprio Anà che trovò le sorgenti calde nel deserto, mentre
pascolava gli asini del padre Sibeon. 25I figli di Anà sono Dison e Oolibamà. 26I figli
di Dison sono Chemdan, Esban, Itran e Cheran. 27I figli di Eser sono Bilan, Zaavan
e Akan. 28I figli di Disan sono Us e Aran. 29Questi sono i capi degli Urriti: il capo di
Lotan, il capo di Sobal, il capo di Sibeon, il capo di Anà, 30il capo di Dison, il capo di
Eser, il capo di Disan. Questi sono i capi degli Urriti, secondo le loro tribù nella
regione di Seir.
31Questi sono i re che regnarono nel territorio di Edom, prima che regnasse
un re sugli Israeliti. 32Regnò dunque in Edom Bela, figlio di Beor, e la sua città si
chiamava Dinaba. 33Bela morì e al suo posto regnò Iobab, figlio di Zerach, da
Bosra. 34Iobab morì e al suo posto regnò Cusam, del territorio dei Temaniti.
35Cusam morì e al suo posto regnò Adad, figlio di Bedad, colui che vinse i Madianiti
nelle steppe di Moab; la sua città si chiamava Avìt. 36Adad morì e al suo posto
regnò Samla da Masrekà. 37Samla morì e al suo posto regnò Saul da Recobòt-Naar.
38Saul morì e al suo posto regnò Baal-Canan, figlio di Acbor. 39Baal-Canan, figlio di
Acbor, morì e al suo posto regnò Adar: la sua città si chiama Pau e la moglie si
chiamava Meetabèl, figlia di Matred, figlia di Me-Zaab.
40Questi sono i nomi dei capi di Esaù, secondo le loro famiglie, le loro località,
con i loro nomi: il capo di Timna, il capo di Alva, il capo di Ietet, 41il capo di
Oolibamà, il capo di Ela, il capo di Pinon, 42il capo di Kenaz, il capo di Teman, il
capo di Mibsar, 43il capo di Magdièl, il capo di Iram. Questi sono i capi di Edom
secondo le loro sedi nel territorio di loro proprietà.
È questi, Esaù, il padre degli Edomiti.
37 1Giacobbe si stabilì nella terra dove suo padre era stato forestiero, nella terra
di Canaan.
2Questa è la discendenza di Giacobbe.
Giuseppe all’età di diciassette anni pascolava il gregge con i suoi fratelli.
Essendo ancora giovane, stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di suo padre.
Ora Giuseppe riferì al padre di chiacchiere maligne su di loro. 3Israele amava
Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva
fatto una tunica con maniche lunghe. 4I suoi fratelli, vedendo che il loro padre
amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli
amichevolmente.
5Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo odiarono ancora
di più. 6Disse dunque loro: «Ascoltate il sogno che ho fatto. 7Noi stavamo legando
covoni in mezzo alla campagna, quand’ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i
vostri covoni si posero attorno e si prostrarono davanti al mio». 8Gli dissero i suoi
fratelli: «Vuoi forse regnare su di noi o ci vuoi dominare?». Lo odiarono ancora di
più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.
9Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò ai fratelli e disse: «Ho fatto ancora
un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me». 10Lo
narrò dunque al padre e ai fratelli. Ma il padre lo rimproverò e gli disse: «Che
sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io, tua madre e i tuoi fratelli a
prostrarci fino a terra davanti a te?».
11I suoi fratelli perciò divennero invidiosi di lui, mentre il padre tenne per sé
la cosa.
12I suoi fratelli erano andati a pascolare il gregge del loro padre a Sichem.
13Israele disse a Giuseppe: «Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti
voglio mandare da loro». Gli rispose: «Eccomi!». 14Gli disse: «Va’ a vedere come
stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a darmi notizie». Lo fece
dunque partire dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem. 15Mentre egli si
aggirava per la campagna, lo trovò un uomo, che gli domandò: «Che cosa cerchi?».
16Rispose: «Sono in cerca dei miei fratelli. Indicami dove si trovano a pascolare».
17Quell’uomo disse: «Hanno tolto le tende di qui; li ho sentiti dire: “Andiamo a
Dotan!”». Allora Giuseppe ripartì in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan.
18Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro,
complottarono contro di lui per farlo morire. 19Si dissero l’un l’altro: «Eccolo! È
arrivato il signore dei sogni! 20Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna! Poi
diremo: “Una bestia feroce l’ha divorato!”. Così vedremo che ne sarà dei suoi
sogni!». 21Ma Ruben sentì e, volendo salvarlo dalle loro mani, disse: «Non
togliamogli la vita». 22Poi disse loro: «Non spargete il sangue, gettatelo in questa
cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»: egli intendeva
salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre. 23Quando Giuseppe fu arrivato
presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica con le
maniche lunghe che egli indossava, 24lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna:
era una cisterna vuota, senz’acqua.
25Poi sedettero per prendere cibo. Quand’ecco, alzando gli occhi, videro
arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Gàlaad, con i cammelli carichi di
resina, balsamo e làudano, che andavano a portare in Egitto. 26Allora Giuda disse ai
fratelli: «Che guadagno c’è a uccidere il nostro fratello e a coprire il suo sangue?
27Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è
nostro fratello e nostra carne». I suoi fratelli gli diedero ascolto. 28Passarono alcuni
mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per
venti sicli d’argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto
in Egitto.
29Quando Ruben tornò alla cisterna, ecco, Giuseppe non c’era più. Allora si
stracciò le vesti, 30tornò dai suoi fratelli e disse: «Il ragazzo non c’è più; e io, dove
andrò?». 31Allora presero la tunica di Giuseppe, sgozzarono un capro e intinsero la
tunica nel sangue. 32Poi mandarono al padre la tunica con le maniche lunghe e
gliela fecero pervenire con queste parole: «Abbiamo trovato questa; per favore,
verifica se è la tunica di tuo figlio o no». 33Egli la riconobbe e disse: «È la tunica di
mio figlio! Una bestia feroce l’ha divorato. Giuseppe è stato sbranato». 34Giacobbe
si stracciò le vesti, si pose una tela di sacco attorno ai fianchi e fece lutto sul suo
figlio per molti giorni. 35Tutti i figli e le figlie vennero a consolarlo, ma egli non
volle essere consolato dicendo: «No, io scenderò in lutto da mio figlio negli inferi».
E il padre suo lo pianse.
36Intanto i Madianiti lo vendettero in Egitto a Potifàr, eunuco del faraone e
comandante delle guardie.
38 1In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e si stabilì presso un uomo di
Adullàm, di nome Chira. 2Qui Giuda notò la figlia di un Cananeo chiamato Sua, la
prese in moglie e si unì a lei. 3Ella concepì e partorì un figlio e lo chiamò Er.
4Concepì ancora e partorì un figlio e lo chiamò Onan. 5Ancora un’altra volta partorì
un figlio e lo chiamò Sela. Egli si trovava a Chezìb, quando lei lo partorì.
6Giuda scelse per il suo primogenito Er una moglie, che si chiamava Tamar.
7Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso agli occhi del Signore, e il Signore lo
fece morire. 8Allora Giuda disse a Onan: «Va’ con la moglie di tuo fratello, compi
verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità a tuo fratello». 9Ma
Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si
univa alla moglie del fratello, disperdeva il seme per terra, per non dare un
discendente al fratello. 10Ciò che egli faceva era male agli occhi del Signore, il quale
fece morire anche lui. 11Allora Giuda disse alla nuora Tamar: «Ritorna a casa da tuo
padre, come vedova, fin quando il mio figlio Sela sarà cresciuto». Perché pensava:
«Che non muoia anche questo come i suoi fratelli!». Così Tamar se ne andò e
ritornò alla casa di suo padre.
