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2° Samuele

bibbia vecchio testamento > libri storici



2 Samuele
Bibbia CEI 2008
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La Sacra Bibbia (testo CEI 2008)
Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione
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1 1Dopo la morte di Saul, Davide tornò dalla strage degli Amaleciti e rimase a
Siklag due giorni.
2Al terzo giorno ecco arrivare un uomo dal campo di Saul con la
veste stracciata e col capo cosparso di polvere. Appena giunto presso Davide, cadde
a terra e si prostrò.
3Davide gli chiese: «Da dove vieni?». Rispose: «Sono fuggito
dal campo d’Israele».
4Davide gli domandò: «Come sono andate le cose? Su,
dammi notizie!». Rispose: «È successo che il popolo è fuggito nel corso della
battaglia, molti del popolo sono caduti e sono morti; anche Saul e suo figlio
Giònata sono morti».
5Davide chiese ancora al giovane che gli portava le notizie:
«Come sai che sono morti Saul e suo figlio Giònata?».
6Il giovane che recava la
notizia rispose: «Ero capitato per caso sul monte Gèlboe e vidi Saul curvo sulla
lancia: lo attaccavano carri e cavalieri.
7Egli si volse indietro, mi vide e mi chiamò
vicino. Dissi: “Eccomi!”.
8Mi chiese: “Chi sei tu?”. Gli risposi: “Sono un Amalecita”.
9Mi disse: “Gèttati sopra di me e uccidimi: io sento i brividi, ma la vita è ancora
tutta in me”.
10Io gli fui sopra e lo uccisi, perché capivo che non sarebbe
sopravvissuto alla sua caduta. Poi presi il diadema che era sul suo capo e la
catenella che aveva al braccio e li ho portati qui al mio signore».
11Davide afferrò le sue vesti e le stracciò; così fecero tutti gli uomini che erano
con lui.
12Essi alzarono lamenti, piansero e digiunarono fino a sera per Saul e
Giònata, suo figlio, per il popolo del Signore e per la casa d’Israele, perché erano
caduti di spada.
13Davide chiese poi al giovane che aveva portato la notizia: «Di
dove sei tu?». Rispose: «Sono figlio di un forestiero amalecita».
14Davide gli disse
allora: «Come non hai temuto di stendere la mano per uccidere il consacrato del
Signore?».
15Davide chiamò uno dei suoi giovani e gli disse: «Accòstati e
aggrediscilo». Egli lo colpì subito e quegli morì.
16Davide gridò a lui: «Il tuo sangue
ricada sul tuo capo. Attesta contro di te la tua bocca che ha detto: “Io ho ucciso il
consacrato del Signore!”».
17Allora Davide intonò questo lamento su Saul e suo figlio Giònata 18e ordinò
che fosse insegnato ai figli di Giuda; è il canto dell’arco e si trova scritto nel libro
del Giusto:
19«Il tuo vanto, Israele,
sulle tue alture giace trafitto!
Come sono caduti gli eroi?
20Non fatelo sapere in Gat,
non l’annunciate per le vie di Àscalon,
perché non ne facciano festa le figlie dei Filistei,
non ne gioiscano le figlie dei non circoncisi!
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21O monti di Gèlboe, non più rugiada né pioggia su di voi
né campi da primizie,
perché qui fu rigettato lo scudo degli eroi;
lo scudo di Saul non fu unto con olio,
22ma col sangue dei trafitti, col grasso degli eroi.
O arco di Giònata! Non tornò mai indietro.
O spada di Saul! Non tornava mai a vuoto.
23O Saul e Giònata, amabili e gentili,
né in vita né in morte furono divisi;
erano più veloci delle aquile,
più forti dei leoni.
24Figlie d’Israele, piangete su Saul,
che con delizia vi rivestiva di porpora,
che appendeva gioielli d’oro sulle vostre vesti.
25Come son caduti gli eroi
in mezzo alla battaglia?
Giònata, sulle tue alture trafitto!
26Una grande pena ho per te,
fratello mio, Giònata!
Tu mi eri molto caro;
la tua amicizia era per me preziosa,
più che amore di donna.
27Come sono caduti gli eroi,
sono perite le armi?».
2 1Dopo questi fatti, Davide consultò il Signore dicendo: «Devo salire in
qualcuna delle città di Giuda?». Il Signore gli rispose: «Sali!». Chiese ancora
Davide: «Dove salirò?». Rispose: «A Ebron».
2Davide dunque vi salì con le sue due
mogli, Achinòam di Izreèl e Abigàil, già moglie di Nabal di Carmel.
3Davide portò
con sé anche i suoi uomini, ognuno con la sua famiglia, e abitarono nelle città di
Ebron.
4Vennero allora gli uomini di Giuda e qui unsero Davide re sulla casa di
Giuda.
Come fu annunciato a Davide che gli uomini di Iabes di Gàlaad avevano
sepolto Saul,
5Davide inviò messaggeri agli uomini di Iabes di Gàlaad per dire loro:
«Benedetti voi dal Signore, perché avete compiuto questo gesto d'amore verso
Saul, vostro signore, dandogli sepoltura.
6Vi renda dunque il Signore amore e
fedeltà. Anche io farò a voi del bene, perché avete compiuto quest’opera.
7Ora
riprendano coraggio le vostre mani e siate uomini forti. È morto Saul, vostro
signore, ma quelli della tribù di Giuda hanno unto me come re sopra di loro».
8Intanto Abner, figlio di Ner, capo dell’esercito di Saul, prese Is-Baal, figlio di
Saul, e lo condusse a Macanàim.
9Poi lo costituì re su Gàlaad, sugli Asuriti, su
Izreèl, su Èfraim e su Beniamino, cioè su tutto Israele.
10Is-Baal, figlio di Saul,
aveva quarant’anni quando fu fatto re d’Israele e regnò due anni. Solo la casa di
Giuda seguiva Davide.
11Il periodo di tempo durante il quale Davide fu re di Ebron
fu di sette anni e sei mesi.
12Abner, figlio di Ner, e i servi di Is-Baal, figlio di Saul, partirono da
Macanàim per Gàbaon.
13Anche Ioab, figlio di Seruià, e i servi di Davide partirono e
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li incontrarono presso la piscina di Gàbaon. Questi stavano presso la piscina da
una parte e quelli dall’altra parte.
14Abner disse a Ioab: «Si alzino i giovani e lottino
davanti a noi». Ioab rispose: «Si alzino pure».
15Si alzarono e sfilarono in rassegna:
dodici dalla parte di Beniamino e di Is-Baal, figlio di Saul, e dodici tra i servi di
Davide.
16Ciascuno afferrò la testa dell’avversario e gli conficcò la spada nel fianco:
così caddero tutti insieme e quel luogo fu chiamato Campo dei Fianchi, che si trova
a Gàbaon.
17La battaglia divenne in quel giorno molto dura e furono sconfitti Abner e gli
Israeliti dai servi di Davide.
18Vi erano là tre figli di Seruià: Ioab, Abisài e Asaèl.
Asaèl era veloce nella corsa come le gazzelle della campagna.
19Asaèl si era messo a
inseguire Abner e non deviava né a destra né a sinistra dietro ad Abner.
20Abner si
volse indietro e gli disse: «Tu sei Asaèl?». Rispose: «Sì».
21Abner aggiunse: «Volgiti
a destra o a sinistra, afferra qualcuno dei giovani e porta via le sue spoglie». Ma
Asaèl non volle cessare d’inseguirlo.
22Abner tornò a dirgli: «Tìrati via. Perché vuoi
che ti stenda a terra? Come potrò alzare lo sguardo verso Ioab, tuo fratello?».
23Ma
siccome quegli non voleva ritirarsi, lo colpì con l’estremità inferiore della lancia al
ventre, così che la lancia gli uscì dall’altra parte ed egli cadde e morì sul posto.
Allora quanti arrivarono al luogo dove Asaèl era caduto e morto, si fermarono.
24Ma Ioab e Abisài inseguirono Abner, finché, al tramonto del sole, essi giunsero
alla collina di Ammà, di fronte a Ghiach, sulla strada del deserto di Gàbaon.
25I Beniaminiti si radunarono dietro Abner formando un gruppo compatto e
si fermarono in cima a una collina.
26Allora Abner gridò a Ioab: «Dovrà continuare
per sempre la spada a divorare? Non sai quanta amarezza ci sarà alla fine? Perché
non ti decidi a ordinare al popolo di cessare l’inseguimento dei loro fratelli?».
27Disse Ioab: «Per la vita di Dio, se tu non avessi parlato, nessuno della truppa
avrebbe cessato fino al mattino di inseguire il proprio fratello».
28Allora Ioab fece
suonare il corno e tutto il popolo si fermò e non inseguì più Israele e non combatté
più.
29Abner e i suoi uomini marciarono per l’Araba tutta quella notte; passarono il
Giordano e, dopo aver camminato tutta la mattina, arrivarono a Macànaim.
30Ioab,
tornato dall’inseguimento di Abner, radunò tutto il popolo. Degli uomini di Davide
ne mancavano diciannove, oltre Asaèl.
31Ma i servi di Davide avevano colpito e
ucciso trecentosessanta uomini tra i Beniaminiti e la gente di Abner.
32Essi presero
Asaèl e lo seppellirono nel sepolcro di suo padre, che è a Betlemme. Ioab e i suoi
uomini marciarono tutta la notte; spuntava il giorno quando furono a Ebron.
3 1La guerra tra la casa di Saul e la casa di Davide fu lunga. Davide andava
facendosi più forte, mentre la casa di Saul andava indebolendosi.
2A Ebron nacquero a Davide dei figli e furono: il primogenito Amnon, nato da
Achinòam di Izreèl;
3il secondo Chilab, nato da Abigàil, già moglie di Nabal di
Carmel; il terzo Assalonne, figlio di Maacà, figlia di Talmài, re di Ghesur;
4il quarto
Adonia, figlio di Agghìt; il quinto Sefatia, figlio di Abitàl;
5il sesto Itreàm, nato da
Egla, moglie di Davide. Questi nacquero a Davide a Ebron.
6Mentre c’era lotta tra la casa di Saul e quella di Davide, Abner era diventato
potente nella casa di Saul.
7Saul aveva avuto una concubina chiamata Rispa, figlia
di Aià. Ora Is-Baal disse ad Abner: «Perché ti sei unito alla concubina di mio
padre?».
8Abner si adirò molto per le parole di Is-Baal e disse: «Sono dunque una
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testa di cane di Giuda? Fino ad oggi ho usato benevolenza verso la casa di Saul tuo
padre, i suoi fratelli e i suoi amici, e non ti ho fatto cadere nelle mani di Davide.
Oggi tu mi rimproveri una colpa di donna.
9Così faccia Dio ad Abner e anche
peggio, se io non farò per Davide ciò che il Signore gli ha giurato:
10trasferire cioè il
regno dalla casa di Saul e stabilire il trono di Davide su Israele e su Giuda, da Dan
fino a Bersabea».
11Quegli non fu capace di rispondere una parola ad Abner, perché
aveva paura di lui.
12Abner inviò subito messaggeri a Davide per dirgli: «Di chi è la terra?», per
dire: «Fa’ alleanza con me, ed ecco la mia mano sarà con te per far volgere a te
tutto Israele».
13Rispose: «Bene! Io farò alleanza con te. Però ho una cosa da
chiederti ed è questa: non vedrai il mio volto senza condurmi Mical, figlia di Saul,
quando verrai a vedere il mio volto».
14Davide spedì messaggeri a Is-Baal, figlio di
Saul, dicendogli: «Ridammi mia moglie Mical, che feci mia sposa al prezzo di cento
prepuzi di Filistei».
15Is-Baal mandò a toglierla a suo marito, Paltièl, figlio di Lais.
16Suo marito partì con lei, camminando e piangendo dietro di lei fino a Bacurìm.
Poi Abner gli disse: «Torna indietro!». E quegli tornò.
17Intanto Abner rivolse questo discorso agli anziani d’Israele: «Da tempo voi
desiderate avere Davide come vostro re.
18Ora mettetevi in azione, perché il Signore
ha detto così a Davide: “Per mezzo di Davide, mio servo, salverò il mio popolo
Israele dalle mani dei Filistei e dalle mani di tutti i suoi nemici”».
19Abner ebbe
colloqui anche con gli uomini di Beniamino. Poi Abner andò da Davide a Ebron, a
parlargli di quanto era parso bene agli occhi d’Israele e di tutta la casa di
Beniamino.
20Abner venne dunque da Davide a Ebron con venti uomini e Davide
fece un banchetto per Abner e i suoi uomini.
21Abner disse poi a Davide: «Adesso
vado a radunare tutto Israele intorno al re, mio signore. Essi faranno alleanza con
te e regnerai secondo il tuo desiderio». Davide congedò poi Abner, che partì in
pace.
22Ed ecco, i servi di Davide e Ioab tornavano da una scorreria e portavano con
sé grande bottino. Abner non era più con Davide a Ebron, perché questi lo aveva
congedato, ed egli era partito in pace.
23Quando arrivarono Ioab e la sua truppa, fu
riferito a Ioab: «È venuto dal re Abner, figlio di Ner, ed egli l’ha congedato e se n’è
andato in pace».
24Ioab andò dal re e gli disse: «Che cosa hai fatto? Ecco, è venuto
Abner da te; come mai l’hai congedato ed egli ha potuto andarsene?
25Lo sai chi è
Abner, figlio di Ner? È venuto per ingannarti, per conoscere le tue mosse, per
sapere ciò che fai».
26Ioab si allontanò da Davide e mandò messaggeri dietro Abner e lo fece
tornare indietro dalla cisterna di Sira, senza che Davide lo sapesse.
