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Tobia

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Tobia
Bibbia CEI 2008
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La Sacra Bibbia (testo CEI 2008)
Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione
www.laparola.it
TOBIA*
1 1Libro della storia di Tobi, figlio di Tobièl, figlio di Ananièl, figlio di Aduèl,
figlio di Gabaèl, figlio di Raffaele, figlio di Raguele, della discendenza di Asièl, della
tribù di Nèftali.
2Al tempo di Salmanàssar, re degli Assiri, egli fu deportato dalla
città di Tisbe, che sta a sud di Kedes di Nèftali, nell’alta Galilea, sopra Asor, verso
occidente, a nord di Sefet.
3Io, Tobi, passavo tutti i giorni della mia vita seguendo le vie della verità e
della giustizia. Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me
in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine.
4Mi trovavo
ancora al mio paese, la terra d’Israele, ed ero ancora giovane, quando la tribù del
mio antenato Nèftali abbandonò la casa di Davide e si staccò da Gerusalemme, la
sola città fra tutte le tribù d’Israele scelta per i sacrifici. In essa era stato consacrato
il tempio, dove abita Dio, ed era stato edificato per tutte le generazioni future.
5Tutti i miei fratelli e quelli della tribù del mio antenato Nèftali facevano sacrifici
su tutti i monti della Galilea al vitello che Geroboamo, re d’Israele, aveva
fabbricato a Dan.
6Io ero il solo che spesso mi recavo a Gerusalemme nelle feste,
per obbedienza a una legge perenne prescritta a tutto Israele. Correvo a
Gerusalemme con le primizie dei frutti e degli animali, con le decime del bestiame
e con la prima lana che tosavo alle mie pecore.
7Consegnavo tutto ai sacerdoti, figli
di Aronne, per l’altare. Davo anche ai leviti, che prestavano servizio a
Gerusalemme, le decime del grano, del vino, dell’olio, delle melagrane, dei fichi e
degli altri frutti. Per sei anni consecutivi convertivo in denaro la seconda decima
ogni anno e andavo a spenderla a Gerusalemme.
8La terza decima poi era per gli
orfani, le vedove e i forestieri che si trovavano con gli Israeliti. La portavo loro ogni
tre anni e la si consumava insieme, come vuole la legge di Mosè e secondo le
raccomandazioni di Dèbora, moglie di Ananièl, la madre di nostro padre, poiché
mio padre, morendo, mi aveva lasciato orfano.
9Quando divenni adulto, sposai
Anna, una donna della mia parentela, e da essa ebbi un figlio che chiamai Tobia.
10Dopo la deportazione in Assiria, quando fui condotto prigioniero e arrivai a
Ninive, tutti i miei fratelli e quelli della mia gente mangiavano i cibi dei pagani;
11ma io mi guardai bene dal farlo. 12Poiché restai fedele a Dio con tutto il cuore,
13l’Altissimo mi fece trovare il favore di Salmanàssar, del quale presi a trattare gli
affari.
14Venni così nella Media, dove, finché egli visse, conclusi affari per conto
In questo apparato sono riportate le principali varianti che caratterizzano la Nova Vulgata (NVg) rispetto al testo critico
seguito nella presente traduzione. Viene indicato il versetto, o la parte di esso, che differisce per cambiamento del testo
(
invece), o aggiunta (aggiunge). Le parole comprese tra i due segni é.....ù sono variate come indicato in nota; il segno ^
indica invece il luogo dell’inserimento delle parole trascritte in nota.
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suo. Fu allora che a Rage di Media, presso Gabaèl, fratello di Gabri, depositai in
sacchetti la somma di dieci talenti d’argento.
15Quando Salmanàssar morì, gli successe il figlio Sennàcherib. Allora le strade
della Media divennero impraticabili e non potei più tornarvi.
16Al tempo di
Salmanàssar facevo spesso l’elemosina a quelli della mia gente;
17davo il pane agli
affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e
gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo.
18Seppellii anche quelli che aveva
ucciso Sennàcherib, quando tornò fuggendo dalla Giudea, al tempo del castigo
mandato dal re del cielo sui bestemmiatori. Nella sua collera egli uccise molti
Israeliti; io sottraevo i loro corpi per la sepoltura e Sennàcherib invano li cercava.
19Ma un cittadino di Ninive andò a informare il re che io li seppellivo di nascosto.
Quando seppi che il re conosceva il fatto e che mi si cercava per essere messo a
morte, colto da paura mi diedi alla fuga.
20I miei beni furono confiscati e passarono
tutti al tesoro del re. Mi restò solo la moglie, Anna, con il figlio Tobia.
21Neanche
quaranta giorni dopo, il re fu ucciso da due suoi figli, i quali poi fuggirono sui
monti dell’Araràt. Gli successe allora il figlio Assarhàddon. Egli diede ad Achikàr,
figlio di mio fratello Anaèl, l’incarico della contabilità del regno: egli ebbe così la
direzione generale degli affari.
22Allora Achikàr prese a cuore la mia causa e potei
così ritornare a Ninive. Al tempo di Sennàcherib, re degli Assiri, Achikàr era stato
gran coppiere, ministro della giustizia, amministratore e sovrintendente della
contabilità e Assarhàddon l’aveva mantenuto in carica. Egli era mio nipote e uno
della mia parentela.
2 1Sotto il regno di Assarhàddon ritornai dunque a casa mia e mi fu restituita la
compagnia di mia moglie Anna e del figlio Tobia. Per la nostra festa di Pentecoste,
cioè la festa delle Settimane, avevo fatto preparare un buon pranzo e mi posi a
tavola:
2la tavola era imbandita di molte vivande. Dissi al figlio Tobia: «Figlio mio,
va’, e se trovi tra i nostri fratelli deportati a Ninive qualche povero, che sia però di
cuore fedele, portalo a pranzo insieme con noi. Io resto ad aspettare che tu ritorni,
figlio mio».
3Tobia uscì in cerca di un povero tra i nostri fratelli. Di ritorno disse:
«Padre!». Gli risposi: «Ebbene, figlio mio?». «Padre – riprese – uno della nostra
gente è stato ucciso e gettato nella piazza; l’hanno strangolato un momento fa».
4Io
allora mi alzai, lasciando intatto il pranzo; tolsi l’uomo dalla piazza e lo posi in una
camera in attesa del tramonto del sole, per poterlo seppellire.
5Ritornai, mi lavai e
mangiai con tristezza,
6ricordando le parole del profeta Amos su Betel:
«Si cambieranno le vostre feste in lutto,
tutti i vostri canti in lamento».
7E piansi. Quando poi calò il sole, andai a scavare una fossa e ve lo seppellii. 8I
miei vicini mi deridevano dicendo: «Non ha più paura! Proprio per questo motivo
lo hanno già ricercato per ucciderlo. È dovuto fuggire e ora eccolo di nuovo a
seppellire i morti».