12Trascorsero molti giorni, e morì la figlia di Sua, moglie di Giuda. Quando
Giuda ebbe finito il lutto, si recò a Timna da quelli che tosavano il suo gregge e con
lui c’era Chira, il suo amico di Adullàm. 13La notizia fu data a Tamar: «Ecco, tuo
suocero va a Timna per la tosatura del suo gregge». 14Allora Tamar si tolse gli abiti
vedovili, si coprì con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all’ingresso
di Enàim, che è sulla strada per Timna. Aveva visto infatti che Sela era ormai
cresciuto, ma lei non gli era stata data in moglie. 15Quando Giuda la vide, la prese
per una prostituta, perché essa si era coperta la faccia. 16Egli si diresse su quella
strada verso di lei e disse: «Lascia che io venga con te!». Non sapeva infatti che era
sua nuora. Ella disse: «Che cosa mi darai per venire con me?». 17Rispose: «Io ti
manderò un capretto del gregge». Ella riprese: «Mi lasci qualcosa in pegno fin
quando non me lo avrai mandato?». 18Egli domandò: «Qual è il pegno che devo
dare?». Rispose: «Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano». Allora
Giuda glieli diede e si unì a lei. Ella rimase incinta. 19Poi si alzò e se ne andò; si
tolse il velo e riprese gli abiti vedovili. 20Giuda mandò il capretto per mezzo del suo
amico di Adullàm, per riprendere il pegno dalle mani di quella donna, ma quello
non la trovò. 21Domandò agli uomini di quel luogo: «Dov’è quella prostituta che
stava a Enàim, sulla strada?». Ma risposero: «Qui non c’è stata alcuna prostituta».
22Così tornò da Giuda e disse: «Non l’ho trovata; anche gli uomini di quel luogo
dicevano: “Qui non c’è stata alcuna prostituta”». 23Allora Giuda disse: «Si tenga
quello che ha! Altrimenti ci esponiamo agli scherni. Ecco: le ho mandato questo
capretto, ma tu non l’hai trovata».
24Circa tre mesi dopo, fu portata a Giuda questa notizia: «Tamar, tua nuora, si
è prostituita e anzi è incinta a causa delle sue prostituzioni». Giuda disse:
«Conducetela fuori e sia bruciata!». 25Mentre veniva condotta fuori, ella mandò a
dire al suocero: «Io sono incinta dell’uomo a cui appartengono questi oggetti». E
aggiunse: «Per favore, verifica di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo
bastone». 26Giuda li riconobbe e disse: «Lei è più giusta di me: infatti, io non l’ho
data a mio figlio Sela». E non ebbe più rapporti con lei.
27Quando giunse per lei il momento di partorire, ecco, aveva nel grembo due
gemelli. 28Durante il parto, uno di loro mise fuori una mano e la levatrice prese un
filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è uscito per primo».
29Ma poi questi ritirò la mano, ed ecco venne alla luce suo fratello. Allora ella
esclamò: «Come ti sei aperto una breccia?» e fu chiamato Peres. 30Poi uscì suo
fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e fu chiamato Zerach.
39 1Giuseppe era stato portato in Egitto, e Potifàr, eunuco del faraone e
comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che
l’avevano condotto laggiù. 2Il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e
rimase nella casa dell’Egiziano, suo padrone. 3Il suo padrone si accorse che il
Signore era con lui e che il Signore faceva riuscire per mano sua quanto egli
intraprendeva. 4Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore
personale; anzi, quello lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi
averi. 5Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi
averi, il Signore benedisse la casa dell’Egiziano grazie a Giuseppe e la benedizione
del Signore fu su quanto aveva, sia in casa sia nella campagna. 6Così egli lasciò tutti
i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non si occupava più di nulla, se non del cibo
che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e attraente di aspetto.
7Dopo questi fatti, la moglie del padrone mise gli occhi su Giuseppe e gli
disse: «Còricati con me!». 8Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone:
«Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha
dato in mano tutti i suoi averi. 9Lui stesso non conta più di me in questa casa; non
mi ha proibito nient’altro, se non te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei
fare questo grande male e peccare contro Dio?». 10E benché giorno dopo giorno ella
parlasse a Giuseppe in tal senso, egli non accettò di coricarsi insieme per unirsi a
lei.
11Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c’era alcuno
dei domestici. 12Ella lo afferrò per la veste, dicendo: «Còricati con me!». Ma egli le
lasciò tra le mani la veste, fuggì e se ne andò fuori. 13Allora lei, vedendo che egli le
aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori, 14chiamò i suoi domestici e
disse loro: «Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo per divertirsi con noi! Mi si
è accostato per coricarsi con me, ma io ho gridato a gran voce. 15Egli, appena ha
sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito e
se ne è andato fuori».
16Ed ella pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa.
17Allora gli disse le stesse cose: «Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi
si è accostato per divertirsi con me. 18Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha
abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori». 19Il padrone, all’udire le
parole che sua moglie gli ripeteva: «Proprio così mi ha fatto il tuo servo!», si accese
d’ira. 20Il padrone prese Giuseppe e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i
carcerati del re.
Così egli rimase là in prigione. 21Ma il Signore fu con Giuseppe, gli accordò
benevolenza e gli fece trovare grazia agli occhi del comandante della prigione.
22Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i carcerati che erano
nella prigione, e quanto c’era da fare là dentro lo faceva lui. 23Il comandante della
prigione non si prendeva più cura di nulla di quanto era affidato a Giuseppe,
perché il Signore era con lui e il Signore dava successo a tutto quanto egli faceva.
40 1Dopo questi fatti il coppiere del re d’Egitto e il panettiere offesero il loro
padrone, il re d’Egitto. 2Il faraone si adirò contro i suoi due eunuchi, il capo dei
coppieri e il capo dei panettieri, 3e li fece mettere in custodia nella casa del
comandante delle guardie, nella prigione dove Giuseppe era detenuto. 4Il
comandante delle guardie assegnò loro Giuseppe, perché li accudisse. Così essi
restarono nel carcere per un certo tempo.
5Ora, in una medesima notte, il coppiere e il panettiere del re d’Egitto,
detenuti nella prigione, ebbero tutti e due un sogno, ciascuno il suo sogno, con un
proprio significato. 6Alla mattina Giuseppe venne da loro e li vide abbattuti. 7Allora
interrogò gli eunuchi del faraone che erano con lui in carcere nella casa del suo
padrone, e disse: «Perché oggi avete la faccia così triste?». 8Gli risposero:
«Abbiamo fatto un sogno e non c’è chi lo interpreti». Giuseppe replicò loro: «Non
è forse Dio che ha in suo potere le interpretazioni? Raccontatemi dunque».
9Allora il capo dei coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: «Nel
mio sogno, ecco mi stava davanti una vite, 10sulla quale vi erano tre tralci; non
appena cominciò a germogliare, apparvero i fiori e i suoi grappoli maturarono gli
acini. 11Io tenevo in mano il calice del faraone; presi gli acini, li spremetti nella
coppa del faraone, poi diedi la coppa in mano al faraone».
12Giuseppe gli disse: «Eccone l’interpretazione: i tre tralci rappresentano tre
giorni. 13Fra tre giorni il faraone solleverà la tua testa e ti reintegrerà nella tua
carica e tu porgerai il calice al faraone, secondo la consuetudine di prima, quando
eri il suo coppiere. 14Se poi, nella tua fortuna, volessi ricordarti che sono stato con
te, trattami, ti prego, con bontà: ricordami al faraone per farmi uscire da questa
casa. 15Perché io sono stato portato via ingiustamente dalla terra degli Ebrei e
anche qui non ho fatto nulla perché mi mettessero in questo sotterraneo».
16Allora il capo dei panettieri, vedendo che l’interpretazione era favorevole,
disse a Giuseppe: «Quanto a me, nel mio sogno tenevo sul capo tre canestri di pane
bianco 17e nel canestro che stava di sopra c’era ogni sorta di cibi per il faraone,
quali si preparano dai panettieri. Ma gli uccelli li mangiavano dal canestro che
avevo sulla testa».
18Giuseppe rispose e disse: «Questa è l’interpretazione: i tre canestri
rappresentano tre giorni. 19Fra tre giorni il faraone solleverà la tua testa e ti
impiccherà a un palo e gli uccelli ti mangeranno la carne addosso».
20Appunto al terzo giorno, che era il giorno natalizio del faraone, questi fece
un banchetto per tutti i suoi ministri e allora sollevò la testa del capo dei coppieri e
la testa del capo dei panettieri in mezzo ai suoi ministri. 21Reintegrò il capo dei
coppieri nel suo ufficio di coppiere, perché porgesse la coppa al faraone; 22invece
impiccò il capo dei panettieri, secondo l’interpretazione che Giuseppe aveva loro
data. 23Ma il capo dei coppieri non si ricordò di Giuseppe e lo dimenticò.
41 1Due anni dopo, il faraone sognò di trovarsi presso il Nilo. 2Ed ecco, salirono
dal Nilo sette vacche, belle di aspetto e grasse, e si misero a pascolare tra i giunchi.