27Abner tornò a
Ebron e Ioab lo prese in disparte dentro la porta, come per parlargli pacificamente,
e qui lo colpì a morte al ventre, per vendicare il sangue di Asaèl, suo fratello.
28Davide seppe più tardi la cosa e disse: «Sono innocente io e il mio regno per
sempre davanti al Signore del sangue di Abner, figlio di Ner.
29Ricada sulla testa di
Ioab e su tutta la casa di suo padre. Nella casa di Ioab non manchi mai chi soffra di
gonorrea o sia colpito da lebbra o si appoggi al bastone, chi cada di spada o chi sia
senza pane».
30Ioab e suo fratello Abisài avevano trucidato Abner, perché aveva
ucciso Asaèl, loro fratello, a Gàbaon in battaglia.
31Davide disse a Ioab e a tutta la
gente che era con lui: «Stracciatevi le vesti, vestitevi di sacco e fate il lamento
davanti ad Abner». Anche il re Davide seguiva la bara.
32Seppellirono Abner a
Ebron e il re levò la sua voce e pianse davanti al sepolcro di Abner; pianse anche
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tutto il popolo. 33Il re intonò un lamento funebre su Abner e disse:
«Come muore un insensato,
doveva dunque Abner morire?
34Le tue mani non sono state legate,
i tuoi piedi non sono stati stretti in catene!
Sei caduto come si cade
davanti ai malfattori!».
Tutto il popolo riprese a piangere su di lui.
35Tutto il popolo venne ad invitare
Davide a prendere cibo, mentre era ancora giorno; ma Davide giurò: «Così mi
faccia Dio e anche di peggio, se io gusterò pane o qualsiasi altra cosa prima del
tramonto del sole».
36Tutto il popolo notò la cosa e l’approvò; quanto fece il re ebbe
l’approvazione del popolo intero.
37Tutto il popolo e tutto Israele fu convinto in
quel giorno che non era stato il re a far uccidere Abner, figlio di Ner.
38Disse ancora
il re ai suoi servi: «Non sapete che oggi è caduto un capo, un grande in Israele?
39Io
oggi sono tenero, sebbene già unto re, mentre questi uomini, i figli di Seruià, sono
più duri di me. Provveda il Signore a trattare il malvagio secondo la sua
malvagità».
4 1Quando il figlio di Saul seppe della morte di Abner a Ebron, gli caddero le
braccia e tutto Israele rimase sconvolto.
2Il figlio di Saul aveva due uomini, capi di
bande, chiamati l’uno Baanà e il secondo Recab, figli di Rimmon il Beerotita, della
tribù di Beniamino, perché anche Beeròt era computata fra le città di Beniamino.
3I
Beerotiti si erano rifugiati a Ghittàim e vi sono rimasti come forestieri fino ad oggi.
4Giònata, figlio di Saul, aveva un figlio storpio nei piedi. Egli aveva cinque
anni quando giunsero da Izreèl le notizie circa i fatti di Saul e di Giònata. La
nutrice l’aveva preso ed era fuggita, ma nella fretta della fuga il bambino era
caduto ed era rimasto storpio. Si chiamava Merib-Baal.
5Si mossero dunque i figli di Rimmon il Beerotita, Recab e Baanà, e vennero
nell’ora più calda del giorno alla casa di Is-Baal, mentre egli stava facendo la siesta
pomeridiana.
6Ora, la portinaia della casa, mentre mondava il grano, si era assopita
e dormiva: perciò Recab e Baanà, suo fratello, poterono introdursi inosservati.
7Entrarono dunque in casa, mentre egli era disteso sul suo giaciglio nella camera
da letto: lo colpirono, l’uccisero e gli tagliarono la testa; poi, portando via la testa di
lui, presero la via dell’Araba, camminando tutta la notte.
8Portarono la testa di Is-
Baal a Davide a Ebron e dissero al re: «Ecco la testa di Is-Baal, figlio di Saul, tuo
nemico, che attentava alla tua vita. Oggi il Signore ha concesso al re, mio signore,
la vendetta contro Saul e la sua discendenza».
9Ma Davide rispose a Recab e a
Baanà, suo fratello, figli di Rimmon il Beerotita: «Per la vita del Signore che mi ha
liberato da ogni angustia!
10Colui che mi annunciava: “Ecco, è morto Saul!”,
credendo di portarmi una lieta notizia, l’ho preso e ucciso a Siklag, e questa fu la
ricompensa per la notizia.
11Ora che uomini malvagi hanno ucciso un giusto in casa
mentre dormiva, non dovrò a maggior ragione chiedere conto del suo sangue alle
vostre mani ed eliminarvi dalla terra?».
12Davide diede ordine ai suoi giovani;
questi li uccisero, tagliarono loro le mani e i piedi e li appesero presso la piscina di
Ebron. Presero poi la testa di Is-Baal e la seppellirono nel sepolcro di Abner a
Ebron.
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5 1Vennero allora tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: «Ecco
noi siamo tue ossa e tua carne.
2Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu
conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo
Israele, tu sarai capo d’Israele”».
3Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re
a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed
essi unsero Davide re d’Israele.
4Davide aveva trent’anni quando fu fatto re e regnò
quarant’anni.
5A Ebron regnò su Giuda sette anni e sei mesi e a Gerusalemme
regnò trentatré anni su tutto Israele e su Giuda.
6Il re e i suoi uomini andarono a Gerusalemme contro i Gebusei che
abitavano in quella regione. Costoro dissero a Davide: «Tu qui non entrerai: i
ciechi e gli zoppi ti respingeranno», per dire: «Davide non potrà entrare qui».
7Ma
Davide espugnò la rocca di Sion, cioè la Città di Davide.
8Davide disse in quel
giorno: «Chiunque vuol colpire i Gebusei, attacchi attraverso il canale gli zoppi e i
ciechi, che odiano la vita di Davide». Per questo dicono: «Il cieco e lo zoppo non
entreranno nella casa».
9Davide si stabilì nella rocca e la chiamò Città di Davide. Egli fece
fortificazioni tutt’intorno, dal Millo verso l’interno.
10Davide andava sempre più
crescendo in potenza e il Signore, Dio degli eserciti, era con lui.
11Chiram, re di
Tiro, inviò messaggeri a Davide con legno di cedro, carpentieri e muratori, i quali
costruirono una casa a Davide.
12Davide seppe allora che il Signore lo confermava
re d’Israele ed esaltava il suo regno per amore d’Israele, suo popolo.
13Davide prese ancora concubine e mogli da Gerusalemme, dopo il suo arrivo
da Ebron: queste generarono a Davide altri figli e figlie.
14I nomi di quelli generati a
Gerusalemme sono: Sammùa, Sobab, Natan, Salomone,
15Ibcar, Elisùa, Nefeg,
Iafìa,
16Elisamà, Eliadà ed Elifèlet.
17Quando i Filistei seppero che avevano unto Davide re d’Israele, salirono tutti
per dargli la caccia. Appena Davide ne fu informato, discese alla fortezza.
18Vennero i Filistei e si sparsero nella valle dei Refaìm. 19Davide consultò il Signore
chiedendo: «Devo andare contro i Filistei? Li metterai nelle mie mani?». Il Signore
rispose a Davide: «Va’ pure, perché certamente metterò i Filistei nelle tue mani».
20Davide si recò a Baal-Perasìm, dove Davide li sconfisse e disse: «Il Signore ha
aperto una breccia tra i miei nemici davanti a me, come una breccia aperta dalle
acque». Per questo chiamò quel luogo Baal-Perasìm.
21I Filistei vi abbandonarono i
loro idoli e Davide e la sua gente li portarono via.
22I Filistei salirono di nuovo e si sparsero nella valle dei Refaìm. 23Davide
consultò il Signore, che gli rispose: «Non salire; gira alle loro spalle e raggiungili
dalla parte di Becaìm.
24Quando sentirai un rumore di passi sulla cima di Becaìm,
lànciati subito all’attacco, perché allora il Signore uscirà davanti a te per colpire
l’accampamento dei Filistei».
25Davide fece come il Signore gli aveva ordinato e
colpì i Filistei da Gàbaon fino all’ingresso di Ghezer.
6 1Davide reclutò di nuovo tutti gli uomini scelti d’Israele, in numero di
trentamila.
2Poi si alzò e partì con tutta la sua gente da Baalà di Giuda, per far
salire di là l’arca di Dio, sulla quale si proclama il nome del Signore degli eserciti,
che siede sui cherubini.
3Posero l’arca di Dio sopra un carro nuovo e la tolsero dalla
casa di Abinadàb che era sul colle; Uzzà e Achio, figli di Abinadàb, conducevano il
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carro nuovo. 4Mentre conducevano il carro con l’arca di Dio dalla casa di Abinadàb,
che stava sul colle, Achio precedeva l’arca.
5Davide e tutta la casa d’Israele
danzavano davanti al Signore con tutte le forze, con canti e con cetre, arpe,
tamburelli, sistri e cimbali.
6Giunti all’aia di Nacon, Uzzà stese la mano verso l’arca
di Dio e la sostenne, perché i buoi vacillavano.
7L’ira del Signore si accese contro
Uzzà; Dio lo percosse per la sua negligenza ed egli morì sul posto, presso l’arca di
Dio.
8Davide si rattristò per il fatto che il Signore aveva aperto una breccia contro
Uzzà; quel luogo fu chiamato Peres-Uzzà fino ad oggi.
9Davide in quel giorno ebbe
timore del Signore e disse: «Come potrà venire da me l’arca del Signore?».
10Davide non volle trasferire l’arca del Signore presso di sé nella Città di Davide,
ma la fece dirottare in casa di Obed-Edom di Gat.
11L’arca del Signore rimase tre
mesi nella casa di Obed-Edom di Gat e il Signore benedisse Obed-Edom e tutta la
sua casa.
12Ma poi fu detto al re Davide: «Il Signore ha benedetto la casa di Obed-Edom
e quanto gli appartiene, a causa dell’arca di Dio». Allora Davide andò e fece salire
l’arca di Dio dalla casa di Obed-Edom alla Città di Davide, con gioia.
13Quando
quelli che portavano l’arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli immolò un
giovenco e un ariete grasso.
14Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore.
Davide era cinto di un
efod di lino. 15Così Davide e tutta la casa d’Israele facevano
salire l’arca del Signore con grida e al suono del corno.
16Quando l’arca del Signore entrò nella Città di Davide, Mical, figlia di Saul,
guardando dalla finestra vide il re Davide che saltava e danzava dinanzi al Signore
e lo disprezzò in cuor suo.
17Introdussero dunque l’arca del Signore e la collocarono
al suo posto, al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; Davide offrì
olocausti e sacrifici di comunione davanti al Signore.
18Quando ebbe finito di offrire
gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del
Signore degli eserciti
19e distribuì a tutto il popolo, a tutta la moltitudine d’Israele,
uomini e donne, una focaccia di pane per ognuno, una porzione di carne arrostita e
una schiacciata di uva passa. Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua.
20Davide tornò per benedire la sua famiglia; gli uscì incontro Mical, figlia di Saul, e
gli disse: «Bell’onore si è fatto oggi il re d’Israele scoprendosi davanti agli occhi
delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe davvero un uomo da nulla!».
21Davide rispose a Mical: «L’ho fatto dinanzi al Signore, che mi ha scelto invece di
tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popolo del Signore, su
Israele; ho danzato davanti al Signore.
22Anzi mi abbasserò anche più di così e mi
renderò vile ai tuoi occhi, ma presso quelle serve di cui tu parli, proprio presso di
loro, io sarò onorato!».
23Mical, figlia di Saul, non ebbe figli fino al giorno della sua
morte.
7 1Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da
tutti i suoi nemici all’intorno,
2disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di
cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda».
3Natan rispose al re: «Va’,
fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».
4Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: 5«Va’ e
di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Forse tu mi costruirai una casa,
perché io vi abiti?
6Io infatti non ho abitato in una casa da quando ho fatto salire
Israele dall’Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un
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padiglione. 7Durante tutto il tempo in cui ho camminato insieme con tutti gli
Israeliti, ho forse mai detto ad alcuno dei giudici d'Israele, a cui avevo comandato
di pascere il mio popolo Israele: Perché non mi avete edificato una casa di cedro?”.
8Ora dunque dirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: “Io
ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio
popolo Israele.
9Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi
nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono
sulla terra.
10Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi
abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato
11e come dal
giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da
tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa.
12Quando i tuoi
giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo
discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno.
13Egli
edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per
sempre.
14Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. Se farà il male, lo colpirò
con verga d’uomo e con percosse di figli d’uomo,
15ma non ritirerò da lui il mio
amore, come l’ho ritirato da Saul, che ho rimosso di fronte a te.
16La tua casa e il
tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per
sempre”».
17Natan parlò a Davide secondo tutte queste parole e secondo tutta
questa visione.
18Allora il re Davide andò a presentarsi davanti al Signore e disse: «Chi sono
io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui?
19E
questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, Signore Dio: tu hai parlato anche
della casa del tuo servo per un lontano avvenire: e questa è la legge per l’uomo,
Signore Dio!
20Che cosa potrebbe dirti di più Davide? Tu conosci il tuo servo,
Signore Dio!
21Per amore della tua parola e secondo il tuo cuore, hai compiuto tutte
queste grandi cose, manifestandole al tuo servo.
22Tu sei davvero grande, Signore
Dio! Nessuno è come te e non vi è altro Dio fuori di te, proprio come abbiamo udito
con i nostri orecchi.
23E chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla
terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé e a dargli un nome operando
cose grandi e stupende, per la tua terra, davanti al tuo popolo che ti sei riscattato
dalla nazione d’Egitto e dai suoi dèi?