9Quella notte, dopo aver seppellito il morto, mi lavai, entrai nel
mio cortile e mi addormentai sotto il muro del cortile. Per il caldo che c’era tenevo
la faccia scoperta,
10ignorando che sopra di me, nel muro, stavano dei passeri.
Caddero sui miei occhi i loro escrementi ancora caldi, che mi produssero macchie
bianche, e dovetti andare dai medici per la cura. Più essi però mi applicavano
farmaci, più mi si oscuravano gli occhi, a causa delle macchie bianche, finché
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divenni cieco del tutto. Per quattro anni rimasi cieco e ne soffrirono tutti i miei
fratelli. Achikàr, nei due anni che precedettero la sua partenza per l’Elimàide,
provvide al mio sostentamento.
11In quel tempo mia moglie Anna lavorava a domicilio, 12tessendo la lana che
rimandava poi ai padroni, ricevendone la paga. Ora nel settimo giorno del mese di
Distro, quando tagliò il pezzo che aveva tessuto e lo mandò ai padroni, essi, oltre la
mercede completa, le fecero dono di un capretto da mangiare.
13Quando il capretto
entrò in casa mia, si mise a belare. Chiamai allora mia moglie e le dissi: «Da dove
viene questo capretto? Non sarà stato rubato? Restituiscilo ai padroni, poiché non
abbiamo nessun diritto di mangiare una cosa rubata».
14Ella mi disse: «Mi è stato
dato in più del salario». Ma io non le credevo e le ripetevo di restituirlo ai padroni
e per questo mi vergognavo di lei. Allora per tutta risposta mi disse: «Dove sono le
tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei
ridotto!».
3 1Con l’animo affranto dal dolore, sospirai e piansi. Poi iniziai questa preghiera
di lamento:
2«Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni tua via è
misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo.
3Ora, Signore, ricòrdati di me e
guardami. Non punirmi per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri.
4Violando i tuoi comandamenti, abbiamo peccato davanti a te. Ci hai consegnato al
saccheggio; ci hai abbandonato alla prigionia, alla morte e ad essere la favola, lo
scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali ci hai dispersi.
5Ora, quando mi
tratti secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono tutti i tuoi giudizi, perché non
abbiamo osservato i tuoi comandamenti, camminando davanti a te nella verità.
6Agisci pure ora come meglio ti piace; da’ ordine che venga presa la mia vita, in
modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché per me è preferibile la
morte alla vita. Gli insulti bugiardi che mi tocca sentire destano in me grande
dolore. Signore, comanda che sia liberato da questa prova; fa’ che io parta verso la
dimora eterna. Signore, non distogliere da me il tuo volto. Per me infatti è meglio
morire che vedermi davanti questa grande angoscia, e così non sentirmi più
insultare!».
7Nello stesso giorno a Sara, figlia di Raguele, abitante di Ecbàtana, nella
Media, capitò di sentirsi insultare da parte di una serva di suo padre,
8poiché lei
era stata data in moglie a sette uomini, ma Asmodeo, il cattivo demonio, glieli
aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei
appunto disse la serva: «Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata
data a sette mariti e neppure di uno hai potuto portare il nome.
9Perché vorresti
colpire noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non dobbiamo
mai vedere né figlio né figlia».
10In quel giorno dunque ella soffrì molto, pianse e
salì nella stanza del padre con l’intenzione di impiccarsi. Ma, tornando a riflettere,
pensava: «Che non insultino mio padre e non gli dicano: “La sola figlia che avevi, a
te assai cara, si è impiccata per le sue sventure”. Così farei precipitare con angoscia
la vecchiaia di mio padre negli inferi. Meglio per me che non mi impicchi, ma
supplichi il Signore di farmi morire per non sentire più insulti nella mia vita».
11In
quel momento stese le mani verso la finestra e pregò: «Benedetto sei tu, Dio
misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei secoli. Ti benedicano tutte le tue
opere per sempre.
12Ora a te innalzo il mio volto e i miei occhi. 13Comanda che io sia
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tolta dalla terra, perché non debba sentire più insulti. 14Tu sai, Signore, che sono
pura da ogni contatto con un uomo
15e che non ho disonorato il mio nome né quello
di mio padre nella terra dell’esilio. Io sono l’unica figlia di mio padre. Egli non ha
altri figli che possano ereditare, né un fratello vicino né un parente per il quale io
possa serbarmi come sposa. Già sette mariti ho perduto: perché dovrei vivere
ancora? Se tu non vuoi che io muoia, guarda a me con benevolenza: che io non
senta più insulti».
16In quel medesimo momento la preghiera di ambedue fu accolta davanti alla
gloria di Dio
17e fu mandato Raffaele a guarire tutti e due: a togliere le macchie
bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio, e a dare
Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e così scacciare da lei il
cattivo demonio Asmodeo. Di diritto, infatti, spettava a Tobia prenderla in sposa,
prima che a tutti gli altri pretendenti. Proprio allora Tobi rientrava in casa dal
cortile e Sara, figlia di Raguele, stava scendendo dalla camera.
4 1In quel giorno Tobi si ricordò del denaro che aveva depositato presso Gabaèl
a Rage di Media
2e disse in cuor suo: «Ecco che io ho invocato la morte: perché
dunque non dovrei chiamare mio figlio Tobia e informarlo, prima di morire, di
questa somma di denaro?».
3Chiamò il figlio e gli disse: «Figlio, quando morirò,
dovrai darmi una sepoltura decorosa; onora tua madre e non abbandonarla per
tutti i giorni della sua vita; fa’ ciò che è di suo gradimento e non procurarle nessun
motivo di tristezza.
4Ricòrdati, figlio, che ha corso tanti pericoli per te, quando eri
nel suo seno. Quando morirà, dovrai darle sepoltura presso di me, in una
medesima tomba.
5Ogni giorno, o figlio, ricòrdati del Signore; non peccare né trasgredire i suoi
comandamenti. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non metterti
per la strada dell’ingiustizia.
6Perché se agirai con rettitudine, avrai fortuna nelle
tue azioni.
7A tutti quelli che praticano la giustizia fa’ elemosina con i tuoi beni e,
nel fare elemosina, il tuo occhio non abbia rimpianti. Non distogliere lo sguardo da
ogni povero e Dio non distoglierà da te il suo.
8In proporzione a quanto possiedi fa’
elemosina, secondo le tue disponibilità; se hai poco, non esitare a fare elemosina
secondo quel poco.
9Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno,
10poiché l’elemosina libera dalla morte e impedisce di entrare nelle tenebre. 11Infatti
per tutti quelli che la compiono, l’elemosina è un dono prezioso davanti
all’Altissimo.