3Ed ecco, dopo quelle, salirono dal Nilo altre sette vacche, brutte di aspetto e
magre, e si fermarono accanto alle prime vacche sulla riva del Nilo. 4Le vacche
brutte di aspetto e magre divorarono le sette vacche belle di aspetto e grasse. E il
faraone si svegliò. 5Poi si addormentò e sognò una seconda volta: ecco, sette spighe
spuntavano da un unico stelo, grosse e belle. 6Ma, dopo quelle, ecco spuntare altre
sette spighe vuote e arse dal vento d’oriente. 7Le spighe vuote inghiottirono le sette
spighe grosse e piene. Il faraone si svegliò: era stato un sogno.
8Alla mattina il suo spirito ne era turbato, perciò convocò tutti gli indovini e
tutti i saggi dell’Egitto. Il faraone raccontò loro il sogno, ma nessuno sapeva
interpretarlo al faraone.
9Allora il capo dei coppieri parlò al faraone: «Io devo ricordare oggi le mie
colpe. 10Il faraone si era adirato contro i suoi servi e li aveva messi in carcere nella
casa del capo delle guardie, sia me sia il capo dei panettieri. 11Noi facemmo un
sogno nella stessa notte, io e lui; ma avemmo ciascuno un sogno con un proprio
significato. 12C’era là con noi un giovane ebreo, schiavo del capo delle guardie; noi
gli raccontammo i nostri sogni ed egli ce li interpretò, dando a ciascuno
l’interpretazione del suo sogno. 13E come egli ci aveva interpretato, così avvenne: io
fui reintegrato nella mia carica e l’altro fu impiccato».
14Allora il faraone convocò Giuseppe. Lo fecero uscire in fretta dal
sotterraneo; egli si rase, si cambiò gli abiti e si presentò al faraone. 15Il faraone
disse a Giuseppe: «Ho fatto un sogno e nessuno sa interpretarlo; ora io ho sentito
dire di te che ti basta ascoltare un sogno per interpretarlo subito». 16Giuseppe
rispose al faraone: «Non io, ma Dio darà la risposta per la salute del faraone!».
17Allora il faraone raccontò a Giuseppe: «Nel mio sogno io mi trovavo sulla
riva del Nilo. 18Ed ecco, salirono dal Nilo sette vacche grasse e belle di forma e si
misero a pascolare tra i giunchi. 19E, dopo quelle, ecco salire altre sette vacche
deboli, molto brutte di forma e magre; non ne vidi mai di così brutte in tutta la
terra d’Egitto. 20Le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche, quelle
grasse. 21Queste entrarono nel loro ventre, ma non ci si accorgeva che vi fossero
entrate, perché il loro aspetto era brutto come prima. E mi svegliai. 22Poi vidi nel
sogno spuntare da un unico stelo sette spighe, piene e belle. 23Ma ecco, dopo quelle,
spuntavano sette spighe secche, vuote e arse dal vento d’oriente. 24Le spighe vuote
inghiottirono le sette spighe belle. Ho riferito il sogno agli indovini, ma nessuno sa
darmene la spiegazione».
25Allora Giuseppe disse al faraone: «Il sogno del faraone è uno solo: Dio ha
indicato al faraone quello che sta per fare. 26Le sette vacche belle rappresentano
sette anni e le sette spighe belle rappresentano sette anni: si tratta di un unico
sogno. 27Le sette vacche magre e brutte, che salgono dopo quelle, rappresentano
sette anni e le sette spighe vuote, arse dal vento d’oriente, rappresentano sette
anni: verranno sette anni di carestia. 28È appunto quel che ho detto al faraone: Dio
ha manifestato al faraone quanto sta per fare. 29Ecco, stanno per venire sette anni
in cui ci sarà grande abbondanza in tutta la terra d’Egitto. 30A questi succederanno
sette anni di carestia; si dimenticherà tutta quell’abbondanza nella terra d’Egitto e
la carestia consumerà la terra. 31Non vi sarà più alcuna traccia dell’abbondanza che
vi era stata nella terra, a causa della carestia successiva, perché sarà molto dura.
32Quanto al fatto che il sogno del faraone si è ripetuto due volte, significa che la
cosa è decisa da Dio e che Dio si affretta a eseguirla.
33Il faraone pensi a trovare un uomo intelligente e saggio e lo metta a capo
della terra d’Egitto. 34Il faraone inoltre proceda a istituire commissari sul territorio,
per prelevare un quinto sui prodotti della terra d’Egitto durante i sette anni di
abbondanza. 35Essi raccoglieranno tutti i viveri di queste annate buone che stanno
per venire, ammasseranno il grano sotto l’autorità del faraone e lo terranno in
deposito nelle città. 36Questi viveri serviranno di riserva al paese per i sette anni di
carestia che verranno nella terra d’Egitto; così il paese non sarà distrutto dalla
carestia».
37La proposta piacque al faraone e a tutti i suoi ministri. 38Il faraone disse ai
ministri: «Potremo trovare un uomo come questo, in cui sia lo spirito di Dio?». 39E
il faraone disse a Giuseppe: «Dal momento che Dio ti ha manifestato tutto questo,
non c’è nessuno intelligente e saggio come te. 40Tu stesso sarai il mio governatore e
ai tuoi ordini si schiererà tutto il mio popolo: solo per il trono io sarò più grande di
te».
41Il faraone disse a Giuseppe: «Ecco, io ti metto a capo di tutta la terra
d’Egitto». 42Il faraone si tolse di mano l’anello e lo pose sulla mano di Giuseppe; lo
rivestì di abiti di lino finissimo e gli pose al collo un monile d’oro. 43Lo fece salire
sul suo secondo carro e davanti a lui si gridava: «Abrech». E così lo si stabilì su
tutta la terra d’Egitto. 44Poi il faraone disse a Giuseppe: «Io sono il faraone, ma
senza il tuo permesso nessuno potrà alzare la mano o il piede in tutta la terra
d’Egitto». 45E il faraone chiamò Giuseppe Safnat-Panèach e gli diede in moglie
Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di Eliòpoli. Giuseppe partì per visitare l’Egitto.
46Giuseppe aveva trent’anni quando entrò al servizio del faraone, re d’Egitto.
Quindi Giuseppe si allontanò dal faraone e percorse tutta la terra d’Egitto.
47Durante i sette anni di abbondanza la terra produsse a profusione. 48Egli raccolse
tutti i viveri dei sette anni di abbondanza che vennero nella terra d’Egitto, e ripose
i viveri nelle città: in ogni città i viveri della campagna circostante. 49Giuseppe
ammassò il grano come la sabbia del mare, in grandissima quantità, così che non
se ne fece più il computo, perché era incalcolabile.
50Intanto, prima che venisse l’anno della carestia, nacquero a Giuseppe due
figli, partoriti a lui da Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di Eliòpoli. 51Giuseppe
chiamò il primogenito Manasse, «perché – disse – Dio mi ha fatto dimenticare
ogni affanno e tutta la casa di mio padre». 52E il secondo lo chiamò Èfraim, «perché
– disse – Dio mi ha reso fecondo nella terra della mia afflizione».
53Finirono i sette anni di abbondanza nella terra d’Egitto 54e cominciarono i
sette anni di carestia, come aveva detto Giuseppe. Ci fu carestia in ogni paese, ma
in tutta la terra d’Egitto c’era il pane. 55Poi anche tutta la terra d’Egitto cominciò a
sentire la fame e il popolo gridò al faraone per avere il pane. Il faraone disse a tutti
gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà». 56La carestia
imperversava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti i depositi in cui vi era
grano e lo vendette agli Egiziani. La carestia si aggravava in Egitto, 57ma da ogni
paese venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché la carestia
infieriva su tutta la terra.
42 1Giacobbe venne a sapere che in Egitto c’era grano; perciò disse ai figli:
«Perché state a guardarvi l’un l’altro?». 2E continuò: «Ecco, ho sentito dire che vi è
grano in Egitto. Andate laggiù a comprarne per noi, perché viviamo e non
moriamo». 3Allora i dieci fratelli di Giuseppe scesero per acquistare il frumento
dall’Egitto. 4Quanto a Beniamino, fratello di Giuseppe, Giacobbe non lo lasciò
partire con i fratelli, perché diceva: «Che non gli debba succedere qualche
disgrazia!». 5Arrivarono dunque i figli d’Israele per acquistare il grano, in mezzo ad
altri che pure erano venuti, perché nella terra di Canaan c’era la carestia.