24Hai stabilito il tuo popolo Israele come
popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro.
25Ora, Signore Dio,
la parola che hai pronunciato sul tuo servo e sulla sua casa confermala per sempre
e fa’ come hai detto.
26Il tuo nome sia magnificato per sempre così: “Il Signore degli
eserciti è il Dio d’Israele!”. La casa del tuo servo Davide sia dunque stabile davanti
a te!
27Poiché tu, Signore degli eserciti, Dio d’Israele, hai rivelato questo al tuo
servo e gli hai detto: “Io ti edificherò una casa!”. Perciò il tuo servo ha trovato
l’ardire di rivolgerti questa preghiera.
28Ora, Signore Dio, tu sei Dio, le tue parole
sono verità. Hai fatto al tuo servo queste belle promesse.
29Dégnati dunque di
benedire ora la casa del tuo servo, perché sia sempre dinanzi a te! Poiché tu,
Signore Dio, hai parlato e per la tua benedizione la casa del tuo servo è benedetta
per sempre!».
8 1In seguito Davide sconfisse i Filistei e li umiliò. Davide prese le redini del
comando dalle mani dei Filistei.
2Sconfisse anche i Moabiti e, fattili coricare per
terra, li misurò con la corda; ne misurò due corde per farli mettere a morte e una
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corda intera per lasciarli in vita. I Moabiti divennero sudditi e tributari di Davide.
3Davide sconfisse anche Adadèzer, figlio di Recob, re di Soba, mentre egli andava a
ristabilire il suo dominio sul fiume Eufrate.
4Davide gli prese millesettecento
cavalieri e ventimila fanti. Davide poi fece tagliare i garretti a tutti i cavalli,
risparmiandone un centinaio.
5Gli Aramei di Damasco andarono in aiuto di
Adadèzer, re di Soba, ma Davide uccise ventiduemila Aramei.
6Poi Davide mise
guarnigioni nell’Aram di Damasco e gli Aramei divennero sudditi e tributari di
Davide. Il Signore salvava Davide in ogni sua impresa.
7Davide prese ai servi di
Adadèzer gli scudi d’oro e li portò a Gerusalemme.
8Da Betach e da Berotài, città di
Adadèzer, il re Davide asportò una grande quantità di bronzo.
9Quando Tou, re di
Camat, udì che Davide aveva sconfitto tutto l’esercito di Adadèzer,
10mandò al re
Davide suo figlio Ioram per salutarlo e per benedirlo, perché aveva mosso guerra
ad Adadèzer e l’aveva sconfitto; infatti Tou era sempre in guerra con Adadèzer.
Ioram gli portò vasi d’argento, vasi d’oro e vasi di bronzo.
11Il re Davide consacrò
anche quelli al Signore, come già aveva consacrato l’argento e l’oro tolto alle
nazioni che aveva soggiogato,
12agli Aramei, ai Moabiti, agli Ammoniti, ai Filistei,
agli Amaleciti, e il bottino di Adadèzer, figlio di Recob, re di Soba.
13Al ritorno dalla
sua vittoria sugli Aramei, Davide acquistò ancora fama, sconfiggendo nella valle
del Sale diciottomila Edomiti.
14Stabilì guarnigioni in Edom; ne mise per tutto
Edom e tutti gli Edomiti divennero sudditi di Davide. Il Signore salvava Davide in
ogni sua impresa.
15Davide regnò su tutto Israele e rese giustizia con retti giudizi a tutto il suo
popolo.
16Ioab, figlio di Seruià, comandava l’esercito; Giòsafat, figlio di Achilùd, era
archivista;
17Sadoc, figlio di Achitùb, e Achimèlec, figlio di Ebiatàr, erano sacerdoti;
Seraià era scriba;
18Benaià, figlio di Ioiadà, era capo dei Cretei e dei Peletei e i figli
di Davide erano sacerdoti.
9 1Davide disse: «C’è forse ancora qualche superstite della casa di Saul, che io
possa trattare con bontà a causa di Giònata?».
2Ora vi era un servo della casa di
Saul, di nome Siba, che fu chiamato presso Davide. Il re gli chiese: «Sei tu Siba?».
Quegli rispose: «Sì».
3Il re gli disse: «C’è ancora qualcuno della casa di Saul, che io
possa trattare con la bontà di Dio?». Siba rispose al re: «Vi è ancora un figlio di
Giònata, storpio nei piedi».
4Il re gli disse: «Dov’è?». Siba rispose al re: «È in casa
di Machir, figlio di Ammièl, a Lodebàr».
5Allora il re lo mandò a prendere in casa di
Machir, figlio di Ammièl, a Lodebàr.
6Merib-Baal, figlio di Giònata, figlio di Saul,
venne da Davide, si gettò con la faccia a terra e si prostrò. Davide disse: «Merib-
Baal!». Rispose: «Ecco il tuo servo!».
7Davide gli disse: «Non temere, perché voglio
trattarti con bontà per amore di Giònata, tuo padre; ti restituisco tutti i campi di
Saul, tuo avo, e tu mangerai sempre alla mia tavola».
8Merib-Baal si prostrò e
disse: «Che cos’è il tuo servo, perché tu ti volga a un cane morto come sono io?».
9Allora il re chiamò Siba, domestico di Saul, e gli disse: «Quanto apparteneva a
Saul e a tutta la sua casa, io lo do al figlio del tuo signore.
10Tu dunque con i figli e
gli schiavi lavorerai per lui la terra, contribuendo perché abbia pane e nutrimento
il figlio del tuo signore; ma Merib-Baal, figlio del tuo signore, mangerà sempre alla
mia tavola». Ora Siba aveva quindici figli e venti schiavi.
11Siba disse al re: «Il tuo
servo farà quanto il re, mio signore, ordina al suo servo». Merib-Baal dunque
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mangiava alla tavola di Davide, come uno dei figli del re. 12Merib-Baal aveva un
figlioletto chiamato Mica; tutti quelli che stavano in casa di Siba erano al servizio
di Merib-Baal.
13Ma Merib-Baal abitava a Gerusalemme, perché mangiava sempre
alla tavola del re. Era storpio in ambedue i piedi.
10 1Dopo questo, morì il re degli Ammoniti e Canun, suo figlio, divenne re al suo
posto.
2Davide disse: «Manterrò fedeltà a Canun, figlio di Nacas, come suo padre la
mantenne a me». Davide mandò alcuni suoi ministri a consolarlo per suo padre. I
ministri di Davide andarono nel territorio degli Ammoniti.
3Ma i capi degli
Ammoniti dissero a Canun, loro signore: «Forse Davide intende onorare tuo padre
ai tuoi occhi, mandandoti dei consolatori? Non ha piuttosto mandato da te i suoi
ministri per esplorare la città, per ispezionarla e perlustrarla?».
4Canun allora
prese i ministri di Davide, fece loro radere la metà della barba e tagliare le vesti a
metà fino alle natiche, poi li rimandò.
5Quando l’annunciarono a Davide, egli
mandò qualcuno a incontrarli, perché quegli uomini si vergognavano moltissimo.
Il re fece dire loro: «Rimanete a Gerico finché vi sia cresciuta di nuovo la barba, poi
tornerete».
6Gli Ammoniti, vedendo che si erano attirati l’inimicizia di Davide,
mandarono ad assoldare ventimila fanti di Aram Bet-Recob e di Aram Soba, mille
uomini del re di Maacà e dodicimila uomini della gente di Tob.
7Quando Davide
sentì questo, mandò Ioab con tutto l’esercito dei prodi.
8Gli Ammoniti uscirono e si
disposero a battaglia all’ingresso della porta della città, mentre gli Aramei di Soba
e di Recob e la gente di Tob e di Maacà stavano da parte, nella campagna.
9Ioab vide che il fronte della battaglia gli era davanti e alle spalle. Scelse allora
un corpo tra i migliori d’Israele, lo schierò contro gli Aramei
10e affidò il resto
dell’esercito a suo fratello Abisài, per schierarlo contro gli Ammoniti.
11Disse: «Se
gli Aramei saranno più forti di me, tu mi verrai a salvare; se invece gli Ammoniti
saranno più forti di te, verrò io a salvarti.
12Sii forte e dimostriamoci forti per il
nostro popolo e per le città del nostro Dio. Il Signore faccia quello che a lui
piacerà».
13Poi Ioab con la gente che aveva con sé attaccò battaglia con gli Aramei, i
quali fuggirono davanti a lui.
14Quando gli Ammoniti videro che gli Aramei erano
fuggiti, fuggirono davanti ad Abisài e rientrarono nella città. Allora Ioab tornò
dalla spedizione contro gli Ammoniti e venne a Gerusalemme.
15Gli Aramei, vedendo che erano stati sconfitti da Israele, si riunirono
insieme.
16Adadèzer mandò a chiamare gli Aramei che erano al di là del Fiume e
quelli giunsero a Chelam; Sobac, comandante dell’esercito di Adadèzer, era alla
loro testa.
17La cosa fu riferita a Davide, che radunò tutto Israele, attraversò il
Giordano e giunse a Chelam. Gli Aramei si schierarono di fronte a Davide e si
scontrarono con lui.
18Ma gli Aramei fuggirono davanti a Israele: Davide uccise
degli Aramei settecento cavalieri e quarantamila fanti; colpì anche Sobac,
comandante del loro esercito, che morì in quel luogo.
19Tutti i re vassalli di
Adadèzer, quando si videro sconfitti da Israele, fecero la pace con Israele e gli
rimasero sottoposti. Gli Aramei non osarono più venire a salvare gli Ammoniti.
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11 1All’inizio dell’anno successivo, al tempo in cui i re sono soliti andare in
guerra, Davide mandò Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a compiere
devastazioni contro gli Ammoniti; posero l’assedio a Rabbà, mentre Davide
rimaneva a Gerusalemme.
2Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise
a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dalla terrazza vide una donna che faceva il
bagno: la donna era molto bella d’aspetto.
3Davide mandò a informarsi sulla
donna. Gli fu detto: «È Betsabea, figlia di Eliàm, moglie di Uria l’Ittita».
4Allora
Davide mandò messaggeri a prenderla. Ella andò da lui ed egli giacque con lei, che
si era appena purificata dalla sua impurità. Poi ella tornò a casa.
5La donna concepì e mandò ad annunciare a Davide: «Sono incinta». 6Allora
Davide mandò a dire a Ioab: «Mandami Uria l’Ittita». Ioab mandò Uria da Davide.
7Arrivato Uria, Davide gli chiese come stessero Ioab e la truppa e come andasse la
guerra.
8Poi Davide disse a Uria: «Scendi a casa tua e làvati i piedi». Uria uscì dalla
reggia e gli fu mandata dietro una porzione delle vivande del re.
9Ma Uria dormì
alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua.
10La
cosa fu riferita a Davide: «Uria non è sceso a casa sua». Allora Davide disse a Uria:
«Non vieni forse da un viaggio? Perché dunque non sei sceso a casa tua?».
11Uria
rispose a Davide: «L’arca, Israele e Giuda abitano sotto le tende, Ioab mio signore
e i servi del mio signore sono accampati in aperta campagna e io dovrei entrare in
casa mia per mangiare e bere e per giacere con mia moglie? Per la tua vita, per la
vita della tua persona, non farò mai cosa simile!».
12Davide disse a Uria: «Rimani
qui anche oggi e domani ti lascerò partire». Così Uria rimase a Gerusalemme quel
giorno e il seguente.
13Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé e lo fece
ubriacare; la sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo giaciglio con i servi del
suo signore e non scese a casa sua.
14La mattina dopo Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mano
di Uria.
15Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Uria sul fronte della battaglia più
dura; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia».
16Allora Ioab, che assediava
la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che c’erano uomini valorosi.
17Gli uomini
della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; caddero parecchi della truppa e
dei servi di Davide e perì anche Uria l’Ittita.
18Ioab mandò ad annunciare a Davide tutte le cose che erano avvenute nella
battaglia
19e diede al messaggero quest’ordine: «Quando avrai finito di raccontare
al re quanto è successo nella battaglia,
20se il re andasse in collera e ti dicesse:
“Perché vi siete avvicinati così alla città per dar battaglia? Non sapevate che
avrebbero tirato dall’alto delle mura?
21Chi ha ucciso Abimèlec figlio di Ierub-Baal?
Non fu forse una donna che gli gettò addosso il pezzo superiore di una macina
dalle mura, così che egli morì a Tebes? Perché vi siete avvicinati così alle mura?”,
tu digli allora: “Anche il tuo servo Uria l’Ittita è morto”».
22Il messaggero dunque
partì e, quando fu arrivato, annunciò a Davide quanto Ioab lo aveva incaricato di
dire.
23E il messaggero disse a Davide: «Poiché i nemici avevano avuto vantaggio su
di noi e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna, noi fummo loro
addosso fino alla porta della città;
24allora gli arcieri tirarono sui tuoi servi dall’alto
delle mura e parecchi dei servi del re perirono. Anche il tuo servo Uria l’Ittita è
morto».
25Allora Davide disse al messaggero: «Riferirai a Ioab: “Non sia male ai
tuoi occhi questo fatto, perché la spada divora ora in un modo ora in un altro;
rinforza la tua battaglia contro la città e distruggila”. E tu stesso fagli coraggio».
26La moglie di Uria, saputo che Uria, suo marito, era morto, fece il lamento
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per il suo signore. 27Passati i giorni del lutto, Davide la mandò a prendere e
l’aggregò alla sua casa. Ella diventò sua moglie e gli partorì un figlio. Ma ciò che
Davide aveva fatto era male agli occhi del Signore.
12 1Il Signore mandò il profeta Natan a Davide, e Natan andò da lui e gli disse:
«Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l’altro povero.