12Guàrdati, o figlio, da ogni sorta di fornicazione; prenditi anzitutto una
moglie dalla stirpe dei tuoi padri, non prendere una donna straniera, che cioè non
sia della stirpe di tuo padre, perché noi siamo figli di profeti. Ricòrdati di Noè, di
Abramo, di Isacco e di Giacobbe, nostri padri fin da principio. Essi sposarono tutti
una donna della loro parentela e furono benedetti nei loro figli e la loro
discendenza avrà in eredità la terra.
13E ora, figlio, ama i tuoi fratelli; nel tuo cuore
non concepire disprezzo per i tuoi fratelli, e per i figli e le figlie del tuo popolo, e tra
loro scegliti la moglie. L’orgoglio infatti è causa di rovina e di grande inquietudine.
Nella pigrizia vi è povertà e miseria, perché la pigrizia è madre della fame.
14Non
trattenere presso di te la paga di chi lavora per te, ma a lui consegnala subito; se
così avrai servito Dio, ti sarà data la ricompensa. Poni attenzione, o figlio, a tutto
ciò che fai e sii ben educato in ogni tuo comportamento.
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15Non fare a nessuno ciò che non piace a te. Non bere vino fino all’ebbrezza e
non avere per compagna del tuo viaggio l’ubriachezza.
16Da’ del tuo pane a chi ha
fame e fa’ parte dei tuoi vestiti agli ignudi. Da’ in elemosina quanto ti avanza e
quando fai elemosina il tuo occhio non abbia rimpianti.
17Deponi il tuo pane sulla
tomba dei giusti, non darne invece ai peccatori.
18Chiedi consiglio a ogni persona
che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio.
19In ogni circostanza
benedici il Signore Dio e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri
e i tuoi desideri giungano a buon fine, poiché nessun popolo possiede la saggezza,
ma è il Signore che elargisce ogni bene e abbassa chi vuole fino al profondo degli
inferi. E ora, figlio, ricòrdati di questi comandamenti, non lasciare che si cancellino
dal tuo cuore.
20Ora, figlio, ti comunico che ho depositato dieci talenti d’argento presso
Gabaèl, figlio di Gabri, a Rage di Media.
21Non temere, figlio, se siamo diventati
poveri. Tu hai una grande ricchezza se avrai il timore di Dio, se rifuggirai da ogni
peccato e farai ciò che piace al Signore, tuo Dio».
5 1Allora Tobia rispose al padre: «Quanto mi hai comandato io farò, o padre.
2Ma come potrò riprendere la somma, dal momento che lui non conosce me, né io
conosco lui? Che segno posso dargli, perché mi riconosca, mi creda e mi consegni il
denaro? Inoltre non sono pratico delle strade da prendere per andare in Media».
3Rispose Tobi a suo figlio Tobia: «Mi ha dato un documento autografo e anch’io gli
ho apposto il mio autografo: lo divisi in due parti e ne prendemmo ciascuno una
parte; la sua parte la lasciai presso di lui con il denaro. Sono ora vent’anni da
quando ho depositato quella somma. Cércati dunque, o figlio, un uomo di fiducia
che si metta in viaggio con te. Lo pagheremo per tutto il tempo fino al tuo ritorno.
Va’ dunque da Gabaèl a ritirare il denaro».
4Uscì Tobia in cerca di qualcuno pratico della strada, che lo accompagnasse
nella Media. Uscì e si trovò davanti l’angelo Raffaele, non sospettando
minimamente che fosse un angelo di Dio.
5Gli disse: «Di dove sei, o giovane?».
Rispose: «Sono uno dei tuoi fratelli Israeliti, e sono venuto qui a cercare lavoro».
Riprese Tobia: «Conosci la strada per andare nella Media?».
6Gli disse: «Certo,
parecchie volte sono stato là e conosco bene tutte le strade. Spesso sono andato
nella Media e ho alloggiato presso Gabaèl, un nostro fratello che abita a Rage di
Media. Ci sono due giorni di cammino da Ecbàtana a Rage. Rage è sulle montagne
ed Ecbàtana è nella pianura».
7Allora Tobia gli disse: «Aspetta, o giovane, che vada
ad avvertire mio padre. Ho bisogno che tu venga con me e ti pagherò il tuo
salario».
8Gli rispose: «Ecco, ti attendo; però non tardare».
9Tobia andò ad informare suo padre Tobi dicendogli: «Ecco, ho trovato un
uomo tra i nostri fratelli Israeliti». Gli rispose: «Chiamalo, perché io sappia di che
famiglia e di che tribù è e se è persona fidata per venire con te, o figlio».
10Tobia
uscì a chiamarlo e gli disse: «O giovane, mio padre ti chiama». Entrò da lui. Tobi lo
salutò per primo e l’altro gli disse: «Possa tu avere molta gioia!». Tobi rispose:
«Che gioia posso ancora avere? Sono un uomo menomato negli occhi; non vedo la
luce del cielo, ma mi trovo nell’oscurità come i morti che non contemplano più la
luce. Pur vivendo, mi sento tra i morti; avverto la voce degli uomini, ma non li
vedo». Gli rispose: «Fatti coraggio, Dio non tarderà a guarirti; fatti coraggio!». E
Tobi: «Mio figlio Tobia vuole andare nella Media. Non potresti andare con lui e
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fargli da guida? Io ti pagherò, fratello!». Rispose: «Sì, posso accompagnarlo;
conosco tutte le strade. Mi sono recato spesso nella Media. Ho attraversato tutte le
sue pianure e i suoi monti e ne conosco tutte le strade».
11Tobi gli disse: «Fratello,
di che famiglia e di che tribù sei? Dimmelo, fratello».
12Ed egli: «Che t’importa la
tribù?». L’altro gli disse: «Voglio sapere con verità, fratello, di chi tu sei figlio e il
tuo vero nome».
13Rispose: «Sono Azaria, figlio di Anania il grande, uno dei tuoi
fratelli».
14Gli disse allora: «Sii benvenuto e in buona salute, o fratello! Non
avertene a male, fratello, se ho voluto sapere la verità sulla tua famiglia. Tu dunque
sei mio parente, di buona e distinta discendenza! Conoscevo Anania e Natan, i due
figli di Semeia il grande. Venivano con me a Gerusalemme e là facevano
adorazione insieme con me; non hanno abbandonato la retta via. I tuoi fratelli
sono brava gente; tu sei di buona radice: sii benvenuto!».
15Continuò: «Ti do come
ricompensa una dracma al giorno, e per quanto riguarda il tuo mantenimento lo
stesso che a mio figlio.
16Fa’ dunque il viaggio con mio figlio e poi ti darò ancora
qualcosa di più».