6Giuseppe aveva autorità su quella terra e vendeva il grano a tutta la sua
popolazione. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti
con la faccia a terra. 7Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l’estraneo
verso di loro, parlò duramente e disse: «Da dove venite?». Risposero: «Dalla terra
di Canaan, per comprare viveri». 8Giuseppe riconobbe dunque i fratelli, mentre
essi non lo riconobbero. 9Allora Giuseppe si ricordò dei sogni che aveva avuto a
loro riguardo e disse loro: «Voi siete spie! Voi siete venuti per vedere i punti
indifesi del territorio!». 10Gli risposero: «No, mio signore; i tuoi servi sono venuti
per acquistare viveri. 11Noi siamo tutti figli di un solo uomo. Noi siamo sinceri. I
tuoi servi non sono spie!». 12Ma egli insistette: «No, voi siete venuti per vedere i
punti indifesi del territorio!». 13Allora essi dissero: «Dodici sono i tuoi servi; siamo
fratelli, figli di un solo uomo, che abita nella terra di Canaan; ora il più giovane è
presso nostro padre e uno non c’è più». 14Giuseppe disse loro: «Le cose stanno
come vi ho detto: voi siete spie! 15In questo modo sarete messi alla prova: per la
vita del faraone, voi non uscirete di qui se non quando vi avrà raggiunto il vostro
fratello più giovane. 16Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; voi
rimarrete prigionieri. Saranno così messe alla prova le vostre parole, per sapere se
la verità è dalla vostra parte. Se no, per la vita del faraone, voi siete spie!». 17E li
tenne in carcere per tre giorni.
18Il terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e avrete salva la vita; io
temo Dio! 19Se voi siete sinceri, uno di voi fratelli resti prigioniero nel vostro
carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostre case. 20Poi mi
condurrete qui il vostro fratello più giovane. Così le vostre parole si dimostreranno
vere e non morirete». Essi annuirono. 21Si dissero allora l’un l’altro: «Certo su di
noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto con quale
angoscia ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci ha colpiti
quest’angoscia». 22Ruben prese a dir loro: «Non vi avevo detto io: “Non peccate
contro il ragazzo”? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco, ora ci viene domandato
conto del suo sangue». 23Non si accorgevano che Giuseppe li capiva, dato che tra lui
e loro vi era l’interprete.
24Allora egli andò in disparte e pianse. Poi tornò e parlò con loro. Scelse tra
loro Simeone e lo fece incatenare sotto i loro occhi. 25Quindi Giuseppe diede ordine
di riempire di frumento i loro sacchi e di rimettere il denaro di ciascuno nel suo
sacco e di dare loro provviste per il viaggio. E così venne loro fatto.
26Essi caricarono il grano sugli asini e partirono di là. 27Ora, in un luogo dove
passavano la notte, uno di loro aprì il sacco per dare il foraggio all’asino e vide il
proprio denaro alla bocca del sacco. 28Disse ai fratelli: «Mi è stato restituito il
denaro: eccolo qui nel mio sacco!». Allora si sentirono mancare il cuore e,
tremanti, si dissero l’un l’altro: «Che è mai questo che Dio ci ha fatto?».
29Arrivati da Giacobbe loro padre, nella terra di Canaan, gli riferirono tutte le
cose che erano loro capitate: 30«Quell’uomo, che è il signore di quella terra, ci ha
parlato duramente e ci ha trattato come spie del territorio. 31Gli abbiamo detto:
“Noi siamo sinceri; non siamo spie! 32Noi siamo dodici fratelli, figli dello stesso
padre: uno non c’è più e il più giovane è ora presso nostro padre nella terra di
Canaan”. 33Ma l’uomo, signore di quella terra, ci ha risposto: “Mi accerterò se voi
siete sinceri in questo modo: lasciate qui con me uno dei vostri fratelli, prendete il
grano necessario alle vostre case e andate. 34Poi conducetemi il vostro fratello più
giovane; così mi renderò conto che non siete spie, ma che siete sinceri; io vi
renderò vostro fratello e voi potrete circolare nel territorio”».
35Mentre svuotavano i sacchi, ciascuno si accorse di avere la sua borsa di
denaro nel proprio sacco. Quando essi e il loro padre videro le borse di denaro,
furono presi da timore. 36E il loro padre Giacobbe disse: «Voi mi avete privato dei
figli! Giuseppe non c’è più, Simeone non c’è più e Beniamino me lo volete
prendere. Tutto ricade su di me!».
37Allora Ruben disse al padre: «Farai morire i miei due figli, se non te lo
ricondurrò. Affidalo alle mie mani e io te lo restituirò». 38Ma egli rispose: «Il mio
figlio non andrà laggiù con voi, perché suo fratello è morto ed egli è rimasto solo.
Se gli capitasse una disgrazia durante il viaggio che voi volete fare, fareste scendere
con dolore la mia canizie negli inferi».
43 1La carestia continuava a gravare sulla terra. 2Quand’ebbero finito di
consumare il grano che avevano portato dall’Egitto, il padre disse loro: «Tornate là
e acquistate per noi un po’ di viveri». 3Ma Giuda gli disse: «Quell’uomo ci ha
avvertito severamente: “Non verrete alla mia presenza, se non avrete con voi il
vostro fratello!”. 4Se tu sei disposto a lasciar partire con noi nostro fratello,
andremo laggiù e ti compreremo dei viveri. 5Ma se tu non lo lasci partire, non ci
andremo, perché quell’uomo ci ha detto: “Non verrete alla mia presenza, se non
avrete con voi il vostro fratello!”». 6Israele disse: «Perché mi avete fatto questo
male: far sapere a quell’uomo che avevate ancora un fratello?». 7Risposero:
«Quell’uomo ci ha interrogati con insistenza intorno a noi e alla nostra parentela:
“È ancora vivo vostro padre? Avete qualche altro fratello?”. E noi abbiamo risposto
secondo queste domande. Come avremmo potuto sapere che egli avrebbe detto:
“Conducete qui vostro fratello”?».
8Giuda disse a Israele suo padre: «Lascia venire il giovane con me;
prepariamoci a partire per sopravvivere e non morire, noi, tu e i nostri bambini. 9Io
mi rendo garante di lui: dalle mie mani lo reclamerai. Se non te lo ricondurrò, se
non te lo riporterò, io sarò colpevole contro di te per tutta la vita. 10Se non avessimo
indugiato, ora saremmo già di ritorno per la seconda volta». 11Israele, loro padre,
rispose: «Se è così, fate pure: mettete nei vostri bagagli i prodotti più scelti della
terra e portateli in dono a quell’uomo: un po’ di balsamo, un po’ di miele, resina e
làudano, pistacchi e mandorle. 12Prendete con voi il doppio del denaro, così
porterete indietro il denaro che è stato rimesso nella bocca dei vostri sacchi: forse
si tratta di un errore. 13Prendete anche vostro fratello, partite e tornate da
quell’uomo. 14Dio l’Onnipotente vi faccia trovare misericordia presso quell’uomo,
così che vi rilasci sia l’altro fratello sia Beniamino. Quanto a me, una volta che non
avrò più i miei figli, non li avrò più!».
15Gli uomini presero dunque questo dono e il doppio del denaro e anche
Beniamino, si avviarono, scesero in Egitto e si presentarono a Giuseppe. 16Quando
Giuseppe vide Beniamino con loro, disse al suo maggiordomo: «Conduci questi
uomini in casa, macella quello che occorre e apparecchia, perché questi uomini
mangeranno con me a mezzogiorno». 17 Quell’uomo fece come Giuseppe aveva
ordinato e introdusse quegli uomini nella casa di Giuseppe. 18Ma essi si
spaventarono, perché venivano condotti in casa di Giuseppe, e si dissero: «A causa
del denaro, rimesso l’altra volta nei nostri sacchi, ci conducono là: per assalirci,
piombarci addosso e prenderci come schiavi con i nostri asini».