2Il ricco aveva
bestiame minuto e grosso in gran numero,
3mentre il povero non aveva nulla, se
non una sola pecorella piccina, che egli aveva comprato. Essa era vissuta e
cresciuta insieme con lui e con i figli, mangiando del suo pane, bevendo alla sua
coppa e dormendo sul suo seno. Era per lui come una figlia.
4Un viandante arrivò
dall’uomo ricco e questi, evitando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso
quanto era da servire al viaggiatore che era venuto da lui, prese la pecorella di
quell’uomo povero e la servì all’uomo che era venuto da lui».
5Davide si adirò contro quell’uomo e disse a Natan: «Per la vita del Signore,
chi ha fatto questo è degno di morte.
6Pagherà quattro volte il valore della pecora,
per aver fatto una tal cosa e non averla evitata».
7Allora Natan disse a Davide: «Tu
sei quell’uomo! Così dice il Signore, Dio d’Israele: “Io ti ho unto re d’Israele e ti ho
liberato dalle mani di Saul,
8ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue
braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda e, se questo
fosse troppo poco, io vi aggiungerei anche altro.
9Perché dunque hai disprezzato la
parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada
Uria l’Ittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli
Ammoniti.
10Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi
hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l’Ittita”.
11Così dice il
Signore: “Ecco, io sto per suscitare contro di te il male dalla tua stessa casa;
prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che giacerà con loro
alla luce di questo sole.
12Poiché tu l’hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a
tutto Israele e alla luce del sole”».
13Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose
a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai.
14Tuttavia, poiché
con quest’azione tu hai insultato il Signore, il figlio che ti è nato dovrà morire».
15Natan tornò a casa.
Il Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a
Davide e il bambino si ammalò gravemente.
16Davide allora fece suppliche a Dio
per il bambino, si mise a digiunare e, quando rientrava per passare la notte,
dormiva per terra.
17Gli anziani della sua casa insistevano presso di lui perché si
alzasse da terra, ma egli non volle e non prese cibo con loro.
18Ora, il settimo giorno
il bambino morì e i servi di Davide temevano di annunciargli che il bambino era
morto, perché dicevano: «Ecco, quando il bambino era ancora vivo, noi gli
abbiamo parlato e non ha ascoltato le nostre parole; come faremo ora a dirgli che il
bambino è morto? Farà di peggio!».
19Ma Davide si accorse che i suoi servi
bisbigliavano fra loro, comprese che il bambino era morto e disse ai suoi servi: «È
morto il bambino?». Quelli risposero: «È morto».
20Allora Davide si alzò da terra,
si lavò, si unse e cambiò le vesti; poi andò nella casa del Signore e si prostrò.
Rientrato in casa, chiese che gli portassero del cibo e mangiò.
21I suoi servi gli
dissero: «Che cosa fai? Per il bambino ancora vivo hai digiunato e pianto e, ora che
è morto, ti alzi e mangi!».
22Egli rispose: «Quando il bambino era ancora vivo,
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digiunavo e piangevo, perché dicevo: “Chissà? Il Signore avrà forse pietà di me e il
bambino resterà vivo”.
23Ma ora egli è morto: perché digiunare? Potrei forse farlo
ritornare? Andrò io da lui, ma lui non tornerà da me!».
24Poi Davide consolò Betsabea sua moglie, andando da lei e giacendo con lei:
così partorì un figlio, che egli chiamò Salomone. Il Signore lo amò
25e mandò il
profeta Natan perché lo chiamasse Iedidià per ordine del Signore.
26Intanto Ioab assalì Rabbà degli Ammoniti, si impadronì della città regale 27e
inviò messaggeri a Davide per dirgli: «Ho assalito Rabbà e mi sono già
impadronito della città delle acque.
28Ora raduna il resto del popolo, accàmpati
contro la città e prendila; altrimenti, se la prendessi io, porterebbe il mio nome».
29Davide radunò tutto il popolo, si mosse verso Rabbà, le diede battaglia e la
occupò.
30Prese dalla testa di Milcom la corona, che pesava un talento d’oro e aveva
una pietra preziosa; essa fu posta sulla testa di Davide. Egli ricavò dalla città un
bottino molto grande.
31Ne fece uscire gli abitanti e li impiegò alle seghe, ai picconi
di ferro e alle asce di ferro e li trasferì alle fornaci da mattoni; allo stesso modo
trattò tutte le città degli Ammoniti. Poi Davide tornò a Gerusalemme con tutta la
sua gente.
13 1Dopo questo, accadde che, avendo Assalonne, figlio di Davide, una sorella
molto bella, chiamata Tamar, Amnon figlio di Davide si innamorò di lei.
2Amnon
ne ebbe una tale passione da cadere malato a causa di Tamar, sua sorella; poiché
ella era vergine, pareva impossibile ad Amnon di poterle fare qualcosa.
3Ora
Amnon aveva un amico, chiamato Ionadàb, figlio di Simeà, fratello di Davide, e
Ionadàb era un uomo molto esperto.
4Egli disse: «Perché tu, figlio del re, diventi
sempre più magro di giorno in giorno? Non me lo vuoi dire?». Amnon gli rispose:
«Sono innamorato di Tamar, sorella di mio fratello Assalonne».
5Ionadàb gli disse:
«Mettiti a letto e fa’ l’ammalato; quando tuo padre verrà a vederti, gli dirai: “Mia
sorella Tamar venga a darmi il cibo da preparare sotto i miei occhi, perché io possa
vedere e prendere il cibo dalle sue mani”».
6Amnon si mise a letto e fece l’ammalato; quando il re venne a vederlo,
Amnon gli disse: «Mia sorella Tamar venga e faccia un paio di frittelle sotto i miei
occhi e allora prenderò il cibo dalle sue mani».
7Allora Davide mandò a dire a
Tamar, in casa: «Va’ a casa di Amnon tuo fratello e prepara una vivanda per lui».
8Tamar andò a casa di Amnon suo fratello, che giaceva a letto. Ella prese la farina,
la impastò, ne fece frittelle sotto i suoi occhi e le fece cuocere.
9Poi prese la padella
e le versò davanti a lui; ma egli rifiutò di mangiare e disse: «Escano tutti di qui».
Tutti uscirono di là.
10Allora Amnon disse a Tamar: «Portami la vivanda in camera
e prenderò il cibo dalle tue mani». Tamar prese le frittelle che aveva fatto e le portò
in camera ad Amnon suo fratello.
11Ma mentre gli porgeva il cibo, egli l’afferrò e le
disse: «Vieni, giaci con me, sorella mia».
12Ella gli rispose: «No, fratello mio, non
farmi violenza. Questo non si fa in Israele: non commettere quest’infamia!
13E io,
dove andrei a finire col mio disonore? Quanto a te, tu diverresti uno dei più infami
in Israele. Parlane piuttosto al re: egli non mi rifiuterà a te».
14Ma egli non volle
ascoltarla: fu più forte di lei e la violentò giacendo con lei.
15Poi Amnon concepì
verso di lei un odio grandissimo: l’odio verso di lei fu più grande dell’amore con cui
l’aveva amata prima. Le disse:
16«Àlzati, vattene!». Gli rispose: «O no! Questo
male, che mi fai cacciandomi, è peggiore dell’altro che mi hai già fatto». Ma egli
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non volle ascoltarla. 17Anzi, chiamato il domestico che lo serviva, gli disse: «Caccia
fuori di qui costei e sprangale dietro la porta».
18Ella vestiva una tunica con le
maniche lunghe, perché le figlie del re ancora vergini indossavano tali vesti. Il
servo di Amnon dunque la mise fuori e le sprangò dietro la porta.
19Tamar si sparse
polvere sulla testa, si stracciò la tunica con le maniche lunghe che aveva indosso, si
mise le mani sulla testa e se ne andava gridando.
20Assalonne suo fratello le disse:
«Forse Amnon tuo fratello è stato con te? Per ora taci, sorella mia: è tuo fratello.
Non fissare il tuo cuore su questo fatto». Tamar desolata rimase in casa di
Assalonne, suo fratello.
21Il re Davide venne a sapere tutte queste cose e ne fu molto
irritato, ma non volle urtare suo figlio Amnon, perché aveva per lui molto affetto:
era infatti il suo primogenito.
22Assalonne non disse una parola ad Amnon né in
bene né in male, ma odiava Amnon perché aveva fatto violenza a Tamar, sua
sorella.
23Due anni dopo, Assalonne aveva i tosatori a Baal-Asor, presso Èfraim, e
invitò tutti i figli del re.
24Andò dunque Assalonne dal re e disse: «Ecco, dal tuo
servo ci sono i tosatori. Venga dunque anche il re con i suoi servi a casa del tuo
servo!».
25Ma il re disse ad Assalonne: «No, figlio mio, non verremo tutti, perché
non ti siamo di peso». Sebbene insistesse, il re non volle andare e gli diede la sua
benedizione.
26Allora Assalonne disse: «Ma almeno venga con noi Amnon, mio
fratello». Il re gli rispose: «Perché dovrebbe venire con te?».
27Ma Assalonne tanto
insisté che Davide lasciò andare con lui Amnon e tutti i figli del re. Assalonne fece
un banchetto da re
28e diede quest’ordine ai domestici: «Badate, quando Amnon
avrà il cuore allegro per il vino e io vi dirò: “Colpite Amnon!”, voi allora uccidetelo
e non abbiate paura. Non ve lo comando io? Siate forti e coraggiosi!».
29I domestici
di Assalonne fecero ad Amnon come Assalonne aveva comandato. Allora tutti i figli
del re si alzarono, montarono ciascuno sul proprio mulo e fuggirono.
30Mentre essi
erano ancora per strada, giunse a Davide questa notizia: «Assalonne ha ucciso tutti
i figli del re e neppure uno è scampato».
31Allora il re si alzò, si stracciò le vesti e si
gettò per terra; tutti i suoi servi che stavano là si stracciarono le vesti.
32Ma
Ionadàb, figlio di Simeà, fratello di Davide, disse: «Non dica il mio signore che
tutti i giovani figli del re sono stati uccisi, poiché il solo Amnon è morto: da
Assalonne era stato deciso fin da quando egli aveva fatto violenza a sua sorella
Tamar.
33Ora non pensi il mio signore che tutti i figli del re siano morti, poiché il
solo Amnon è morto
34e Assalonne è fuggito». Il giovane che stava di sentinella alzò
gli occhi, guardò, ed ecco venire una gran turba di gente per la strada di Coronàim,
dal lato del monte, sulla discesa. La sentinella venne ad avvertire il re e disse: «Ho
visto uomini scendere per la strada di Coronàim, dal lato del monte».
35Allora
Ionadàb disse al re: «Ecco i figli del re che arrivano; la cosa sta come il tuo servo ha
detto».
36Come ebbe finito di parlare, ecco giungere i figli del re, i quali alzarono
grida e piansero; anche il re e tutti i suoi servi fecero un gran pianto.
37Intanto
Assalonne era fuggito ed era andato da Talmài, figlio di Ammiùd, re di Ghesur. Il
re fece il lutto per suo figlio per lungo tempo.
38Assalonne rimase tre anni a Ghesur,
dove era andato dopo aver preso la fuga.
39Poi il re Davide cessò di sfogarsi contro
Assalonne, perché si era consolato per la morte di Amnon.
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14 1Ioab, figlio di Seruià, si accorse che il cuore del re si rivolgeva ad Assalonne.
2Allora mandò a prendere a Tekòa una donna saggia, e le disse: «Fingi di essere in
lutto: mettiti una veste da lutto, non ti ungere con olio e compòrtati da donna che
pianga da molto tempo un morto;
3poi entra presso il re e parlagli così e così». Ioab
le mise in bocca le parole.
4La donna di Tekòa andò dunque dal re, si gettò con la
faccia a terra, si prostrò e disse: «Aiutami, o re!».
5Il re le disse: «Che hai?».
Rispose: «Ahimè! Io sono una vedova: mio marito è morto.
6La tua schiava aveva
due figli, ma i due vennero tra loro a contesa in campagna e nessuno li separava;
così uno colpì l’altro e l’uccise.
7Ed ecco, tutta la famiglia è insorta contro la tua
schiava dicendo: “Consegnaci il fratricida: dobbiamo farlo morire per la vita del
fratello che egli ha ucciso”. Elimineranno così anche l’erede e spegneranno l’ultima
brace che mi è rimasta e non si lascerà a mio marito né nome né discendenza sulla
terra».
8Il re disse alla donna: «Va’ pure a casa: io darò ordini a tuo riguardo». 9La
donna di Tekòa disse al re: «O re, mio signore, la colpa cada su di me e sulla casa
di mio padre, ma il re e il suo trono siano innocenti».
10E il re: «Se qualcuno parla
contro di te, conducilo da me e non ti molesterà più».
11Riprese: «Il re giuri nel
nome del Signore, suo Dio, perché il vendicatore del sangue non accresca la rovina
e non mi sopprimano il figlio». Egli rispose: «Per la vita del Signore, non cadrà a
terra un capello di tuo figlio!».
12Allora la donna disse: «La tua schiava possa dire
una parola al re, mio signore!». Egli rispose: «Parla».
13Riprese la donna: «Allora
perché pensi così contro il popolo di Dio? Il re, pronunciando questa sentenza si è
come dichiarato colpevole, per il fatto che il re non fa ritornare colui che ha
bandito.
14Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata per terra, che non si
può più raccogliere, e Dio non ridà la vita. Il re pensi qualche piano perché chi è
stato bandito non sia più bandito lontano da lui.