17Gli disse: «Farò il viaggio con lui. Non temere: partiremo sani, e
sani ritorneremo da te, perché la strada è sicura». Tobi gli disse: «Sia con te la
benedizione, o fratello!». Si rivolse poi al figlio e gli disse: «Figlio, prepara quanto
occorre per il viaggio e parti con questo tuo fratello. Dio, che è nei cieli, vi conservi
sani fin là e vi restituisca a me sani e salvi; il suo angelo vi accompagni e vi conduca
a salvezza, o figlio!».
Tobia uscì per mettersi in cammino e baciò il padre e la madre. E Tobi gli
disse: «Fa’ buon viaggio!».
18Allora la madre si mise a piangere e disse a Tobi:
«Perché hai voluto che mio figlio partisse? Non è lui il bastone della nostra mano,
che è sempre stato in casa con noi?
19Non temere di aggiungere denaro a denaro;
esso non vale nulla in confronto a nostro figlio.
20Quello che per vivere ci è stato
dato dal Signore è sufficiente per noi».
21Le disse: «Non stare in pensiero: nostro
figlio farà buon viaggio e tornerà in buona salute da noi. I tuoi occhi lo vedranno il
giorno in cui tornerà sano e salvo da te.
22Non stare in pensiero, non temere per
loro, o sorella. Un angelo buono infatti lo accompagnerà, il suo viaggio andrà bene
e tornerà sano e salvo».
23Ed ella cessò di piangere.
6 1Il giovane partì insieme con l’angelo, e anche il cane li seguì e s’avviò con
loro. Camminarono insieme finché li sorprese la prima sera; allora si fermarono a
passare la notte sul fiume Tigri.
2Il giovane scese nel fiume per lavarsi i piedi,
quand’ecco un grosso pesce balzando dall’acqua tentò di divorare il piede del
ragazzo, che si mise a gridare.
3Ma l’angelo gli disse: «Afferra il pesce e non
lasciarlo fuggire». Il ragazzo riuscì ad afferrare il pesce e a tirarlo a riva.
4Gli disse
allora l’angelo: «Apri il pesce e togline il fiele, il cuore e il fegato; mettili in disparte
ma getta via gli intestini. Infatti il suo fiele, il cuore e il fegato possono essere utili
medicamenti».
5Il ragazzo squartò il pesce, ne tolse il fiele, il cuore e il fegato.
Arrostì una porzione del pesce e la mangiò; l’altra parte la mise in serbo dopo
averla salata.
6Poi ambedue ripresero il viaggio, finché non furono vicini alla
Media.
7Allora il ragazzo rivolse all’angelo questa domanda: «Azaria, fratello, che
rimedio può esserci nel cuore, nel fegato e nel fiele del pesce?».
8Gli rispose:
«Quanto al cuore e al fegato, ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona,
uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo, e cesserà da lei ogni
vessazione e non ne resterà più traccia alcuna.
9Il fiele invece serve per spalmarlo
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sugli occhi di chi è affetto da macchie bianche; si soffia su quelle macchie e gli
occhi guariscono».
10Erano entrati nella Media e già erano vicini a Ecbàtana, 11quando Raffaele
disse al ragazzo: «Fratello Tobia!». Gli rispose: «Eccomi». Riprese: «Questa notte
dobbiamo alloggiare presso Raguele, che è tuo parente. Egli ha una figlia chiamata
Sara
12e all’infuori di Sara non ha altro figlio o figlia. A te, come parente più stretto,
spetta il diritto di sposarla più di qualunque altro uomo e di avere in eredità i beni
di suo padre. È una ragazza saggia, coraggiosa, molto graziosa e suo padre è una
brava persona».
13E aggiunse: «Tu hai il diritto di sposarla. Ascoltami, fratello: io
parlerò della fanciulla al padre questa sera, per serbartela come fidanzata. Quando
torneremo dalla città di Rage, celebreremo le sue nozze. So che Raguele non potrà
rifiutarla a te o prometterla ad altri; egli incorrerebbe nella morte secondo la
prescrizione della legge di Mosè, poiché egli sa che prima di ogni altro spetta a te
avere sua figlia. Ascoltami, dunque, fratello. Questa sera parleremo della fanciulla
e ne domanderemo la mano. Al nostro ritorno dalla città di Rage la prenderemo e
la condurremo con noi a casa tua».
14Allora Tobia rispose a Raffaele: «Fratello
Azaria, ho sentito dire che ella è già stata data in moglie a sette uomini ed essi sono
morti nella stanza nuziale la notte stessa in cui dovevano unirsi a lei. Inoltre ho
sentito dire che un demonio le uccide i mariti.
15Per questo ho paura; il demonio a
lei non fa del male, ma se qualcuno le si vuole accostare, egli lo uccide. Io sono
l’unico figlio di mio padre. Ho paura di morire e di condurre così alla tomba la vita
di mio padre e di mia madre per l’angoscia della mia perdita. Non hanno un altro
figlio che possa seppellirli».
16Ma quello gli disse: «Hai forse dimenticato i moniti
di tuo padre, che ti ha raccomandato di prendere in moglie una donna del tuo
casato? Ascoltami, dunque, o fratello: non preoccuparti di questo demonio e
sposala. Sono certo che questa sera ti verrà data in moglie.
17Quando però entri
nella camera nuziale, prendi il cuore e il fegato del pesce e mettine un poco sulla
brace degli incensi. L’odore si spanderà, il demonio lo dovrà annusare e fuggirà per
non farsi più vedere in eterno intorno a lei.
18Poi, prima di unirti con lei, alzatevi
tutti e due a pregare. Supplicate il Signore del cielo perché venga su di voi la sua
grazia e la sua salvezza. Non temere: ella ti è stata destinata fin dall’eternità. Sarai
tu a salvarla. Ella verrà con te e penso che da lei avrai figli che saranno per te come
fratelli. Non stare in pensiero».
19Quando Tobia sentì le parole di Raffaele e seppe
che Sara era sua parente, della stirpe della famiglia di suo padre, l’amò molto senza
poter più distogliere il suo cuore da lei.
7 1Quando fu entrato in Ecbàtana, Tobia disse: «Fratello Azaria, conducimi
diritto dal nostro fratello Raguele». Egli lo condusse alla casa di Raguele, che
trovarono seduto presso la porta del cortile. Lo salutarono per primi ed egli
rispose: «Salute, fratelli, siate i benvenuti!». Li fece entrare in casa.
2Disse a sua
moglie Edna: «Quanto somiglia questo giovane a mio fratello Tobi!».
3Edna
domandò loro: «Di dove siete, fratelli?», ed essi risposero: «Siamo dei figli di
Nèftali, deportati a Ninive».
4Disse allora: «Conoscete nostro fratello Tobi?». Le
dissero: «Lo conosciamo».