19Allora si avvicinarono al maggiordomo della casa di Giuseppe e parlarono
con lui all’ingresso della casa; 20dissero: «Perdona, mio signore, noi siamo venuti
già un’altra volta per comprare viveri. 21Quando fummo arrivati a un luogo per
passarvi la notte, aprimmo i sacchi ed ecco, il denaro di ciascuno si trovava alla
bocca del suo sacco: proprio il nostro denaro con il suo peso esatto. Noi ora
l’abbiamo portato indietro 22e, per acquistare i viveri, abbiamo portato con noi
altro denaro. Non sappiamo chi abbia messo nei sacchi il nostro denaro!». 23Ma
quegli disse: «State in pace, non temete! Il vostro Dio e il Dio dei vostri padri vi ha
messo un tesoro nei sacchi; il vostro denaro lo avevo ricevuto io». E condusse loro
Simeone.
24Quell’uomo fece entrare gli uomini nella casa di Giuseppe, diede loro
dell’acqua, perché si lavassero i piedi e diede il foraggio ai loro asini. 25Essi
prepararono il dono nell’attesa che Giuseppe arrivasse a mezzogiorno, perché
avevano saputo che avrebbero preso cibo in quel luogo. 26Quando Giuseppe arrivò
a casa, gli presentarono il dono che avevano con sé, e si prostrarono davanti a lui
con la faccia a terra. 27Egli domandò loro come stavano e disse: «Sta bene il vostro
vecchio padre di cui mi avete parlato? Vive ancora?». 28Risposero: «Il tuo servo,
nostro padre, sta bene, è ancora vivo» e si inginocchiarono prostrandosi. 29Egli alzò
gli occhi e guardò Beniamino, il suo fratello, figlio della stessa madre, e disse: «È
questo il vostro fratello più giovane, di cui mi avete parlato?» e aggiunse: «Dio ti
conceda grazia, figlio mio!». 30Giuseppe si affrettò a uscire, perché si era commosso
nell’intimo alla presenza di suo fratello e sentiva il bisogno di piangere; entrò nella
sua camera e pianse. 31Poi si lavò la faccia, uscì e, facendosi forza, ordinò: «Servite
il pasto». 32Fu servito per lui a parte, per loro a parte e per i commensali egiziani a
parte, perché gli Egiziani non possono prender cibo con gli Ebrei: ciò sarebbe per
loro un abominio. 33Presero posto davanti a lui dal primogenito al più giovane,
ciascuno in ordine di età, e si guardavano con meraviglia l’un l’altro. 34Egli fece
portare loro porzioni prese dalla propria mensa, ma la porzione di Beniamino era
cinque volte più abbondante di quella di tutti gli altri. E con lui bevvero fino
all’allegria.
44 1Diede poi quest’ordine al suo maggiordomo: «Riempi i sacchi di quegli
uomini di tanti viveri quanti ne possono contenere e rimetti il denaro di ciascuno
alla bocca del suo sacco. 2Metterai la mia coppa, la coppa d’argento, alla bocca del
sacco del più giovane, insieme con il denaro del suo grano». Quello fece secondo
l’ordine di Giuseppe.
3Alle prime luci del mattino quegli uomini furono fatti partire con i loro asini.
4Erano appena usciti dalla città e ancora non si erano allontanati, quando Giuseppe
disse al suo maggiordomo: «Su, insegui quegli uomini, raggiungili e di’ loro:
“Perché avete reso male per bene? 5Non è forse questa la coppa in cui beve il mio
signore e per mezzo della quale egli suole trarre i presagi? Avete fatto male a fare
così”». 6Egli li raggiunse e ripeté loro queste parole. 7Quelli gli risposero: «Perché il
mio signore dice questo? Lontano dai tuoi servi il fare una cosa simile! 8Ecco, se ti
abbiamo riportato dalla terra di Canaan il denaro che abbiamo trovato alla bocca
dei nostri sacchi, come avremmo potuto rubare argento o oro dalla casa del tuo
padrone? 9Quello dei tuoi servi, presso il quale si troverà, sia messo a morte e
anche noi diventeremo schiavi del mio signore». 10Rispose: «Ebbene, come avete
detto, così sarà: colui, presso il quale si troverà la coppa, diventerà mio schiavo e
voi sarete innocenti». 11Ciascuno si affrettò a scaricare a terra il suo sacco e lo aprì.
12Quegli li frugò cominciando dal maggiore e finendo con il più piccolo, e la coppa
fu trovata nel sacco di Beniamino.
13Allora essi si stracciarono le vesti, ricaricarono ciascuno il proprio asino e
tornarono in città. 14Giuda e i suoi fratelli vennero nella casa di Giuseppe, che si
trovava ancora là, e si gettarono a terra davanti a lui. 15Giuseppe disse loro: «Che
azione avete commesso? Non vi rendete conto che un uomo come me è capace di
indovinare?». 16Giuda disse: «Che diremo al mio signore? Come parlare? Come
giustificarci? Dio stesso ha scoperto la colpa dei tuoi servi! Eccoci schiavi del mio
signore, noi e colui che è stato trovato in possesso della coppa». 17Ma egli rispose:
«Lontano da me fare una cosa simile! L’uomo trovato in possesso della coppa,
quello sarà mio schiavo: quanto a voi, tornate in pace da vostro padre».
18Allora Giuda gli si fece innanzi e disse: «Perdona, mio signore, sia permesso
al tuo servo di far sentire una parola agli orecchi del mio signore; non si accenda la
tua ira contro il tuo servo, perché uno come te è pari al faraone! 19Il mio signore
aveva interrogato i suoi servi: “Avete ancora un padre o un fratello?”. 20E noi
avevamo risposto al mio signore: “Abbiamo un padre vecchio e un figlio ancora
giovane natogli in vecchiaia, il fratello che aveva è morto ed egli è rimasto l’unico
figlio di quella madre e suo padre lo ama”. 21Tu avevi detto ai tuoi servi:
“Conducetelo qui da me, perché possa vederlo con i miei occhi”. 22Noi avevamo
risposto al mio signore: “Il giovinetto non può abbandonare suo padre: se lascerà
suo padre, questi ne morirà”. 23Ma tu avevi ingiunto ai tuoi servi: “Se il vostro
fratello minore non verrà qui con voi, non potrete più venire alla mia presenza”.
24Fatto ritorno dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole del mio signore. 25E
nostro padre disse: “Tornate ad acquistare per noi un po’ di viveri”. 26E noi
rispondemmo: “Non possiamo ritornare laggiù: solo se verrà con noi il nostro
fratello minore, andremo; non saremmo ammessi alla presenza di quell’uomo
senza avere con noi il nostro fratello minore”. 27Allora il tuo servo, mio padre, ci
disse: “Voi sapete che due figli mi aveva procreato mia moglie. 28Uno partì da me e
dissi: certo è stato sbranato! Da allora non l’ho più visto. 29Se ora mi porterete via
anche questo e gli capitasse una disgrazia, voi fareste scendere con dolore la mia
canizie negli inferi”. 30Ora, se io arrivassi dal tuo servo, mio padre, e il giovinetto
non fosse con noi, poiché la vita dell’uno è legata alla vita dell’altro, 31non appena
egli vedesse che il giovinetto non è con noi, morirebbe, e i tuoi servi avrebbero
fatto scendere con dolore negli inferi la canizie del tuo servo, nostro padre. 32Ma il
tuo servo si è reso garante del giovinetto presso mio padre dicendogli: “Se non te lo
ricondurrò, sarò colpevole verso mio padre per tutta la vita”. 33Ora, lascia che il tuo
servo rimanga al posto del giovinetto come schiavo del mio signore e il giovinetto
torni lassù con i suoi fratelli! 34Perché, come potrei tornare da mio padre senza
avere con me il giovinetto? Che io non veda il male che colpirebbe mio padre!».
45 1Allora Giuseppe non poté più trattenersi dinanzi a tutti i circostanti e gridò:
«Fate uscire tutti dalla mia presenza!». Così non restò nessun altro presso di lui,
mentre Giuseppe si faceva conoscere dai suoi fratelli. 2E proruppe in un grido di
pianto. Gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone.
3Giuseppe disse ai fratelli: «Io sono Giuseppe! È ancora vivo mio padre?». Ma i
suoi fratelli non potevano rispondergli, perché sconvolti dalla sua presenza. 4Allora
Giuseppe disse ai fratelli: «Avvicinatevi a me!». Si avvicinarono e disse loro: «Io
sono Giuseppe, il vostro fratello, quello che voi avete venduto sulla via verso
l’Egitto. 5Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù,
perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. 6Perché già da
due anni vi è la carestia nella regione e ancora per cinque anni non vi sarà né
aratura né mietitura. 7Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la
sopravvivenza nella terra e per farvi vivere per una grande liberazione. 8Dunque
non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio. Egli mi ha stabilito padre per il
faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di tutto il territorio d’Egitto.