15Ora, se io sono venuta a parlare
così al re, mio signore, è perché la gente mi ha fatto paura e la tua schiava ha detto:
“Voglio parlare al re; forse il re farà quanto gli dirà la sua schiava,
16poiché il re
ascolterà la sua schiava e la libererà dalle mani di chi cerca di eliminare me con
mio figlio dalla eredità di Dio”.
17Quindi la tua schiava dice: “La parola del re, mio
signore, sia fonte di quiete”. Perché il re, mio signore, è come un angelo di Dio
nell’ascoltare il bene e il male. Il Signore, tuo Dio, sia con te!».
18Il re rispose e disse
alla donna: «Non tenermi nascosto nulla di quello che io ti domanderò». La donna
disse: «Parli pure il re, mio signore».
19Disse il re: «La mano di Ioab non è forse
con te in tutto questo?». La donna rispose: «Per la tua vita, o re, mio signore, non
si può andare né a destra né a sinistra di quanto ha detto il re, mio signore! Proprio
il tuo servo Ioab mi ha dato questi ordini e ha messo tutte queste parole in bocca
alla tua schiava.
20Il tuo servo Ioab ha agito così per dare un altro aspetto alla
vicenda; ma il mio signore ha la saggezza di un angelo di Dio e sa quanto avviene
sulla terra».
21Allora il re disse a Ioab: «Ecco, faccio come mi hai detto; va’ dunque e fa’
tornare il giovane Assalonne».
22Ioab si gettò con la faccia a terra, si prostrò,
benedisse il re e disse: «Oggi il tuo servo sa di aver trovato grazia ai tuoi occhi, o re,
mio signore, poiché il re ha fatto quello che il suo servo gli ha detto».
23Ioab
dunque si alzò, andò a Ghesur e condusse Assalonne a Gerusalemme.
24Ma il re
disse: «Si ritiri in casa e non veda la mia faccia». Così Assalonne si ritirò in casa e
non vide la faccia del re.
25Ora in tutto Israele non vi era uomo bello che fosse tanto lodato quanto
Assalonne; dalla pianta dei piedi alla cima del capo non era in lui difetto alcuno.
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26Quando si faceva tagliare i capelli – e se li faceva tagliare ogni anno, perché la
capigliatura gli pesava troppo e perciò li tagliava –, egli pesava i suoi capelli e il
peso era di duecento sicli al peso del re.
27Ad Assalonne nacquero tre figli e una
figlia chiamata Tamar, che era donna di bell’aspetto.
28Assalonne abitò a Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re. 29Poi
Assalonne fece chiamare Ioab per mandarlo dal re, ma egli non volle andare da lui.
Lo fece chiamare una seconda volta, ma non volle andare.
30Allora Assalonne disse
ai suoi servi: «Vedete, il campo di Ioab è vicino al mio e vi è l’orzo: andate e
appiccatevi il fuoco!». I servi di Assalonne appiccarono il fuoco al campo.
31Allora
Ioab si alzò, andò a casa di Assalonne e gli disse: «Perché i tuoi servi hanno dato
fuoco al mio campo?».
32Assalonne rispose a Ioab: «Io ti avevo mandato a dire:
Vieni qui, voglio mandarti a dire al re: “Perché sono tornato da Ghesur? Era meglio
per me stare ancora là”. Ora voglio vedere la faccia del re e, se vi è colpa in me, mi
faccia morire!».
33Ioab allora andò dal re e gli riferì la cosa. Il re fece chiamare
Assalonne, che venne e si prostrò con la faccia a terra davanti al re. E il re baciò
Assalonne.
15 1Ma dopo questo, Assalonne si procurò un carro, cavalli e cinquanta uomini
che correvano innanzi a lui.
2Assalonne si alzava la mattina presto e si metteva da
un lato della via di accesso alla porta della città. Quando qualcuno aveva una lite e
veniva dal re per il giudizio, Assalonne lo chiamava e gli diceva: «Di quale città
sei?». L’altro gli rispondeva: «Il tuo servo è di tale e tale tribù d’Israele».
3Allora
Assalonne gli diceva: «Vedi, le tue ragioni sono buone e giuste, ma nessuno ti
ascolta per conto del re».
4Assalonne aggiungeva: «Se facessero me giudice del
paese! Chiunque avesse una lite o un giudizio verrebbe da me e io gli farei
giustizia».
5Quando uno gli si accostava per prostrarsi davanti a lui, gli porgeva la
mano, l’abbracciava e lo baciava.
6Assalonne faceva così con tutti gli Israeliti che
venivano dal re per il giudizio; in questo modo Assalonne si accattivò il cuore degli
Israeliti.
7Ora, dopo quattro anni, Assalonne disse al re: «Vorrei andare a Ebron a
sciogliere un voto che ho fatto al Signore.
8Perché durante la sua dimora a Ghesur,
in Aram, il tuo servo ha fatto questo voto: “Se il Signore mi riconduce a
Gerusalemme, io servirò il Signore!”».
9Il re gli disse: «Va’ in pace!». Egli si alzò e
andò a Ebron.
10Allora Assalonne mandò corrieri per tutte le tribù d’Israele a dire:
«Quando sentirete il suono del corno, allora direte: “Assalonne è divenuto re a
Ebron”».
11Con Assalonne erano partiti da Gerusalemme duecento uomini, i quali,
invitati, partirono con semplicità, senza saper nulla.
12Assalonne convocò Achitòfel
il Ghilonita, consigliere di Davide, perché venisse dalla sua città di Ghilo all’offerta
dei sacrifici. La congiura divenne potente e il popolo andava aumentando intorno
ad Assalonne.
13Arrivò un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti è con
Assalonne».
14Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a
Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani
di Assalonne. Partite in fretta, perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia
cadere su di noi la rovina e passi la città a fil di spada».
15I servi del re gli dissero:
«Tutto come preferirà il re, mio signore; ecco, noi siamo i tuoi servi».
16Il re,
dunque, uscì a piedi con tutta la famiglia; lasciò dieci concubine a custodire la
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reggia. 17Il re uscì dunque a piedi con tutto il popolo e si fermarono all’ultima casa.
18Tutti i servi del re camminavano al suo fianco e tutti i Cretei e tutti i Peletei e tutti
quelli di Gat, seicento uomini venuti da Gat al suo seguito, sfilavano davanti al re.
19Allora il re disse a Ittài di Gat: «Perché vuoi venire anche tu con noi? Torna
indietro e resta con il re, perché sei uno straniero e per di più un esule dalla tua
patria.
20Appena ieri sei arrivato e oggi ti farei vagare con noi, mentre io stesso
vado dove capiterà di andare? Torna indietro e riconduci con te i tuoi fratelli.
Fedeltà e lealtà!».
21Ma Ittài rispose al re: «Per la vita del Signore e la tua, o re, mio
signore, in qualunque luogo sarà il re, mio signore, per morire o per vivere, là sarà
anche il tuo servo».
22Allora Davide disse a Ittài: «Su, passa!». Ittài di Gat passò
con tutti gli uomini e con tutte le donne e i bambini che erano con lui.
23Tutta la
terra piangeva con alte grida. Tutto il popolo passava, anche il re attendeva di
passare il torrente Cedron, e tutto il popolo passava davanti a lui prendendo la via
del deserto.
24Ecco venire anche Sadoc con tutti i leviti, i quali portavano l’arca
dell’alleanza di Dio. Essi deposero l’arca di Dio – anche Ebiatàr era venuto – finché
tutto il popolo non finì di venire via dalla città.
25Il re disse a Sadoc: «Riporta in
città l’arca di Dio! Se io trovo grazia agli occhi del Signore, egli mi farà tornare e me
la farà rivedere, essa e la sua sede.
26Ma se dice: “Non ti gradisco!”, eccomi: faccia
di me quello che sarà bene davanti a lui».
27Il re aggiunse al sacerdote Sadoc:
«Vedi: torna in pace in città, e Achimàas, tuo figlio, e Giònata, figlio di Ebiatàr, i
vostri due figli, siano con voi.
28Badate: io aspetterò presso i guadi del deserto,
finché mi sia portata qualche notizia da parte vostra».
29Così Sadoc ed Ebiatàr
riportarono a Gerusalemme l’arca di Dio e là rimasero.
30Davide saliva l’erta degli Ulivi, saliva piangendo e camminava con il capo
coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e,
salendo, piangeva.
31Fu intanto portata a Davide la notizia: «Achitòfel è con
Assalonne tra i congiurati». Davide disse: «Rendi stolti i consigli di Achitòfel,
Signore!».
32Quando Davide fu giunto in vetta al monte, al luogo dove ci si prostra
a Dio, ecco farglisi incontro Cusài, l’Archita, con la tunica stracciata e il capo
coperto di polvere.
33Davide gli disse: «Se tu passi con me, mi sarai di peso; 34ma se
torni in città e dici ad Assalonne: “Io sarò tuo servo, o re; come sono stato servo di
tuo padre prima, così sarò ora tuo servo”, tu mi renderai nulli i consigli di
Achitòfel.
35E non avrai forse là con te i sacerdoti Sadoc ed Ebiatàr? Quanto sentirai
dire nella reggia, lo riferirai ai sacerdoti Sadoc ed Ebiatàr.
36Ecco, essi hanno con
loro i due figli, Achimàas, figlio di Sadoc, e Giònata, figlio di Ebiatàr; per mezzo di
loro mi manderete a dire quanto avrete sentito».
37Cusài, amico di Davide, arrivò in
città quando Assalonne entrava in Gerusalemme.
16 1Davide aveva appena superato la cima del monte, quand’ecco Siba, servo di
Merib-Baal, gli si fece incontro con un paio di asini sellati e carichi di duecento
pani, cento grappoli di uva passa, cento frutti d’estate e un otre di vino.
2Il re disse
a Siba: «Che vuoi fare di queste cose?». Siba rispose: «Gli asini serviranno da
cavalcatura alla famiglia del re, i pani e i frutti d’estate sono per sfamare i giovani,
il vino per dissetare quelli che saranno stanchi nel deserto».
3Il re disse: «Dov’è il
figlio del tuo signore?». Siba rispose al re: «Ecco, è rimasto a Gerusalemme perché
ha detto: “Oggi la casa di Israele mi restituirà il regno di mio padre”».
4Il re disse a
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Siba: «Quanto appartiene a Merib-Baal è tuo». Siba rispose: «Mi prostro! Possa io
trovar grazia ai tuoi occhi, o re, mio signore!».
5Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della
famiglia della casa di Saul, chiamato Simei, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando
6e gettava sassi contro Davide e contro tutti i servi del re Davide, mentre tutto il
popolo e tutti i prodi stavano alla sua destra e alla sua sinistra.
7Così diceva Simei,
maledicendo Davide: «Vattene, vattene, sanguinario, malvagio!
8Il Signore ha fatto
ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il
Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne, tuo figlio, ed eccoti nella tua
rovina, perché sei un sanguinario».
9Allora Abisài, figlio di Seruià, disse al re:
«Perché questo cane morto dovrà maledire il re, mio signore? Lascia che io vada e
gli tagli la testa!».
10Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Seruià?
Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: “Maledici Davide!”. E chi potrà dire:
“Perché fai così?”».
11Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi servi: «Ecco, il figlio
uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: e allora, questo Beniaminita,
lasciatelo maledire, poiché glielo ha ordinato il Signore.
12Forse il Signore guarderà
la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi».
13Davide
e la sua gente continuarono il cammino e Simei camminava sul fianco del monte,
parallelamente a Davide, e cammin facendo malediceva, gli tirava sassi e gli
lanciava polvere.
14Il re e tutta la gente che era con lui arrivarono stanchi presso il
Giordano, dove ripresero fiato.
15Intanto Assalonne con tutti gli Israeliti era entrato in Gerusalemme e
Achitòfel era con lui.
16Quando Cusài l’Archita, l’amico di Davide, fu giunto presso
Assalonne, gli disse: «Viva il re! Viva il re!».
17Assalonne disse a Cusài: «Questa è la
fedeltà che hai per il tuo amico? Perché non sei andato con il tuo amico?».
18Cusài
rispose ad Assalonne: «No, io sarò per colui che il Signore e questo popolo e tutti
gli Israeliti hanno scelto, e con lui rimarrò.
19E poi di chi sarò servo? Non lo sarò
forse di suo figlio? Come ho servito tuo padre, così servirò te».
20Allora Assalonne disse ad Achitòfel: «Consultatevi su quello che dobbiamo
fare».
21Achitòfel rispose ad Assalonne: «Entra dalle concubine che tuo padre ha
lasciato a custodia della casa; tutto Israele saprà che ti sei reso odioso a tuo padre e
sarà rafforzato il coraggio di tutti i tuoi».
22Fu dunque tesa una tenda sulla terrazza
per Assalonne e Assalonne entrò dalle concubine del padre, alla vista di tutto
Israele.
23In quei giorni un consiglio dato da Achitòfel era come se si fosse
consultata la parola di Dio. Così era di tutti i consigli di Achitòfel, tanto per Davide
che per Assalonne.
17 1Achitòfel disse ad Assalonne: «Sceglierò dodicimila uomini: mi metterò a
inseguire Davide questa notte,
2gli piomberò addosso mentre egli è stanco e ha le
braccia fiacche, lo spaventerò e tutta la gente che è con lui si darà alla fuga; io
colpirò solo il re
3e ricondurrò a te tutto il popolo, come ritorna la sposa al suo
uomo. La vita di un solo uomo tu cerchi: la gente rimarrà tranquilla».
4Questo
parlare piacque ad Assalonne e a tutti gli anziani d’Israele.
5Ma Assalonne disse:
«Chiamate anche Cusài, l’Archita, e sentiamo ciò che ha in bocca anche lui».
6Quando Cusài fu giunto da Assalonne, questi gli disse: «Achitòfel ha parlato così e
così: dobbiamo fare come ha detto lui? Se no, parla tu!».