5Riprese: «Sta bene?». Risposero: «Sta bene e vive». E
Tobia aggiunse: «È mio padre».
6Raguele allora balzò in piedi, l’abbracciò e pianse. Poi gli disse: «Sii
benedetto, o figlio! Hai un ottimo padre. Che sventura per un uomo giusto e
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generoso nel fare elemosine essere diventato cieco!». Si gettò al collo del parente
Tobia e pianse.
7Pianse anche sua moglie Edna e pianse anche la loro figlia Sara.
8Poi egli macellò un montone del gregge e fece loro una festosa accoglienza.
9Si lavarono, fecero le abluzioni e, quando si furono messi a tavola, Tobia
disse a Raffaele: «Fratello Azaria, domanda a Raguele che mi dia in moglie mia
cugina Sara».
10Raguele udì queste parole e disse al giovane: «Mangia, bevi e sta’
allegro per questa sera, poiché nessuno all’infuori di te, mio parente, ha il diritto di
prendere mia figlia Sara, come del resto neppure io ho la facoltà di darla a un altro
uomo all’infuori di te, poiché tu sei il mio parente più stretto. Però, figlio, voglio
dirti con franchezza la verità.
11L’ho data a sette mariti, scelti tra i nostri fratelli, e
tutti sono morti la notte in cui entravano da lei. Ora, figlio, mangia e bevi; il
Signore sarà con voi».
12Ma Tobia disse: «Non mangerò affatto né berrò, prima che
tu abbia preso una decisione a mio riguardo». Rispose Raguele: «Lo farò! Ella ti
viene data secondo il decreto del libro di Mosè e come dal cielo è stato stabilito che
ti sia data. Abbi cura di lei, d’ora in poi tu sei suo fratello e lei tua sorella. Ti viene
concessa da oggi per sempre. Il Signore del cielo vi assista questa notte, o figlio, e
vi conceda la sua misericordia e la sua pace».
13Raguele chiamò sua figlia Sara e, quando venne, la prese per mano e l’affidò
a Tobia con queste parole: «Prendila; secondo la legge e il decreto scritto nel libro
di Mosè lei ti viene concessa in moglie. Tienila e, sana e salva, conducila da tuo
padre. Il Dio del cielo vi conceda un buon viaggio e pace».
14Chiamò poi la madre di
lei e le disse di portare un foglio e stese l’atto di matrimonio, secondo il quale
concedeva in moglie a Tobia la propria figlia, in base al decreto della legge di Mosè.
Dopo di ciò cominciarono a mangiare e a bere.
15Poi Raguele chiamò sua moglie
Edna e le disse: «Sorella mia, prepara l’altra camera e conducila dentro».
16Quella
andò a preparare il letto della camera, come le aveva ordinato, e vi condusse la
figlia. Pianse per lei, poi si asciugò le lacrime e le disse:
17«Coraggio, figlia, il
Signore del cielo cambi in gioia il tuo dolore. Coraggio, figlia!». E uscì.
8 1Quando ebbero finito di mangiare e di bere, decisero di andare a dormire.
Accompagnarono il giovane e lo introdussero nella camera da letto.
2Tobia allora si
ricordò delle parole di Raffaele: prese dal suo sacco il fegato e il cuore del pesce e li
pose sulla brace dell’incenso.
3L’odore del pesce respinse il demonio, che fuggì
verso le regioni dell’alto Egitto. Raffaele vi si recò all’istante e in quel luogo lo
incatenò e lo mise in ceppi.
4Gli altri intanto erano usciti e avevano chiuso la porta
della camera. Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, àlzati! Preghiamo e
domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza».
5Lei si alzò e si misero
a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: «Benedetto sei tu,
Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti
benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli!
6Tu hai creato Adamo e hai
creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque
tutto il genere umano. Tu hai detto: “Non è cosa buona che l’uomo resti solo;
facciamogli un aiuto simile a lui”.
7Ora non per lussuria io prendo questa mia
parente, ma con animo retto. Dégnati di avere misericordia di me e di lei e di farci
giungere insieme alla vecchiaia».
8E dissero insieme: «Amen, amen!». 9Poi
dormirono per tutta la notte.
Tobia
Bibbia CEI 2008
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10Ma Raguele si alzò; chiamò i suoi servi e andarono a scavare una fossa.
Diceva infatti: «Se mai morisse, non diventeremo così motivo di scherno e di
vergogna».
11Quando ebbero terminato di scavare la fossa, Raguele tornò in casa;
chiamò sua moglie
12e le disse: «Manda una delle serve a vedere se è vivo; così, se è
morto, lo seppelliremo senza che nessuno lo sappia».
13Mandarono quella serva,
accesero la lampada e aprirono la porta; quella entrò e trovò che dormivano
insieme, immersi nel sonno.
14La serva uscì e riferì loro che era vivo e che non era
successo nulla di male.
15Resero lode al Dio del cielo e dissero: «Tu sei benedetto, o
Dio, degno di ogni benedizione perfetta.
^ Ti benedicano per tutti i secoli! 16Tu sei
benedetto, perché mi hai ricolmato di gioia e non è avvenuto ciò che temevo, ma ci
hai trattato secondo la tua grande misericordia.
17Tu sei benedetto, perché hai
avuto compassione dei due figli unici. Concedi loro, Signore, grazia e salvezza e
falli giungere fino al termine della loro vita in mezzo alla gioia e alla grazia».
18Allora ordinò ai servi di riempire la fossa prima che si facesse giorno.
19Raguele ordinò alla moglie di fare pane in abbondanza; andò a prendere
dalla mandria due vitelli e quattro montoni, li fece macellare e cominciarono così a
preparare il banchetto.
20Poi chiamò Tobia e gli disse: «Per quattordici giorni non
te ne andrai di qui, ma ti fermerai da me a mangiare e a bere e così allieterai
l’anima già tanto afflitta di mia figlia.
21Di quanto possiedo prenditi la metà e torna
sano e salvo da tuo padre. Quando io e mia moglie saremo morti, anche l’altra
metà sarà vostra. Coraggio, figlio! Io sono tuo padre ed Edna è tua madre; noi
apparteniamo a te come a questa tua sorella, da ora per sempre. Coraggio, figlio!».
9 1Allora Tobia chiamò Raffaele e gli disse: 2«Fratello Azaria, prendi con te
quattro servi e due cammelli e mettiti in viaggio per Rage.
3Va’ da Gabaèl,
consegnagli il documento, riporta il denaro e conducilo con te alle feste nuziali.
4Tu
sai infatti che mio padre starà a contare i giorni e, se tarderò anche di un solo
giorno, lo farò soffrire troppo. Vedi bene che cosa ha giurato Raguele e io non
posso trasgredire il suo giuramento».