9Affrettatevi a salire da mio padre e ditegli: “Così dice il tuo figlio Giuseppe: Dio mi
ha stabilito signore di tutto l’Egitto. Vieni quaggiù presso di me senza tardare.
10Abiterai nella terra di Gosen e starai vicino a me tu con i tuoi figli e i figli dei tuoi
figli, le tue greggi e i tuoi armenti e tutti i tuoi averi. 11Là io provvederò al tuo
sostentamento, poiché la carestia durerà ancora cinque anni, e non cadrai
nell’indigenza tu, la tua famiglia e quanto possiedi”. 12Ed ecco, i vostri occhi lo
vedono e lo vedono gli occhi di mio fratello Beniamino: è la mia bocca che vi parla!
13Riferite a mio padre tutta la gloria che io ho in Egitto e quanto avete visto;
affrettatevi a condurre quaggiù mio padre». 14Allora egli si gettò al collo di suo
fratello Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva, stretto al suo collo. 15Poi
baciò tutti i fratelli e pianse. Dopo, i suoi fratelli si misero a conversare con lui.
16Intanto nella casa del faraone si era diffusa la voce: «Sono venuti i fratelli di
Giuseppe!» e questo fece piacere al faraone e ai suoi ministri. 17Allora il faraone
disse a Giuseppe: «Di’ ai tuoi fratelli: “Fate così: caricate le cavalcature, partite e
andate nella terra di Canaan. 18Prendete vostro padre e le vostre famiglie e venite
da me: io vi darò il meglio del territorio d’Egitto e mangerete i migliori prodotti
della terra”. 19Quanto a te, da’ loro questo comando: “Fate così: prendete con voi
dalla terra d’Egitto carri per i vostri bambini e le vostre donne, caricate vostro
padre e venite. 20Non abbiate rincrescimento per i vostri beni, perché il meglio di
tutta la terra d’Egitto sarà vostro”».
21Così fecero i figli d’Israele. Giuseppe diede loro carri secondo l’ordine del
faraone e consegnò loro una provvista per il viaggio. 22Diede a tutti un cambio di
abiti per ciascuno, ma a Beniamino diede trecento sicli d’argento e cinque cambi di
abiti. 23Inoltre mandò al padre dieci asini carichi dei migliori prodotti dell’Egitto e
dieci asine cariche di frumento, pane e viveri per il viaggio del padre. 24Poi congedò
i fratelli e, mentre partivano, disse loro: «Non litigate durante il viaggio!».
25Così essi salirono dall’Egitto e arrivarono nella terra di Canaan, dal loro
padre Giacobbe, 26e gli riferirono: «Giuseppe è ancora vivo, anzi governa lui tutto il
territorio d’Egitto!». Ma il suo cuore rimase freddo, perché non poteva credere
loro. 27Quando però gli riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva detto loro ed
egli vide i carri che Giuseppe gli aveva mandato per trasportarlo, allora lo spirito
del loro padre Giacobbe si rianimò. 28Israele disse: «Basta! Giuseppe, mio figlio, è
vivo. Voglio andare a vederlo, prima di morire!».
46 1Israele dunque levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Bersabea, dove
offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco. 2Dio disse a Israele in una visione nella
notte: «Giacobbe, Giacobbe!». Rispose: «Eccomi!». 3Riprese: «Io sono Dio, il Dio
di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te una
grande nazione. 4Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare. Giuseppe ti
chiuderà gli occhi con le sue mani».
5Giacobbe partì da Bersabea e i figli d’Israele fecero salire il loro padre
Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandato per
trasportarlo. 6Presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistato nella
terra di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e con lui tutti i suoi discendenti. 7Egli
condusse con sé in Egitto i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi
discendenti.
8Questi sono i nomi dei figli d’Israele che entrarono in Egitto: Giacobbe e i
suoi figli, il primogenito di Giacobbe, Ruben. 9I figli di Ruben: Enoc, Pallu,
Chesron e Carmì. 10I figli di Simeone: Iemuèl, Iamin, Oad, Iachin, Socar e Saul,
figlio della Cananea. 11I figli di Levi: Gherson, Keat e Merarì. 12I figli di Giuda: Er,
Onan, Sela, Peres e Zerach; ma Er e Onan erano morti nella terra di Canaan.
Furono figli di Peres: Chesron e Camul. 13I figli di Ìssacar: Tola, Puva, Iob e
Simron. 14I figli di Zàbulon: Sered, Elon e Iacleèl. 15Questi sono i figli che Lia partorì
a Giacobbe in Paddan-Aram oltre alla figlia Dina; tutti i figli e le figlie di Giacobbe
erano trentatré persone.
16I figli di Gad: Sifiòn, Agghì, Sunì, Esbon, Erì, Arodì e Arelì. 17I figli di Aser:
Imna, Isva, Isvì, Berià e la loro sorella Serach. I figli di Berià: Cheber e Malchièl.
18Questi sono i figli di Zilpa, che Làbano aveva dato come schiava alla figlia Lia; ella
li partorì a Giacobbe: erano sedici persone.
19I figli di Rachele, moglie di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino. 20A Giuseppe
erano nati in Egitto Èfraim e Manasse, che gli partorì Asenat, figlia di Potifera,
sacerdote di Eliòpoli. 21I figli di Beniamino: Bela, Becher e Asbel, Ghera, Naamàn,
Echì, Ros, Muppìm, Uppìm e Ard. 22Questi sono i figli che Rachele partorì a
Giacobbe; in tutto quattordici persone.
23I figli di Dan: Cusìm. 24I figli di Nèftali: Iacseèl, Gunì, Ieser e Sillem. 25Questi
sono i figli di Bila, che Làbano diede come schiava alla figlia Rachele, ed ella li
partorì a Giacobbe; in tutto sette persone.
26Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto, discendenti da lui,
senza contare le mogli dei figli di Giacobbe, furono sessantasei. 27I figli che
nacquero a Giuseppe in Egitto furono due. Tutte le persone della famiglia di
Giacobbe, che entrarono in Egitto, ammontano a settanta.
28Egli aveva mandato Giuda davanti a sé da Giuseppe, perché questi desse
istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Arrivarono quindi alla terra di Gosen.
29Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì incontro a Israele, suo padre, in
Gosen. Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo, stretto al suo
collo. 30Israele disse a Giuseppe: «Posso anche morire, questa volta, dopo aver
visto la tua faccia, perché sei ancora vivo». 31Allora Giuseppe disse ai fratelli e alla
famiglia del padre: «Vado a informare il faraone e a dirgli: “I miei fratelli e la
famiglia di mio padre, che erano nella terra di Canaan, sono venuti da me. 32Questi
uomini sono pastori di greggi, si occupano di bestiame e hanno portato le loro
greggi, i loro armenti e tutti i loro averi”. 33Quando dunque il faraone vi chiamerà e
vi domanderà: “Qual è il vostro mestiere?”, 34risponderete: “I tuoi servi sono stati
gente dedita al bestiame; lo furono i nostri padri e lo siamo noi dalla nostra
fanciullezza fino ad ora”. Questo perché possiate risiedere nella terra di Gosen».
Perché tutti i pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani.
47 1Giuseppe andò a informare il faraone dicendogli: «Mio padre e i miei fratelli
con le loro greggi e i loro armenti e con tutti i loro averi sono venuti dalla terra di
Canaan; eccoli nella terra di Gosen». 2Intanto prese cinque uomini dal gruppo dei
suoi fratelli e li presentò al faraone. 3Il faraone domandò loro: «Qual è il vostro
mestiere?». Essi risposero al faraone: «Pastori di greggi sono i tuoi servi, lo siamo
noi e lo furono i nostri padri». 4E dissero al faraone: «Siamo venuti per soggiornare
come forestieri nella regione, perché non c’è più pascolo per il gregge dei tuoi servi;
infatti è grave la carestia nella terra di Canaan. E ora lascia che i tuoi servi si
stabiliscano nella terra di Gosen!».