7Cusài rispose ad
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Assalonne: «Questa volta il consiglio dato da Achitòfel non è buono». 8Cusài
continuò: «Tu conosci tuo padre e i suoi uomini: sai che sono dei prodi e che
hanno l’animo esasperato, come un’orsa privata dei figli nella campagna; poi tuo
padre è un guerriero e non passerà la notte con il popolo.
9A quest’ora egli è
nascosto in qualche buca o in qualche altro luogo; se fin da principio cadranno
alcuni dei tuoi, si verrà a sapere e si dirà: “C’è stata una strage tra la gente che
segue Assalonne”.
10Allora il più valoroso, anche se avesse un cuore di leone, si
avvilirà, perché tutto Israele sa che tuo padre è un prode e che i suoi uomini sono
valorosi.
11Perciò io consiglio che tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, si raduni
presso di te, numeroso come la sabbia che è sulla riva del mare, e che tu in persona
vada alla battaglia.
12Così lo raggiungeremo in qualunque luogo si troverà e
piomberemo su di lui come la rugiada cade sul suolo; di tutti i suoi uomini non ne
resterà uno solo.
13Se poi si ritira in qualche città, tutto Israele porterà corde a
quella città e noi la trascineremo nella valle, in modo che non se ne trovi più
nemmeno una pietruzza».
14Assalonne e tutti gli Israeliti dissero: «Il consiglio di
Cusài, l’Archita, è migliore di quello di Achitòfel». Il Signore aveva stabilito di
render nullo il buon consiglio di Achitòfel per far cadere la rovina su Assalonne.
15Allora Cusài disse ai sacerdoti Sadoc ed Ebiatàr: «Achitòfel ha consigliato
Assalonne e gli anziani d’Israele così e così, ma io ho consigliato diversamente.
16Ora dunque mandate in fretta a informare Davide e ditegli: “Non passare la notte
presso i guadi del deserto, ma passa subito dall’altra parte, perché non sia finita
per il re e la gente che è con lui”».
17Ora Giònata e Achimàas stavano presso la fonte di Roghel e una schiava
andò a portare loro le notizie che essi dovevano andare a riferire al re Davide,
perché non potevano farsi vedere entrare in città.
18Ma un giovane li vide e informò
Assalonne. I due partirono di corsa e giunsero a Bacurìm, a casa di un uomo che
aveva nel cortile una cisterna. Essi vi si calarono
19e la donna di casa prese una
coperta, la distese sulla bocca della cisterna e sparse del grano su di essa, così che
non ci si accorgeva di nulla.
20I servi di Assalonne vennero in casa della donna e
chiesero: «Dove sono Achimàas e Giònata?». La donna rispose loro: «Hanno
oltrepassato il serbatoio dell’acqua». Quelli si misero a cercarli, ma non riuscendo
a trovarli, tornarono a Gerusalemme.
21Quando costoro se ne furono partiti, i due uscirono dalla cisterna e
andarono a informare il re Davide. Gli dissero: «Muovetevi e passate in fretta
l’acqua, perché così ha consigliato Achitòfel a vostro danno».
22Allora Davide si
levò con tutta la sua gente e passò il Giordano. Allo spuntare del giorno, neppure
uno era rimasto che non avesse passato il Giordano.
23Achitòfel, vedendo che il suo
consiglio non era stato seguito, sellò l’asino e partì per andare a casa sua nella sua
città. Mise in ordine gli affari della casa e s’impiccò. Così morì e fu sepolto nel
sepolcro di suo padre.
24Davide era giunto a Macanàim, quando Assalonne passò il Giordano con
tutti gli Israeliti.
25Assalonne aveva posto a capo dell’esercito Amasà invece di Ioab.
Amasà era figlio di un uomo chiamato Itra l’Israelita, il quale si era unito ad
Abigàl, figlia di Nacas e sorella di Seruià, madre di Ioab.
26Israele e Assalonne si
accamparono nel territorio di Gàlaad.
27Quando Davide fu giunto a Macanàim,
Sobì, figlio di Nacas, da Rabbà degli Ammoniti, e Machir, figlio di Ammièl, da
Lodebàr, e Barzillài il Galaadita, da Roghelìm,
28portarono giacigli, coppe e vasi di
terracotta, grano, orzo, farina, grano arrostito, fave, lenticchie,
29miele, panna e
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pecore e formaggio di mucca, per Davide e per la sua gente, perché mangiassero;
infatti dicevano: «Questa gente ha patito fame, stanchezza e sete nel deserto».
18 1Davide fece ispezione tra la sua gente e costituì comandanti di migliaia e
comandanti di centinaia su di loro.
2Davide dispose la gente: un terzo sotto il
comando di Ioab, un terzo sotto il comando di Abisài, figlio di Seruià, fratello di
Ioab, e un terzo sotto il comando di Ittài di Gat. Poi il re disse al popolo: «Voglio
uscire anch’io con voi!».
3Ma il popolo rispose: «Tu non devi uscire, perché se noi
fossimo messi in fuga, non si farebbe alcun caso di noi; quand’anche perisse la
metà di noi, non se ne farebbe alcun caso, ma tu conti per diecimila di noi. Quindi
è meglio che tu sia per noi di aiuto dalla città».
4Il re rispose loro: «Farò quello che
vi sembra bene». Il re si fermò al fianco della porta, mentre tutto l’esercito usciva a
schiere di cento e di mille uomini.
5Il re ordinò a Ioab, ad Abisài e a Ittài:
«Trattatemi con riguardo il giovane Assalonne!». E tutto il popolo udì quanto il re
ordinò a tutti i capi a proposito di Assalonne.
6L’esercito uscì in campo contro Israele e la battaglia ebbe luogo nella foresta
di Èfraim.
7La gente d’Israele fu sconfitta in quel luogo dai servi di Davide; la strage
fu grande in quel giorno: ventimila uomini.
8La battaglia si estese per tutta la
regione e la foresta divorò in quel giorno molta più gente di quanta non ne avesse
divorata la spada.
9Ora Assalonne s’imbatté nei servi di Davide. Assalonne cavalcava il mulo; il
mulo entrò sotto il groviglio di una grande quercia e la testa di Assalonne rimase
impigliata nella quercia e così egli restò sospeso fra cielo e terra, mentre il mulo
che era sotto di lui passò oltre.
10Un uomo lo vide e venne a riferire a Ioab: «Ho
visto Assalonne appeso a una quercia».
11Ioab rispose all’uomo che gli portava la
notizia: «Dunque, l’hai visto? E perché non l’hai steso al suolo tu, sul posto? Io
t’avrei dato dieci sicli d’argento e una cintura».
12Ma quell’uomo disse a Ioab:
«Quand’anche mi fossero messi in mano mille sicli d’argento, io non stenderei la
mano sul figlio del re, perché con i nostri orecchi abbiamo udito l’ordine che il re
ha dato a te, ad Abisài e a Ittài: “Proteggetemi il giovane Assalonne!”.
13Ma se io
avessi agito con perfidia di mia testa, poiché nulla rimane nascosto al re, tu avresti
preso le distanze».
14Allora Ioab disse: «Io non voglio perdere così il tempo con te».
Prese in mano tre dardi e li ficcò nel cuore di Assalonne, che era ancora vivo nel
folto della quercia.
15Poi dieci giovani scudieri di Ioab circondarono Assalonne, lo
colpirono e lo finirono.
16Allora Ioab suonò il corno e il popolo cessò di inseguire Israele, perché Ioab
aveva trattenuto il popolo.
17Quindi presero Assalonne, lo gettarono in una grande
buca nella foresta ed elevarono sopra di lui un grande mucchio di pietre. Tutto
Israele era fuggito, ciascuno nella sua tenda.
18Ora Assalonne, mentre era in vita, si
era eretta la stele che è nella valle del Re, perché diceva: «Io non ho un figlio per
conservare il ricordo del mio nome». Chiamò quella stele con il suo nome e la si
chiamò monumento di Assalonne fino ad oggi.
19Achimàas, figlio di Sadoc, disse a Ioab: «Correrò a portare al re la bella
notizia che il Signore lo ha liberato dai suoi nemici».
20Ioab gli disse: «Tu non sarai
oggi l’uomo della bella notizia, la darai un altro giorno; non darai oggi la bella
notizia, perché il figlio del re è morto».
21Poi Ioab disse all’Etiope: «Va’ e riferisci al
re quello che hai visto». L’Etiope si prostrò a Ioab e corse via.
22Achimàas, figlio di
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Sadoc, disse di nuovo a Ioab: «Comunque sia, voglio correre anch’io dietro
all’Etiope». Ioab gli disse: «Ma perché correre, figlio mio? La bella notizia non ti
porterà nulla di buono».
23E l’altro: «Comunque sia, voglio correre». Ioab gli disse:
«Corri!». Allora Achimàas prese la corsa per la strada della valle e oltrepassò
l’Etiope.
24Davide stava seduto fra le due porte; la sentinella salì sul tetto della
porta sopra le mura, alzò gli occhi, guardò, ed ecco vide un uomo correre tutto
solo.
25La sentinella gridò e l’annunciò al re. Il re disse: «Se è solo, ha in bocca una
bella notizia». Quegli andava avvicinandosi sempre più.
26La sentinella vide un
altro uomo che correva e gridò al guardiano: «Ecco un altro uomo correre tutto
solo!». E il re: «Anche questo ha una bella notizia».
27La sentinella disse: «Il modo
di correre del primo mi pare quello di Achimàas, figlio di Sadoc». E il re disse: «È
un uomo buono: viene certo per una lieta notizia!».
28Achimàas gridò al re:
«Pace!». Poi si prostrò al re con la faccia a terra e disse: «Benedetto sia il Signore,
tuo Dio, che ha fermato gli uomini che avevano alzato le mani contro il re, mio
signore!».
29Il re disse: «Il giovane Assalonne sta bene?». Achimaàs rispose:
«Quando Ioab mandava il servo del re e me tuo servo, io vidi un gran tumulto, ma
non so che cosa fosse».
30Il re gli disse: «Mettiti là, da parte». Quegli si mise da
parte e aspettò.
31Ed ecco arrivare l’Etiope che disse: «Si rallegri per la notizia il re,
mio signore! Il Signore ti ha liberato oggi da quanti erano insorti contro di te».
32Il
re disse all’Etiope: «Il giovane Assalonne sta bene?». L’Etiope rispose: «Diventino
come quel giovane i nemici del re, mio signore, e quanti insorgono contro di te per
farti del male!».
19 1Allora il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse;
diceva andandosene: «Figlio mio Assalonne! Figlio mio, figlio mio Assalonne!
Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!».
2Fu riferito a Ioab:
«Ecco, il re piange e fa lutto per Assalonne».
3La vittoria in quel giorno si cambiò
in lutto per tutto il popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: «Il re è
desolato a causa del figlio».
4Il popolo in quel giorno rientrò in città furtivamente,
come avrebbe fatto gente vergognosa per essere fuggita durante la battaglia.
5Il re
si era coperta la faccia e gridava a gran voce: «Figlio mio Assalonne, Assalonne,
figlio mio, figlio mio!».
6Allora Ioab entrò in casa del re e disse: «Tu fai arrossire
oggi il volto di tutta la tua gente, che in questo giorno ha salvato la vita a te, ai tuoi
figli e alle tue figlie, alle tue mogli e alle tue concubine,
7perché ami quelli che ti
odiano e odii quelli che ti amano. Infatti oggi tu mostri chiaramente che capi e
servi per te non contano nulla; ora io ho capito che, se Assalonne fosse vivo e noi
quest’oggi fossimo tutti morti, questa sarebbe una cosa giusta ai tuoi occhi.
8Ora
dunque àlzati, esci e parla al cuore dei tuoi servi, perché io giuro per il Signore che,
se non esci, neppure un uomo resterà con te questa notte; questo sarebbe per te un
male peggiore di tutti quelli che ti sono capitati dalla tua giovinezza fino ad oggi».
9Allora il re si alzò e si sedette alla porta; fu dato quest’annuncio a tutto il popolo:
«Ecco, il re sta seduto alla porta». E tutto il popolo venne alla presenza del re.
Gli Israeliti erano fuggiti ognuno alla sua tenda.
10In tutte le tribù d’Israele
tutto il popolo stava discutendo e diceva: «Il re ci ha liberati dalle mani dei nostri
nemici e ci ha salvati dalle mani dei Filistei; ora è dovuto fuggire dalla terra a causa
di Assalonne.
11Ma Assalonne, che noi avevamo unto re su di noi, è morto in
battaglia. Ora perché indugiate a fare tornare il re?».
12Ciò che si diceva in tutto
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Israele era giunto a conoscenza del re. Il re Davide mandò a dire ai sacerdoti Sadoc
ed Ebiatàr: «Riferite agli anziani di Giuda: “Perché volete essere gli ultimi a far
tornare il re alla sua casa?
13Fratelli miei, voi siete mio osso e mia carne e perché
dunque sareste gli ultimi a far tornare il re?”.
14Dite ad Amasà: “Non sei forse mio
osso e mia carne? Dio mi faccia questo e anche peggio, se tu non diventerai davanti
a me capo dell’esercito per sempre al posto di Ioab!”».
15Così piegò il cuore di tutti
gli uomini di Giuda, come se fosse stato il cuore di un sol uomo; essi mandarono a
dire al re: «Ritorna tu e tutti i tuoi servi».
16Il re dunque tornò e giunse al Giordano; quelli di Giuda vennero a Gàlgala
per andare incontro al re e per fargli passare il Giordano.
17Simei, figlio di Ghera, Beniaminita, che era di Bacurìm, si affrettò a scendere
con gli uomini di Giuda incontro al re Davide.