5Partì dunque Raffaele con quattro servi e
due cammelli per Rage di Media, dove presero alloggio da Gabaèl. Raffaele gli
presentò il documento e nello stesso tempo lo informò che Tobia, figlio di Tobi,
aveva preso moglie e lo invitava alle nozze. Gabaèl andò subito a prendere i
sacchetti, ancora sigillati, e li contò in sua presenza; poi li caricarono.
6Partirono
insieme di buon mattino per andare alle nozze. Giunti da Raguele, trovarono Tobia
adagiato a tavola. Egli si alzò in piedi a salutarlo e Gabaèl pianse e lo benedisse
dicendogli: «Figlio ottimo di ottimo padre, giusto e generoso in elemosine,
conceda il Signore la benedizione del cielo a te, a tua moglie, al padre e alla madre
di tua moglie. Benedetto Dio, poiché ho visto mio cugino Tobi, vedendo te che
tanto gli somigli!».
10 1Frattanto ogni giorno Tobi contava le giornate, quante erano necessarie
all’andata e quante al ritorno. Quando poi i giorni furono al termine e il figlio non
era ancora tornato,
2pensò: «Che sia stato trattenuto là? O che sia morto Gabaèl e
non c’è nessuno che gli dia il denaro?».
3E cominciò a rattristarsi. 4Sua moglie
8,15 NVg aggiunge: Ti benedicano tutti i tuoi santi e ogni tua creatura; e tutti i tuoi angeli e i tuoi eletti.
Tobia
Bibbia CEI 2008
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Anna diceva: «Mio figlio è morto e non è più tra i vivi». E cominciò a piangere e a
lamentarsi sul proprio figlio, dicendo:
5«Ahimè, figlio, ti ho lasciato partire, tu che
eri la luce dei miei occhi!».
6Le rispondeva Tobi: «Taci, non stare in pensiero,
sorella; egli sta bene. Certo li trattiene là qualche fatto imprevisto. Del resto l’uomo
che lo accompagnava è sicuro ed è uno dei nostri fratelli. Non affliggerti per lui,
sorella; tra poco sarà qui».
7Ma lei replicava: «Lasciami stare e non ingannarmi!
Mio figlio è morto». E subito usciva e osservava la strada per la quale era partito
suo figlio; così faceva ogni giorno e non si fidava di nessuno. Quando il sole era
tramontato, rientrava a piangere e a lamentarsi per tutta la notte e non prendeva
sonno.
8Compiuti i quattordici giorni delle feste nuziali, quelli che Raguele con
giuramento aveva stabilito di organizzare per la propria figlia, Tobia andò da lui e
gli disse: «Lasciami partire. Sono certo che mio padre e mia madre non hanno più
speranza di rivedermi. Ti prego dunque, o padre, di volermi congedare, perché
possa tornare da mio padre. Già ti ho spiegato in quale condizione l’ho lasciato».
9Rispose Raguele a Tobia: «Resta, figlio, resta con me. Manderò messaggeri a tuo
padre Tobi, perché gli portino tue notizie». Ma egli disse: «No, ti prego di lasciarmi
andare da mio padre».
10Allora Raguele, alzatosi, consegnò a Tobia la sposa Sara
con metà dei suoi beni, servi e serve, buoi e pecore, asini e cammelli, vesti, denaro
e suppellettili.
11Li congedò in buona salute. A lui poi rivolse questo saluto: «Sta’ sano, figlio,
e fa’ buon viaggio! Il Signore del cielo vi assista, te e tua moglie Sara, e possa io
vedere i vostri figli prima di morire».
12Poi disse a Sara sua figlia: «Va’ dai tuoi
suoceri, poiché da questo momento essi sono i tuoi genitori, come coloro che ti
hanno dato la vita. Va’ in pace, figlia, e possa sentire buone notizie a tuo riguardo,
finché sarò in vita». Dopo averli salutati, li congedò.
13Edna disse a Tobia: «Figlio e
fratello carissimo, il Signore ti riconduca a casa e possa io vedere i figli tuoi e di
Sara, mia figlia, prima di morire. Davanti al Signore ti affido mia figlia in custodia.
Non farla soffrire in nessun giorno della tua vita. Figlio, va’ in pace. D’ora in avanti
io sono tua madre e Sara è tua sorella. Possiamo tutti insieme avere buona fortuna
per tutti i giorni della nostra vita». Li baciò tutti e due e li congedò sani e salvi.
14Allora Tobia partì da Raguele in buona salute e lieto, benedicendo il Signore del
cielo e della terra, il re dell’universo, perché aveva dato buon esito al suo viaggio.
Raguele gli disse: «Possa tu avere la fortuna di onorare i tuoi genitori tutti i
giorni della loro vita».
11 1Quando furono nei pressi di Kaserìn, di fronte a Ninive, Raffaele disse: 2«Tu
sai in quale condizione abbiamo lasciato tuo padre.
3Corriamo avanti, prima di tua
moglie, e prepariamo la casa, mentre gli altri vengono».
4E s’incamminarono tutti e
due insieme. Poi Raffaele gli disse: «Prendi in mano il fiele». Il cane, che aveva
accompagnato lui e Tobia, li seguiva.
5Anna intanto sedeva scrutando la strada per
la quale era partito il figlio.
6Quando si accorse che stava arrivando, disse al padre
di lui: «Ecco, sta tornando tuo figlio con l’uomo che l’accompagnava».
7Raffaele
disse a Tobia, prima che si avvicinasse al padre: «Io so che i suoi occhi si
apriranno.
8Spalma il fiele del pesce sui suoi occhi; il farmaco intaccherà e
asporterà come scaglie le macchie bianche dai suoi occhi. Così tuo padre riavrà la
Tobia
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vista e vedrà la luce». 9Anna corse avanti e si gettò al collo di suo figlio dicendogli:
«Ti rivedo, o figlio. Ora posso morire!». E si mise a piangere.
10Tobi si alzò e, incespicando, uscì dalla porta del cortile. 11Tobia gli andò
incontro, tenendo in mano il fiele del pesce. Soffiò sui suoi occhi e lo trasse vicino,
dicendo: «Coraggio, padre!». Gli applicò il farmaco e lo lasciò agire,
12poi distaccò
con le mani le scaglie bianche dai margini degli occhi.
13Tobi gli si buttò al collo e
pianse, dicendo: «Ti vedo, figlio, luce dei miei occhi!».
14E aggiunse: «Benedetto
Dio! Benedetto il suo grande nome! Benedetti tutti i suoi angeli santi! Sia il suo
santo nome su di noi e siano benedetti i suoi angeli per tutti i secoli. Perché egli mi
ha colpito, ma ora io contemplo mio figlio Tobia».