5Allora il faraone disse a Giuseppe: «Tuo padre e i tuoi fratelli sono dunque
venuti da te. 6Ebbene, la terra d’Egitto è a tua disposizione: fa’ risiedere tuo padre e
i tuoi fratelli nella regione migliore. Risiedano pure nella terra di Gosen. Se tu sai
che vi sono tra loro uomini capaci, costituiscili sopra i miei averi in qualità di
sorveglianti sul bestiame». 7Quindi Giuseppe introdusse Giacobbe, suo padre, e lo
presentò al faraone, e Giacobbe benedisse il faraone. 8Il faraone domandò a
Giacobbe: «Quanti anni hai?». 9Giacobbe rispose al faraone: «Centotrenta di vita
errabonda, pochi e tristi sono stati gli anni della mia vita e non hanno raggiunto il
numero degli anni dei miei padri, al tempo della loro vita errabonda». 10E Giacobbe
benedisse il faraone e si allontanò dal faraone.
11Giuseppe fece risiedere suo padre e i suoi fratelli e diede loro una proprietà
nella terra d’Egitto, nella regione migliore, nel territorio di Ramses, come aveva
comandato il faraone. 12Giuseppe provvide al sostentamento del padre, dei fratelli e
di tutta la famiglia di suo padre, secondo il numero dei bambini.
13Ora non c’era pane in tutta la terra, perché la carestia era molto grave: la
terra d’Egitto e la terra di Canaan languivano per la carestia. 14Giuseppe raccolse
tutto il denaro che si trovava nella terra d’Egitto e nella terra di Canaan in cambio
del grano che essi acquistavano; Giuseppe consegnò questo denaro alla casa del
faraone.
15Quando fu esaurito il denaro della terra d’Egitto e della terra di Canaan, tutti
gli Egiziani vennero da Giuseppe a dire: «Dacci del pane! Perché dovremmo
morire sotto i tuoi occhi? Infatti non c’è più denaro». 16Rispose Giuseppe: «Se non
c’è più denaro, cedetemi il vostro bestiame e io vi darò pane in cambio del vostro
bestiame». 17Condussero così a Giuseppe il loro bestiame e Giuseppe diede loro il
pane in cambio dei cavalli e delle pecore, dei buoi e degli asini; così in quell’anno li
nutrì di pane in cambio di tutto il loro bestiame.
18Passato quell’anno, vennero da lui l’anno successivo e gli dissero: «Non
nascondiamo al mio signore che si è esaurito il denaro e anche il possesso del
bestiame è passato al mio signore, non rimane più a disposizione del mio signore
se non il nostro corpo e il nostro terreno. 19Perché dovremmo perire sotto i tuoi
occhi, noi e la nostra terra? Acquista noi e la nostra terra in cambio di pane e
diventeremo servi del faraone noi con la nostra terra; ma dacci di che seminare,
così che possiamo vivere e non morire e il suolo non diventi un deserto!». 20Allora
Giuseppe acquistò per il faraone tutto il terreno dell’Egitto, perché gli Egiziani
vendettero ciascuno il proprio campo, tanto infieriva su di loro la carestia. Così la
terra divenne proprietà del faraone. 21Quanto al popolo, egli lo trasferì nelle città da
un capo all’altro dell’Egitto. 22Soltanto il terreno dei sacerdoti egli non acquistò,
perché i sacerdoti avevano un’assegnazione fissa da parte del faraone e si
nutrivano dell’assegnazione che il faraone passava loro; per questo non vendettero
il loro terreno.
23Poi Giuseppe disse al popolo: «Vedete, io ho acquistato oggi per il faraone
voi e il vostro terreno. Eccovi il seme: seminate il terreno. 24Ma quando vi sarà il
raccolto, voi ne darete un quinto al faraone e quattro parti saranno vostre, per la
semina dei campi, per il nutrimento vostro e di quelli di casa vostra e per il
nutrimento dei vostri bambini». 25Gli risposero: «Ci hai salvato la vita! Ci sia solo
concesso di trovare grazia agli occhi del mio signore e saremo servi del faraone!».
26Così Giuseppe fece di questo una legge in vigore fino ad oggi sui terreni d’Egitto,
secondo la quale si deve dare la quinta parte al faraone. Soltanto i terreni dei
sacerdoti non divennero proprietà del faraone.
27Gli Israeliti intanto si stabilirono nella terra d’Egitto, nella regione di Gosen,
ebbero proprietà e furono fecondi e divennero molto numerosi.
28Giacobbe visse nella terra d’Egitto diciassette anni e gli anni della sua vita
furono centoquarantasette. 29Quando fu vicino il tempo della sua morte, Israele
chiamò il figlio Giuseppe e gli disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, metti la
mano sotto la mia coscia e usa con me bontà e fedeltà: non seppellirmi in Egitto!
30Quando io mi sarò coricato con i miei padri, portami via dall’Egitto e
seppelliscimi nel loro sepolcro». Rispose: «Farò come hai detto». 31Riprese:
«Giuramelo!». E glielo giurò. Allora Israele si prostrò sul capezzale del letto.
48 1Dopo queste cose, fu riferito a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è malato!». Allora
egli prese con sé i due figli Manasse ed Èfraim. 2Fu riferita la cosa a Giacobbe:
«Ecco, tuo figlio Giuseppe è venuto da te». Allora Israele raccolse le forze e si mise
a sedere sul letto. 3Giacobbe disse a Giuseppe: «Dio l’Onnipotente mi apparve a
Luz, nella terra di Canaan, e mi benedisse 4dicendomi: “Ecco, io ti rendo fecondo:
ti moltiplicherò e ti farò diventare un insieme di popoli e darò questa terra alla tua
discendenza dopo di te, in possesso perenne”. 5Ora i due figli che ti sono nati nella
terra d’Egitto prima del mio arrivo presso di te in Egitto, li considero miei: Èfraim
e Manasse saranno miei, come Ruben e Simeone. 6Invece i figli che tu avrai
generato dopo di essi apparterranno a te: saranno chiamati con il nome dei loro
fratelli nella loro eredità. 7Quanto a me, mentre giungevo da Paddan, tua madre
Rachele mi morì nella terra di Canaan durante il viaggio, quando mancava un
tratto di cammino per arrivare a Èfrata, e l’ho sepolta là lungo la strada di Èfrata,
cioè Betlemme».
8Israele vide i figli di Giuseppe e disse: «Chi sono questi?». 9Giuseppe disse al
padre: «Sono i figli che Dio mi ha dato qui». Riprese: «Portameli, perché io li
benedica!». 10Gli occhi d’Israele erano offuscati dalla vecchiaia: non poteva più
distinguere. Giuseppe li avvicinò a lui, che li baciò e li abbracciò. 11Israele disse a
Giuseppe: «Io non pensavo più di vedere il tuo volto; ma ecco, Dio mi ha concesso
di vedere anche la tua prole!». 12Allora Giuseppe li ritirò dalle sue ginocchia e si
prostrò con la faccia a terra. 13Li prese tutti e due, Èfraim con la sua destra, alla
sinistra d’Israele, e Manasse con la sua sinistra, alla destra d’Israele, e li avvicinò a
lui. 14Ma Israele stese la mano destra e la pose sul capo di Èfraim, che pure era il
più giovane, e la sua sinistra sul capo di Manasse, incrociando le braccia, benché
Manasse fosse il primogenito. 15E così benedisse Giuseppe:
«Il Dio, alla cui presenza hanno camminato
i miei padri, Abramo e Isacco,
il Dio che è stato il mio pastore
da quando esisto fino ad oggi,
16l’angelo che mi ha liberato da ogni male,
benedica questi ragazzi!
Sia ricordato in essi il mio nome
e il nome dei miei padri, Abramo e Isacco,
e si moltiplichino in gran numero
in mezzo alla terra!».
17Giuseppe notò che il padre aveva posato la destra sul capo di Èfraim e ciò gli
spiacque. Prese dunque la mano del padre per toglierla dal capo di Èfraim e porla
sul capo di Manasse. 18Disse al padre: «Non così, padre mio: è questo il
primogenito, posa la destra sul suo capo!». 19Ma il padre rifiutò e disse: «Lo so,
figlio mio, lo so: anch’egli diventerà un popolo, anch’egli sarà grande, ma il suo
fratello minore sarà più grande di lui, e la sua discendenza diventerà una
moltitudine di nazioni». 20E li benedisse in quel giorno:
«Di te si servirà Israele per benedire, dicendo:
“Dio ti renda come Èfraim e come Manasse!”».
Così pose Èfraim prima di Manasse.