18Aveva con sé mille uomini di
Beniamino. Siba, il domestico della casa di Saul, i suoi quindici figli e i suoi venti
servi si precipitarono al Giordano prima del re.
19La barca faceva la traversata per
far passare la famiglia del re e poi fare quanto gli fosse sembrato opportuno.
Intanto Simei, figlio di Ghera, si gettò ai piedi del re nel momento in cui passava il
Giordano
20e disse al re: «Il mio signore non tenga conto della mia colpa! Quanto il
tuo servo ha commesso quando il re, mio signore, è uscito da Gerusalemme, non
ricordarlo, non lo conservi il re nel suo cuore!
21Certo, il tuo servo riconosce di aver
peccato, ed ecco oggi, primo di tutta la casa di Giuseppe, sono sceso incontro al re,
mio signore».
22Ma Abisài, figlio di Seruià, disse: «Non dovrà forse essere messo a
morte Simei perché ha maledetto il consacrato del Signore?».
23Davide disse: «Che
ho io in comune con voi, o figli di Seruià, perché diventiate oggi miei avversari? Si
può mettere a morte oggi qualcuno in Israele? Non so già forse di essere oggi il re
d’Israele?».
24Il re disse a Simei: «Tu non morirai!». E il re glielo giurò.
25Anche Merib-Baal, nipote di Saul, scese incontro al re. Non si era curato i
piedi né la barba intorno alle labbra e non aveva lavato le vesti dal giorno in cui il
re era partito a quello in cui tornava in pace.
26Mentre andava a Gerusalemme
incontro al re, il re gli disse: «Perché non sei venuto con me, Merib-Baal?».
27Egli
rispose: «O re, mio signore, il mio servo mi ha ingannato! Il tuo servo aveva detto:
“Io mi farò sellare l’asino, monterò e andrò con il re, perché il tuo servo è zoppo”.
28Inoltre egli ha calunniato il tuo servo presso il re, mio signore. Però il re, mio
signore, è come un angelo di Dio; fa’ dunque ciò che sembrerà bene ai tuoi occhi.
29Perché tutti quelli della casa di mio padre erano solo degni di morte per il re, mio
signore; ma tu hai posto il tuo servo fra quelli che mangiano alla tua tavola. E che
diritto avrei ancora di supplicare il re?».
30Il re gli disse: «Non occorre che tu
aggiunga altre parole. Ho deciso: tu e Siba vi dividerete i campi».
31Merib-Baal
rispose al re: «Se li prenda pure tutti lui, dato che ormai il re, mio signore, è
tornato in pace a casa sua!».
32Barzillài il Galaadita era sceso da Roghelìm e aveva passato il Giordano con
il re, per congedarsi da lui presso il Giordano.
33Barzillài era molto vecchio: aveva
ottant’anni. Aveva dato sostentamento al re mentre questi si trovava a Macanàim,
perché era un uomo molto facoltoso.
34Il re disse a Barzillài: «Vieni con me; io
provvederò al tuo sostentamento presso di me, a Gerusalemme».
35Ma Barzillài
rispose al re: «Quanti sono gli anni che mi restano da vivere, perché io salga con il
re a Gerusalemme?
36Io ora ho ottant’anni; posso forse ancora distinguere ciò che è
buono da ciò che è cattivo? Può il tuo servo gustare ancora ciò che mangia e ciò che
beve? Posso udire ancora la voce dei cantanti e delle cantanti? E perché allora il
2 Samuele
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tuo servo dovrebbe essere di peso al re, mio signore? 37Il tuo servo verrà con il re
appena oltre il Giordano; perché il re dovrebbe darmi una tale ricompensa?
38Lascia che il tuo servo torni indietro e che io possa morire nella mia città, presso
la tomba di mio padre e di mia madre. Ecco qui mio figlio, il tuo servo Chimam:
venga lui con il re, mio signore; fa’ per lui quello che ti piacerà».
39Il re rispose:
«Venga dunque con me Chimam e io farò per lui quello che a te piacerà; farò per te
quello che desidererai da me».
40Poi tutto il popolo passò il Giordano. Il re l’aveva
già passato. Allora il re baciò Barzillài e lo benedisse; quegli tornò a casa.
41Così il re proseguì per Gàlgala e Chimam era venuto con lui. Tutta la gente
di Giuda e anche metà della gente d’Israele aveva fatto passare il re.
42Allora tutti gli Israeliti vennero dal re e gli dissero: «Perché i nostri fratelli,
gli uomini di Giuda, ti hanno prelevato e hanno fatto passare il Giordano al re, alla
sua famiglia e a tutta la gente di Davide?».
43Tutti gli uomini di Giuda risposero agli
Israeliti: «Il re è un nostro parente stretto; perché vi adirate per questo? Abbiamo
forse mangiato a spese del re o ci fu portata qualche porzione?».
44Gli Israeliti
replicarono agli uomini di Giuda: «Io ho dieci parti sul re e anche su Davide ho la
preminenza rispetto a te; perché mi hai disprezzato? Non sono forse stato il primo
a proporre di far tornare il re?». Ma il parlare degli uomini di Giuda fu più ostinato
di quello degli Israeliti.
20 1Capitò là uno scellerato chiamato Seba, figlio di Bicrì, un Beniaminita, il
quale suonò il corno e disse:
«Non abbiamo alcuna parte con Davide
e non abbiamo un’eredità con il figlio di Iesse.
Ognuno alle proprie tende, Israele!».
2Tutti gli Israeliti si allontanarono da Davide per seguire Seba, figlio di Bicrì;
ma gli uomini di Giuda rimasero uniti al loro re e lo accompagnarono dal Giordano
fino a Gerusalemme.
3Davide entrò nella reggia a Gerusalemme. Il re prese le dieci
concubine che aveva lasciato a custodia della reggia e le mise in una residenza
sorvegliata; dava loro sostentamento, ma non si accostava a loro. Rimasero così
recluse fino al giorno della loro morte, vivendo da vedove.
4Quindi il re disse ad Amasà: «Radunami tutti gli uomini di Giuda in tre
giorni; poi férmati qui».
5Amasà dunque partì per far venire gli uomini di Giuda;
ma tardò più del tempo fissato.
6Allora Davide disse ad Abisài: «Seba, figlio di
Bicrì, ci farà ora più male di Assalonne; prendi i servi del tuo signore e inseguilo,
perché non trovi fortezze e sfugga ai nostri occhi».
7Con lui uscirono gli uomini di
Ioab, i Cretei, i Peletei e tutti i prodi; uscirono da Gerusalemme per inseguire Seba,
figlio di Bicrì.
8Si trovavano presso la grande pietra che è a Gàbaon, quando Amasà venne
loro incontro. Ioab indossava la veste militare, sopra la quale portava il cinturone
con la spada pendente dai fianchi nel fodero; venendo fuori, essa gli cadde.
9Ioab
disse ad Amasà: «Stai bene, fratello mio?» e con la destra prese Amasà per la barba
per baciarlo.
10Amasà non fece attenzione alla spada che Ioab aveva nell’altra
mano, e Ioab lo colpì al ventre e ne sparse le viscere a terra; non lo colpì una
seconda volta perché era già morto. Poi Ioab e Abisài, suo fratello, inseguirono
Seba, figlio di Bicrì.
11Uno dei giovani di Ioab era rimasto presso Amasà e diceva:
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«Chi ama Ioab e chi è per Davide segua Ioab!». 12Intanto Amasà giaceva
insanguinato in mezzo al sentiero e quell’uomo vide che tutto il popolo si fermava.
Allora trascinò Amasà fuori dal sentiero, in un campo, e gli buttò addosso una
veste, perché quanti gli arrivavano vicino lo vedevano e si fermavano.
13Quando fu
rimosso dal sentiero, passarono tutti al seguito di Ioab per inseguire Seba, figlio di
Bicrì.
14Costui passò per tutte le tribù d’Israele fino ad Abel-Bet-Maacà; tutti gli
alleati si radunarono e lo seguirono.
15Vennero dunque, lo assediarono ad Abel-Bet-
Maacà e innalzarono contro la città un terrapieno addossato al contrafforte; tutto il
popolo che era con Ioab faceva di tutto per far cadere le mura.
16Allora una donna
saggia gridò dalla città: «Ascoltate, ascoltate! Dite a Ioab di avvicinarsi, gli voglio
parlare!».
17Quando egli le si avvicinò, la donna gli chiese: «Sei tu Ioab?». Egli
rispose: «Sì». Allora ella gli disse: «Ascolta la parola della tua schiava». Egli
rispose: «Ascolto».
18Riprese: «Una volta si soleva dire: “Si consultino quelli di
Abel”, e la cosa si risolveva.
19Io vivo tra uomini pacifici e fedeli d’Israele, e tu
cerchi di far perire una città che è una madre in Israele. Perché vuoi distruggere
l’eredità del Signore?».
20Ioab rispose: «Non sia mai, non sia mai che io distrugga e
devasti!
21La questione è diversa: un uomo delle montagne di Èfraim, chiamato
Seba, figlio di Bicrì, ha alzato la mano contro il re Davide. Consegnatemi lui solo e
io me ne andrò dalla città». La donna disse a Ioab: «Ecco, la sua testa ti sarà
gettata dalle mura».
22Allora la donna si rivolse a tutto il popolo con saggezza; così
quelli tagliarono la testa a Seba, figlio di Bicrì, e la gettarono a Ioab. Egli fece
suonare il corno; tutti si dispersero lontano dalla città, ognuno alla propria tenda.
Poi Ioab tornò a Gerusalemme presso il re.
23Ioab era a capo di tutto l’esercito d’Israele; Benaià, figlio di Ioiadà, era capo
dei Cretei e dei Peletei;
24Adoràm sovrintendeva al lavoro coatto; Giòsafat, figlio di
Achilùd, era archivista;
25Seva era scriba; Sadoc ed Ebiatàr erano sacerdoti 26e
anche Ira, lo Iairita, era sacerdote di Davide.
21 1Al tempo di Davide ci fu una carestia per tre anni; Davide cercò il volto del
Signore e il Signore gli disse: «Su Saul e sulla sua casa c’è sangue, perché egli ha
fatto morire i Gabaoniti».
2Allora il re chiamò i Gabaoniti e parlò loro. I Gabaoniti
non erano Israeliti, ma un resto degli Amorrei, e gli Israeliti avevano fatto con loro
un giuramento; Saul però, nel suo zelo per gli Israeliti e per quelli di Giuda, aveva
cercato di colpirli.
3Davide disse ai Gabaoniti: «Che devo fare per voi? In che modo
espierò, perché voi possiate benedire l’eredità del Signore?».
4I Gabaoniti gli
risposero: «Fra noi e Saul e la sua casa non è questione d’argento o d’oro, né ci
riguarda l’uccidere qualcuno in Israele». Il re disse: «Quello che voi direte io ve lo
farò».
5Quelli risposero al re: «Di quell’uomo che ci ha distrutti e aveva progettato
di finirci, perché più non sopravvivessimo in tutto il territorio d’Israele,
6ci siano
consegnati sette uomini tra i suoi figli e noi li impiccheremo davanti al Signore a
Gàbaon, sul monte del Signore». Il re disse: «Ve li consegnerò».
7Il re risparmiò
Merib-Baal, figlio di Giònata, figlio di Saul, per il giuramento del Signore che c’era
tra loro, tra Davide e Giònata, figlio di Saul.
8Il re prese i due figli che Rispa, figlia
di Aià, aveva partoriti a Saul, Armonì e Merib-Baal, e i cinque figli che Merab, figlia
di Saul, aveva partoriti ad Adrièl di Mecolà, figlio di Barzillài.
9Li consegnò nelle
mani dei Gabaoniti, che li impiccarono sul monte, davanti al Signore. Tutti e sette
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caddero insieme. Furono messi a morte nei primi giorni della mietitura, quando si
cominciava a mietere l’orzo.
10Allora Rispa, figlia di Aià, prese il sacco e lo stese sulla roccia, dal principio
della mietitura fino a quando dal cielo non cadde su di loro la pioggia. Essa non
permise agli uccelli del cielo di posarsi su di loro di giorno e alle bestie selvatiche di
accostarsi di notte.
11Fu riferito a Davide quello che Rispa, figlia di Aià, concubina
di Saul, aveva fatto.
12Davide andò a prendere le ossa di Saul e quelle di Giònata,
suo figlio, presso i signori di Iabes di Gàlaad, i quali le avevano sottratte
furtivamente dalla piazza di Bet-Sean, dove i Filistei li avevano appesi quando
avevano colpito Saul sul Gèlboe.
13Egli riportò le ossa di Saul e quelle di Giònata,
suo figlio; poi si raccolsero anche le ossa di quelli che erano stati impiccati.
14Le
ossa di Saul e di Giònata, suo figlio, furono sepolte nel territorio di Beniamino a
Sela, nel sepolcro di Kis, padre di Saul. Fu fatto quanto il re aveva ordinato e, dopo
questo, Dio si mostrò placato verso la terra.
15I Filistei mossero di nuovo guerra a Israele e Davide scese con i suoi servi a
combattere contro i Filistei. Davide era stanco
16e Isbi-Benòb, uno dei discendenti
di Rafa, con una lancia del peso di trecento sicli di bronzo e portando una spada
nuova, manifestò il proposito di uccidere Davide;
17ma Abisài, figlio di Seruià,
venne in aiuto al re, colpì il Filisteo e lo uccise. Allora gli uomini di Davide gli
giurarono: «Tu non uscirai più con noi a combattere e non spegnerai la lampada
d’Israele».
18Dopo questo, ci fu un’altra battaglia con i Filistei, a Gob. Allora Sibbecài di
Cusa uccise Saf, uno dei discendenti di Rafa.