15Tobia entrò in casa lieto,
benedicendo Dio con tutta la voce che aveva. Poi Tobia informò suo padre del
viaggio che aveva compiuto felicemente, del denaro che aveva riportato, di Sara,
figlia di Raguele, che aveva preso in moglie e che stava venendo e si trovava ormai
vicina alla porta di Ninive.
16Allora Tobi uscì verso la porta di Ninive incontro alla sposa di lui, lieto e
benedicendo Dio. La gente di Ninive, vedendolo passare e camminare con tutto il
vigore di un tempo, senza che alcuno lo conducesse per mano, fu presa da
meraviglia. Tobi proclamava davanti a loro che Dio aveva avuto pietà di lui e che
gli aveva aperto gli occhi.
17Tobi si avvicinò poi a Sara, la sposa di suo figlio Tobia, e
la benedisse dicendole: «Sii la benvenuta, figlia! Benedetto sia il tuo Dio, che ti ha
condotto da noi, figlia! Benedetto sia tuo padre, benedetto mio figlio Tobia e
benedetta tu, o figlia! Entra nella casa, che è tua, sana e salva, nella benedizione e
nella gioia; entra, o figlia!».
18Quel giorno fu grande festa per tutti i Giudei di
Ninive.
19Anche Achikàr e Nadab, suoi cugini, vennero a congratularsi con Tobi.^
12 1Terminate le feste nuziali, Tobi chiamò suo figlio Tobia e gli disse: «Figlio
mio, pensa a dare la ricompensa dovuta a colui che ti ha accompagnato e ad
aggiungere qualcos’altro alla somma pattuita».
2Gli disse Tobia: «Padre, quanto
dovrò dargli come compenso? Anche se gli dessi la metà dei beni che egli ha
portato con me, non ci perderei nulla.
3Egli mi ha condotto sano e salvo, ha guarito
mia moglie, ha portato con me il denaro, infine ha guarito anche te! Quanto ancora
posso dargli come compenso?».
4Tobi rispose: «Figlio, è giusto che egli riceva la
metà di tutti i beni che ha riportato».
5Fece dunque venire l’angelo e gli disse: «Prendi come tuo compenso la metà
di tutti i beni che hai riportato e va’ in pace».
6Allora Raffaele li chiamò tutti e due
in disparte e disse loro: «Benedite Dio e proclamate davanti a tutti i viventi il bene
che vi ha fatto, perché sia benedetto e celebrato il suo nome. Fate conoscere a tutti
gli uomini le opere di Dio, come è giusto, e non esitate a ringraziarlo.
7È bene
tenere nascosto il segreto del re, ma è motivo di onore manifestare e lodare le
opere di Dio. Fate ciò che è bene e non vi colpirà alcun male.
8È meglio la preghiera
con il digiuno e l’elemosina con la giustizia, che la ricchezza con l’ingiustizia.
Meglio praticare l’elemosina che accumulare oro.
9L’elemosina salva dalla morte e
purifica da ogni peccato. Coloro che fanno l’elemosina godranno lunga vita.
10Coloro che commettono il peccato e l’ingiustizia sono nemici di se stessi. 11Voglio
dirvi tutta la verità, senza nulla nascondervi: vi ho già insegnato che è bene
11,19 NVg (11,18) aggiunge: E si celebrarono le nozze per sette giorni, e gli furono offerti molti doni.
Tobia
Bibbia CEI 2008
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nascondere il segreto del re, mentre è motivo d’onore manifestare le opere di Dio.
12Ebbene, quando tu e Sara eravate in preghiera, io presentavo l’attestato della
vostra preghiera davanti alla gloria del Signore. Così anche quando tu seppellivi i
morti.
13Quando poi tu non hai esitato ad alzarti e ad abbandonare il tuo pranzo e
sei andato a seppellire quel morto, allora io sono stato inviato per metterti alla
prova.
14Ma, al tempo stesso, Dio mi ha inviato per guarire te e Sara, tua nuora. 15Io
sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti a entrare alla presenza
della gloria del Signore».
16Allora furono presi da grande timore tutti e due; si prostrarono con la faccia
a terra ed ebbero una grande paura.
17Ma l’angelo disse loro: «Non temete: la pace
sia con voi. Benedite Dio per tutti i secoli.
18Quando ero con voi, io stavo con voi
non per bontà mia, ma per la volontà di Dio: lui dovete benedire sempre, a lui
cantate inni.
19Quando voi mi vedevate mangiare, io non mangiavo affatto: ciò che
vedevate era solo apparenza.
20Ora benedite il Signore sulla terra e rendete grazie a
Dio. Ecco, io ritorno a colui che mi ha mandato. Scrivete tutte queste cose che vi
sono accadute». E salì in alto.
21Essi si rialzarono, ma non poterono più vederlo.
22Allora andavano benedicendo e celebrando Dio e lo ringraziavano per queste
grandi opere, perché era loro apparso l’angelo di Dio.
13 1Allora Tobi disse:
2«Benedetto Dio che vive in eterno,
benedetto il suo regno;
egli castiga e ha compassione,
fa scendere agli inferi, nelle profondità della terra,
e fa risalire dalla grande perdizione:
nessuno sfugge alla sua mano.
3Lodatelo, figli d’Israele, davanti alle nazioni,
perché in mezzo ad esse egli vi ha disperso
4e qui vi ha fatto vedere la sua grandezza;
date gloria a lui davanti a ogni vivente,
poiché è lui il nostro Signore, il nostro Dio,
lui il nostro Padre, Dio per tutti i secoli.
5Vi castiga per le vostre iniquità,
ma avrà compassione di tutti voi
e vi radunerà da tutte le nazioni,
fra le quali siete stati dispersi.
6Quando vi sarete convertiti a lui
con tutto il cuore e con tutta l’anima
per fare ciò che è giusto davanti a lui,
allora egli ritornerà a voi
e non vi nasconderà più il suo volto.
7Ora guardate quello che ha fatto per voi
e ringraziatelo con tutta la voce;
benedite il Signore che è giusto
e date gloria al re dei secoli.
8Io gli do lode nel paese del mio esilio
e manifesto la sua forza e la sua grandezza
Tobia
Bibbia CEI 2008
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a un popolo di peccatori.
Convertitevi, o peccatori,
e fate ciò che è giusto davanti a lui;
chissà che non torni ad amarvi
e ad avere compassione di voi.
9Io esalto il mio Dio,
l'anima mia celebra il re del cielo
ed esulta per la sua grandezza.
10éTutti ne parlino
e diano lode a lui in Gerusalemme.
ù
Gerusalemme, città santa,
egli ti castiga per le opere dei tuoi figli,
ma avrà ancora pietà per i figli dei giusti.
11Da’ lode degnamente al Signore
e benedici il re dei secoli;
egli ricostruirà in te il suo tempio con gioia,
12per allietare in te tutti i deportati
e per amare in te tutti gli sventurati,
per tutte le generazioni future.