21Quindi Israele disse a Giuseppe: «Ecco, io sto per morire, ma Dio sarà con
voi e vi farà tornare alla terra dei vostri padri. 22Quanto a me, io do a te, in più che
ai tuoi fratelli, un dorso di monte, che io ho conquistato dalle mani degli Amorrei,
con la spada e l’arco».
49 1Quindi Giacobbe chiamò i figli e disse: «Radunatevi, perché io vi annunci
quello che vi accadrà nei tempi futuri.
2Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe,
ascoltate Israele, vostro padre!
3Ruben, tu sei il mio primogenito,
il mio vigore e la primizia della mia virilità,
esuberante in fierezza ed esuberante in forza!
4Bollente come l’acqua, tu non avrai preminenza,
perché sei salito sul talamo di tuo padre,
hai profanato così il mio giaciglio.
5Simeone e Levi sono fratelli,
strumenti di violenza sono i loro coltelli.
6Nel loro conciliabolo non entri l’anima mia,
al loro convegno non si unisca il mio cuore,
perché nella loro ira hanno ucciso gli uomini
e nella loro passione hanno mutilato i tori.
7Maledetta la loro ira, perché violenta,
e la loro collera, perché crudele!
Io li dividerò in Giacobbe
e li disperderò in Israele.
8Giuda, ti loderanno i tuoi fratelli;
la tua mano sarà sulla cervice dei tuoi nemici;
davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre.
9Un giovane leone è Giuda:
dalla preda, figlio mio, sei tornato;
si è sdraiato, si è accovacciato come un leone
e come una leonessa; chi lo farà alzare?
10Non sarà tolto lo scettro da Giuda
né il bastone del comando tra i suoi piedi,
finché verrà colui al quale esso appartiene
e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli.
11Egli lega alla vite il suo asinello
e a una vite scelta il figlio della sua asina,
lava nel vino la sua veste
e nel sangue dell’uva il suo manto;
12scuri ha gli occhi più del vino
e bianchi i denti più del latte.
13Zàbulon giace lungo il lido del mare
e presso l’approdo delle navi,
con il fianco rivolto a Sidone.
14Ìssacar è un asino robusto,
accovacciato tra un doppio recinto.
15Ha visto che il luogo di riposo era bello,
che la terra era amena;
ha piegato il dorso a portare la soma
ed è stato ridotto ai lavori forzati.
16Dan giudica il suo popolo
come una delle tribù d’Israele.
17Sia Dan un serpente sulla strada,
una vipera cornuta sul sentiero,
che morde i garretti del cavallo,
così che il suo cavaliere cada all’indietro.
18Io spero nella tua salvezza, Signore!
19Gad, predoni lo assaliranno,
ma anche lui li assalirà alle calcagna.
20Aser, il suo pane è pingue:
egli fornisce delizie da re.
21Nèftali è una cerva slanciata;
egli propone parole d’incanto.
22Germoglio di ceppo fecondo è Giuseppe;
germoglio di ceppo fecondo presso una fonte,
i cui rami si stendono sul muro.
23Lo hanno esasperato e colpito,
lo hanno perseguitato i tiratori di frecce.
24Ma fu spezzato il loro arco,
furono snervate le loro braccia
per le mani del Potente di Giacobbe,
per il nome del Pastore, Pietra d’Israele.
25Per il Dio di tuo padre: egli ti aiuti,
e per il Dio l’Onnipotente: egli ti benedica!
Con benedizioni del cielo dall’alto,
benedizioni dell’abisso nel profondo,
benedizioni delle mammelle e del grembo.
26Le benedizioni di tuo padre sono superiori
alle benedizioni dei monti antichi,
alle attrattive dei colli perenni.
Vengano sul capo di Giuseppe
e sulla testa del principe tra i suoi fratelli!
27Beniamino è un lupo che sbrana:
al mattino divora la preda
e alla sera spartisce il bottino».
28Tutti questi formano le dodici tribù d’Israele. Questo è ciò che disse loro il
padre nell’atto di benedirli; egli benedisse ciascuno con una benedizione
particolare.
29Poi diede loro quest’ordine: «Io sto per essere riunito ai miei antenati:
seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel campo di Efron l’Ittita,
30nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre, nella terra di
Canaan, quella che Abramo acquistò con il campo di Efron l’Ittita come proprietà
sepolcrale. 31Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco e
Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. 32La proprietà del campo e della caverna che
si trova in esso è stata acquistata dagli Ittiti».
33Quando Giacobbe ebbe finito di dare quest’ordine ai figli, ritrasse i piedi nel
letto e spirò, e fu riunito ai suoi antenati.
50 1Allora Giuseppe si gettò sul volto di suo padre, pianse su di lui e lo baciò.
2Quindi Giuseppe ordinò ai medici al suo servizio di imbalsamare suo padre. I
medici imbalsamarono Israele 3e vi impiegarono quaranta giorni, perché tanti ne
occorrono per l’imbalsamazione. Gli Egiziani lo piansero settanta giorni.
4Passati i giorni del lutto, Giuseppe parlò alla casa del faraone: «Se ho trovato
grazia ai vostri occhi, vogliate riferire agli orecchi del faraone queste parole. 5Mio
padre mi ha fatto fare un giuramento, dicendomi: “Ecco, io sto per morire: tu devi
seppellirmi nel sepolcro che mi sono scavato nella terra di Canaan”. Ora, possa io
andare a seppellire mio padre e poi tornare». 6Il faraone rispose: «Va’ e seppellisci
tuo padre, come egli ti ha fatto giurare».
7Giuseppe andò a seppellire suo padre e con lui andarono tutti i ministri del
faraone, gli anziani della sua casa, tutti gli anziani della terra d’Egitto, 8tutta la casa
di Giuseppe, i suoi fratelli e la casa di suo padre. Lasciarono nella regione di Gosen
soltanto i loro bambini, le loro greggi e i loro armenti. 9Andarono con lui anche i
carri da guerra e la cavalleria, così da formare una carovana imponente. 10Quando
arrivarono all’aia di Atad, che è al di là del Giordano, fecero un lamento molto
grande e solenne, e Giuseppe celebrò per suo padre un lutto di sette giorni. 11I
Cananei che abitavano la terra videro il lutto all’aia di Atad e dissero: «È un lutto
grave questo per gli Egiziani». Per questo la si chiamò Abel-Misràim; essa si trova
al di là del Giordano.
12I figli di Giacobbe fecero per lui così come aveva loro comandato. 13I suoi
figli lo portarono nella terra di Canaan e lo seppellirono nella caverna del campo di
Macpela, quel campo che Abramo aveva acquistato, come proprietà sepolcrale, da
Efron l’Ittita, e che si trova di fronte a Mamre. 14Dopo aver sepolto suo padre,
Giuseppe tornò in Egitto insieme con i suoi fratelli e con quanti erano andati con
lui a seppellire suo padre.
15Ma i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il loro padre
era morto, e dissero: «Chissà se Giuseppe non ci tratterà da nemici e non ci
renderà tutto il male che noi gli abbiamo fatto?». 16Allora mandarono a dire a
Giuseppe: «Tuo padre prima di morire ha dato quest’ordine: 17“Direte a Giuseppe:
Perdona il delitto dei tuoi fratelli e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male!”.
Perdona dunque il delitto dei servi del Dio di tuo padre!». Giuseppe pianse quando
gli si parlò così. 18E i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e
dissero: «Eccoci tuoi schiavi!». 19Ma Giuseppe disse loro: «Non temete. Tengo io
forse il posto di Dio? 20Se voi avevate tramato del male contro di me, Dio ha
pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere
un popolo numeroso. 21Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi
e per i vostri bambini». Così li consolò parlando al loro cuore.
22Giuseppe con la famiglia di suo padre abitò in Egitto; egli visse centodieci
anni. 23Così Giuseppe vide i figli di Èfraim fino alla terza generazione e anche i figli
di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe. 24Poi Giuseppe
disse ai fratelli: «Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da
questa terra, verso la terra che egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a
Isacco e a Giacobbe». 25Giuseppe fece giurare ai figli d’Israele così: «Dio verrà certo
a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa».
26Giuseppe morì all’età di centodieci anni; lo imbalsamarono e fu posto in un
sarcofago in Egitto.


Cerca un Sito Cattolico




Home Page | bibbia vecchio testamento | bibbia nuovo testamento | a' livella | Mappa del sito


Menu di sezione:


Torna ai contenuti | Torna al menu