19Ci fu un’altra battaglia con i Filistei, a Gob, ed Elcanàn, figlio di Iair, di
Betlemme, uccise Golia di Gat: l’asta della sua lancia era come un cilindro da
tessitori.
20Ci fu un’altra battaglia a Gat, dove c’era un uomo di grande statura, che
aveva sei dita per mano e per piede, in tutto ventiquattro, e anche lui discendeva
da Rafa.
21Egli sfidò Israele, ma Giònata, figlio di Simeà, fratello di Davide, lo
uccise.
22Questi quattro discendevano da Rafa, a Gat. Essi caddero per mano di
Davide e dei suoi uomini.
22 1Davide rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il Signore lo
liberò dalla mano di tutti i suoi nemici e dalla mano di Saul.
2Egli disse:
«Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,
3mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo,
mio nascondiglio che mi salva,
dalla violenza tu mi salvi.
4Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
5Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti infernali;
6già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.
7Nell’angoscia invocai il Signore,
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nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido.
8La terra tremò e si scosse;
vacillarono le fondamenta dei cieli,
si scossero perché egli era adirato.
9Dalle sue narici saliva fumo,
dalla sua bocca un fuoco divorante;
da lui sprizzavano carboni ardenti.
10Abbassò i cieli e discese,
una nube oscura sotto i suoi piedi.
11Cavalcava un cherubino e volava,
appariva sulle ali del vento.
12Si avvolgeva di tenebre come di una tenda,
di acque oscure e di nubi.
13Davanti al suo fulgore
arsero carboni ardenti.
14Il Signore tuonò dal cielo,
l’Altissimo fece udire la sua voce.
15Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgore e li sconfisse.
16Allora apparve il fondo del mare,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la minaccia del Signore,
per lo spirare del suo furore.
17Stese la mano dall’alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
18mi liberò da nemici potenti,
da coloro che mi odiavano
ed erano più forti di me.
19Mi assalirono nel giorno della mia sventura,
ma il Signore fu il mio sostegno;
20mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.
21Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani,
22perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato come un empio il mio Dio.
23I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
24ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
25Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia,
secondo la mia innocenza davanti ai suoi occhi.
26Con l’uomo buono tu sei buono,
con l’uomo integro tu sei integro,
27con l’uomo puro tu sei puro
e dal perverso non ti fai ingannare.
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28Tu salvi il popolo dei poveri,
ma sui superbi abbassi i tuoi occhi.
29Signore, tu sei la mia lampada;
il Signore rischiara le mie tenebre.
30Con te mi getterò nella mischia,
con il mio Dio scavalcherò le mura.
31La via di Dio è perfetta,
la parola del Signore è purificata nel fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
32Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è roccia, se non il nostro Dio?
33Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino,
34mi ha dato agilità come di cerve
e sulle alture mi ha fatto stare saldo,
35ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tendere l’arco di bronzo.
36Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,
mi hai esaudito e mi hai fatto crescere.
37Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
38Ho inseguito i miei nemici e li ho distrutti,
non sono tornato senza averli annientati.
39Li ho annientati e colpiti e non si sono rialzati,
sono caduti sotto i miei piedi.
40Tu mi hai cinto di forza per la guerra,
hai piegato sotto di me gli avversari.
41Dei nemici mi hai mostrato le spalle:
quelli che mi odiavano, li ho distrutti.
42Hanno gridato e nessuno li ha salvati,
hanno gridato al Signore, ma non ha risposto.
43Come polvere della terra li ho dispersi,
calpestati, schiacciati come fango delle strade.
44Mi hai scampato dal popolo in rivolta,
mi hai conservato a capo di nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito;
45stranieri cercavano il mio favore,
all’udirmi, subito mi obbedivano,
46impallidivano uomini stranieri
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.
47Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato Dio, rupe della mia salvezza.
48Dio, tu mi accordi la rivincita
e sottometti i popoli al mio giogo,
49mi sottrai ai miei nemici,
dei miei avversari mi fai trionfare
e mi liberi dall’uomo violento.
50Per questo ti loderò, Signore, tra le genti
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e canterò inni al tuo nome.
51Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre».
23 1Queste sono le ultime parole di Davide:
«Oracolo di Davide, figlio di Iesse,
oracolo dell’uomo innalzato dall’Altissimo,
del consacrato del Dio di Giacobbe,
del soave salmista d’Israele.
2Lo spirito del Signore parla in me,
la sua parola è sulla mia lingua;
3il Dio di Giacobbe ha parlato,
la roccia d’Israele mi ha detto:
“Chi governa gli uomini con giustizia,
chi governa con timore di Dio,
4è come luce di un mattino
quando sorge il sole,
mattino senza nubi,
che fa scintillare dopo la pioggia
i germogli della terra”.
5Non è forse così la mia casa davanti a Dio,
poiché ha stabilito con me un’alleanza eterna,
in tutto regolata e osservata?
Non farà dunque germogliare
quanto mi salva
e quanto mi diletta?
6Ma gli scellerati sono come spine,
che si buttano via tutte
e non si prendono in mano;
7chi le tocca si arma di un ferro e di un’asta di lancia
e si bruciano sul posto col fuoco».
8Questi sono i nomi dei prodi di Davide: Is-Baal, l'Acmonita, capo dei Tre.
Egli, impugnando la lancia contro ottocento uomini, li trafisse in un solo scontro.
9Dopo di lui veniva Eleàzaro, figlio di Dodo, l’Acochita, uno dei tre prodi che erano
con Davide: quando i Filistei li insultarono, si schierarono là per combattere,
mentre gli Israeliti si ritirarono sulle alture.
10Egli si alzò, percosse i Filistei, finché
la sua mano, sfinita, rimase attaccata alla spada. Il Signore operò quel giorno una
grande salvezza e il popolo seguì Eleàzaro soltanto per spogliare i cadaveri.
11Dopo
di lui veniva Sammà figlio di Aghè, l’Ararita. I Filistei erano radunati a Lechì; in
quel luogo vi era un campo pieno di lenticchie e il popolo fuggì dinanzi ai Filistei.
12Egli allora si appostò in mezzo al campo, lo difese e sconfisse i Filistei, e il Signore
operò una grande vittoria.
13Tre dei Trenta capi scesero al tempo della mietitura e vennero da Davide
nella caverna di Adullàm, mentre una schiera di Filistei era accampata nella valle
dei Refaìm.
14Davide era allora nel rifugio e c’era una postazione di Filistei a
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Betlemme. 15Davide ebbe un desiderio e disse: «Se qualcuno mi desse da bere
l’acqua del pozzo che è vicino alla porta di Betlemme!».
16I tre prodi irruppero nel
campo filisteo, attinsero l’acqua dal pozzo di Betlemme, vicino alla porta, la
presero e la presentarono a Davide, il quale però non ne volle bere, ma la sparse in
onore del Signore,
17dicendo: «Non sia mai, Signore, che io faccia una cosa simile!
È il sangue di questi uomini, che sono andati là a rischio della loro vita!». Non la
volle bere. Tali gesta compirono quei tre prodi.
18Abisài, fratello di Ioab, figlio di Seruià, fu il capo dei Trenta. Egli,
impugnando la lancia contro trecento uomini, li trafisse; si fece un nome fra i
Trenta.
19Certo, fu glorioso fra i Trenta e divenne loro comandante, ma non giunse
alla pari dei Tre.
20Poi veniva Benaià, figlio di Ioiadà, uomo valoroso, di molte
prodezze, originario di Kabseèl. Egli uccise i due figli di Arièl, di Moab; inoltre,
sceso in una cisterna in un giorno di neve, vi abbatté un leone.
21Uccise anche un
Egiziano, uomo d’alta statura, il quale teneva in mano una lancia; gli andò incontro
con un bastone, strappò di mano all’Egiziano la lancia e lo uccise con la sua stessa
lancia.
22Questo fece Benaià, figlio di Ioiadà, e si fece un nome tra i trenta prodi.
23Fu glorioso fra i Trenta, ma non giunse alla pari dei Tre. Davide lo mise a capo del
suo corpo di guardia.
24Poi Asaèl, fratello di Ioab, uno dei Trenta, Elcanàn, figlio di
Dodo, di Betlemme,
25Sammà di Carod, Elikà di Carod, 26Cheles di Pelet, Ira, figlio
di Ikkes, di Tekòa,
27Abièzer di Anatòt, Mebunnài di Cusa, 28Salmon di Acòach,
Maarai di Netofà,
29Cheleb, figlio di Baanà, di Netofà, Ittài, figlio di Ribài, di Gàbaa
dei figli di Beniamino,
30Benaià di Piratòn, Iddài di Nacalè-Gaas, 31Abi-Albòn di
Arbàt, Azmàvet di Bacurìm,
32Eliacbà di Saalbòn, Iasen di Gun, Giònata, 33figlio di
Sammà, di Arar, Achiàm, figlio di Sarar, di Arar,
34Elifèlet, figlio di Acasbài, il
Maacatita, Eliàm, figlio di Achitòfel, di Ghilo,
35Chesrài di Carmel, Paarài di Arab,
36Igal, figlio di Natan, di Soba, Banì di Gad, 37Selek l’Ammonita, Nacrài di Beeròt,
scudiero di Ioab, figlio di Seruià,
38Ira di Ieter, Gareb di Ieter, 39Uria l’Ittita. In tutto
trentasette.
24 1L’ira del Signore si accese di nuovo contro Israele e incitò Davide contro il
popolo in questo modo: «Su, fa’ il censimento d’Israele e di Giuda».
2Il re disse a
Ioab, capo dell’esercito a lui affidato: «Percorri tutte le tribù d’Israele, da Dan fino
a Bersabea, e fate il censimento del popolo, perché io conosca il numero della
popolazione».
3Ioab rispose al re: «Il Signore, tuo Dio, aumenti il popolo cento
volte più di quello che è, e gli occhi del re, mio signore, possano vederlo! Ma perché
il re, mio signore, vuole questa cosa?».
4Ma l’ordine del re prevalse su Ioab e sui
comandanti dell’esercito, e Ioab e i comandanti dell’esercito si allontanarono dal re
per fare il censimento del popolo d’Israele.
5Passarono il Giordano e cominciarono da Aroèr e dalla città che è a metà del
torrente di Gad su fino a Iazer.
6Poi andarono in Gàlaad e nella terra degli Ittiti a
Kades, andarono a Dan-Iaan e piegarono verso Sidone.
7Andarono alla fortezza di
Tiro e in tutte le città degli Evei e dei Cananei e finirono nel Negheb di Giuda a
Bersabea.
8Percorsero così tutto il territorio e dopo nove mesi e venti giorni
tornarono a Gerusalemme.
9Ioab consegnò al re il totale del censimento del
popolo: c’erano in Israele ottocentomila uomini abili in grado di maneggiare la
spada; in Giuda cinquecentomila.
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10Ma dopo che ebbe contato il popolo, il cuore di Davide gli fece sentire il
rimorso ed egli disse al Signore: «Ho peccato molto per quanto ho fatto; ti prego,
Signore, togli la colpa del tuo servo, poiché io ho commesso una grande stoltezza».
11Al mattino, quando Davide si alzò, fu rivolta questa parola del Signore al profeta
Gad, veggente di Davide:
12«Va’ a riferire a Davide: Così dice il Signore: “Io ti
propongo tre cose: scegline una e quella ti farò”».
13Gad venne dunque a Davide, gli
riferì questo e disse: «Vuoi che vengano sette anni di carestia nella tua terra o tre
mesi di fuga davanti al nemico che ti insegue o tre giorni di peste nella tua terra?
Ora rifletti e vedi che cosa io debba riferire a chi mi ha mandato».
14Davide rispose
a Gad: «Sono in grande angustia! Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore, perché
la sua misericordia è grande, ma che io non cada nelle mani degli uomini!».
15Così
il Signore mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da
Dan a Bersabea morirono tra il popolo settantamila persone.
16E quando l’angelo
ebbe stesa la mano su Gerusalemme per devastarla, il Signore si pentì di quel male
e disse all’angelo devastatore del popolo: «Ora basta! Ritira la mano!».
L’angelo del Signore si trovava presso l’aia di Araunà, il Gebuseo.
17Davide,
vedendo l’angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: «Io ho peccato, io ho agito
male; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano venga contro di me e contro
la casa di mio padre!».
18Quel giorno Gad venne da Davide e gli disse: «Sali, innalza un altare al
Signore nell’aia di Araunà, il Gebuseo».
19Davide salì, secondo la parola di Gad,
come il Signore aveva comandato.
20Araunà guardò e vide il re e i suoi servi
dirigersi verso di lui. Araunà uscì e si prostrò davanti al re con la faccia a terra.
21Poi Araunà disse: «Perché il re, mio signore, viene dal suo servo?». Davide
rispose: «Per acquistare da te l’aia e costruire un altare al Signore, perché si
allontani il flagello dal popolo».
22Araunà disse a Davide: «Il re, mio signore,
prenda e offra quanto vuole! Ecco i giovenchi per l’olocausto; le trebbie e gli arnesi
dei buoi serviranno da legna.
23Tutte queste cose, o re, Araunà te le regala». Poi
Araunà disse al re: «Il Signore, tuo Dio, ti sia propizio!».
24Ma il re rispose ad
Araunà: «No, io acquisterò da te a pagamento e non offrirò olocausti
gratuitamente al Signore, mio Dio». Davide acquistò l’aia e i buoi per cinquanta
sicli d’argento.
25Quindi Davide costruì in quel luogo un altare al Signore e offrì
olocausti e sacrifici di comunione. Il Signore si mostrò placato verso la terra e il
flagello si allontanò da Israele.

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