13Una luce splendida brillerà sino ai confini della terra:
nazioni numerose verranno a te da lontano,
gli abitanti di tutti i confini della terra
verranno verso la dimora del tuo santo nome,
portando in mano i doni per il re del cielo.
Generazioni e generazioni esprimeranno in te l’esultanza
e il nome della città eletta durerà per le generazioni future.
14Maledetti tutti quelli che ti insultano!
Maledetti tutti quelli che ti distruggono,
che demoliscono le tue mura,
rovinano le tue torri
e incendiano le tue abitazioni!
Ma benedetti per sempre tutti quelli che ti temono.
15Sorgi ed esulta per i figli dei giusti,
tutti presso di te si raduneranno
e benediranno il Signore dei secoli.
Beati coloro che ti amano,
beati coloro che esulteranno per la tua pace.
16Beati coloro che avranno pianto per le tue sventure:
gioiranno per te e vedranno tutta la tua gioia per sempre.
Anima mia, benedici il Signore, il grande re,
17perché Gerusalemme sarà ricostruita
come città della sua dimora per sempre.
Beato sarò io, se rimarrà un resto della mia discendenza
per vedere la tua gloria e dare lode al re del cielo.
Le porte di Gerusalemme saranno ricostruite
con zaffiro e con smeraldo
e tutte le sue mura con pietre preziose.
13,10ab NVg (13,8) invece: Benedite il Signore, tutti voi eletti, / e voi tutti lodate la sua maestà. / Trascorrete giorni di
gioia e date gloria a lui.
Tobia
Bibbia CEI 2008
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Le torri di Gerusalemme saranno ricostruite con oro
e i loro baluardi con oro purissimo.
Le strade di Gerusalemme saranno lastricate
con turchese e pietra di Ofir.
18Le porte di Gerusalemme risuoneranno di canti di esultanza,
e in tutte le sue case canteranno: “Alleluia!
Benedetto il Dio d’Israele
e benedetti coloro che benedicono il suo santo nome
nei secoli e per sempre!”».
14 1Così Tobi terminò il suo canto di ringraziamento.
2Tobi morì in pace all’età di centododici anni e fu sepolto con onore a Ninive.
Egli aveva sessantadue anni quando divenne cieco; dopo la sua guarigione visse
nella prosperità, praticò l’elemosina e continuò sempre a benedire Dio e a
celebrare la sua grandezza.
3Quando stava per morire, chiamò il figlio Tobia e gli diede queste istruzioni:
4«Figlio, porta via i tuoi figli e rifùgiati in Media, perché io credo alla parola di Dio
che Naum ha pronunciato su Ninive. Tutto dovrà accadere, tutto si realizzerà
sull’Assiria e su Ninive, come hanno predetto i profeti d’Israele, inviati da Dio; non
una delle loro parole andrà a vuoto. Ogni cosa si realizzerà a suo tempo. Vi sarà
maggior sicurezza in Media che in Assiria o in Babilonia. Perché io so e credo che
quanto Dio ha detto si compirà e avverrà, e non andrà a vuoto alcuna delle sue
parole. I nostri fratelli che abitano il paese d’Israele saranno tutti dispersi e
deportati lontano dalla loro amata terra e tutto il paese d’Israele sarà ridotto a un
deserto. Anche Samaria e Gerusalemme diventeranno un deserto e il tempio di Dio
sarà nell’afflizione e resterà bruciato fino a un certo tempo.
5Poi di nuovo Dio avrà
pietà di loro e li ricondurrà nella terra d’Israele. Essi ricostruiranno il tempio, ma
non uguale al primo, fino al momento in cui si compirà il tempo stabilito. Dopo,
torneranno tutti dall’esilio e ricostruiranno Gerusalemme nella sua magnificenza, e
il tempio di Dio sarà ricostruito, come hanno preannunciato i profeti d’Israele.
6Tutte le nazioni che si trovano su tutta la terra si convertiranno e temeranno Dio
nella verità. Tutti abbandoneranno i loro idoli, che li hanno fatti errare nella
menzogna, e benediranno il Dio dei secoli nella giustizia.
7Tutti gli Israeliti che
saranno scampati in quei giorni e si ricorderanno di Dio con sincerità, si
raduneranno e verranno a Gerusalemme, e per sempre abiteranno tranquilli la
terra di Abramo, che sarà data loro in possesso. Coloro che amano Dio nella verità
gioiranno; coloro invece che commettono il peccato e l’ingiustizia spariranno da
tutta la terra.
8Ora, figli, vi raccomando: servite Dio nella verità e fate ciò che a lui piace.
Anche ai vostri figli insegnate a fare la giustizia e l’elemosina, a ricordarsi di Dio, a
benedire il suo nome in ogni tempo, nella verità e con tutte le forze.
9Tu dunque,
figlio, parti da Ninive, non restare più qui. Dopo aver sepolto tua madre vicino a
me, quel giorno stesso non devi più restare entro i confini di Ninive. Vedo infatti
trionfare in essa molta ingiustizia e grande perfidia, e nessuno se ne vergogna.
10Vedi, figlio, quanto ha fatto Nadab al padre adottivo Achikàr. Non è stato egli
costretto a scendere ancora vivo sotto terra? Ma Dio ha rigettato l’infamia in faccia
al colpevole: Achikàr ritornò alla luce, mentre Nadab entrò nelle tenebre eterne,
perché aveva cercato di uccidere Achikàr. Per aver praticato l’elemosina, Achikàr
Tobia
Bibbia CEI 2008
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sfuggì al laccio mortale che gli aveva teso Nadab; Nadab invece cadde in quel
laccio, che lo fece perire.
11Così, figli miei, vedete dove conduce l’elemosina e dove
conduce l’iniquità: essa conduce alla morte. Ma ecco, mi manca il respiro!». Essi lo
distesero sul letto; morì e fu sepolto con onore.
12Quando morì la madre, Tobia la seppellì vicino al padre, poi partì per la
Media con la moglie e i figli. Abitò a Ecbàtana, presso Raguele suo suocero.
13Curò
con onore i suoceri nella loro vecchiaia e li seppellì a Ecbàtana in Media. Tobia
ereditò il patrimonio di Raguele e quello del padre Tobi.
14Morì all’età di
centodiciassette anni onorato da tutti.
15Prima di morire sentì parlare della rovina
di Ninive e vide i prigionieri che venivano deportati in Media per opera di Achikàr,
re della Media. Allora benedisse Dio per quanto aveva fatto nei confronti degli
abitanti di Ninive e dell’Assiria. Prima di morire poté dunque gioire della sorte di
Ninive e benedisse il Signore Dio nei secoli dei secoli.

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